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27/01/2014 18:48:00

Attento Matteo, arriva il nuovo procuratore

di Leonardo Agate -  Sembra che a Firenze possa cambiare il clima giudiziario. Per il pensionamento del procuratore della Repubblica, Il Consiglio superiore della magistratura sta esaminando i curriculum dei possibili successori. Era un clima sopportabile, anzi si dice che ci sia stato un idillio tra il Comune, amministrato da Matteo Renzi, e la procura. Si può pure pensare che non ci sia stato alcun motivo per incriminare i personaggi politici di Firenze, ma si teme che il cambio al vertice degli uffici inquirenti possa cambiare il clima, e far arrivare sulla città perturbazioni anche violente.

 Massimo D'Alema, ma anche il Cavaliere, hanno pensato che Renzi dovrà guardarsi le spalle. Il primo l'ha dichiarato; il secondo l'ha confidato agli amici. Non é inverosimile che parte della magistratura voglia mettere in difficoltà il sindaco, che ha tra gli argomenti, da trasformare in legge, la riforma della giustizia, con riferimento anche alla responsabilità civile dei magistrati.

 Di riforma della giustizia si parla da sempre con insistenza: il suo funzionamento non soddisfa nessuno, tanto meno i cittadini onesti, che temono di incappare in arresti in attesa di giudizio, come avviene in un numero esorbitante di casi. Nemmeno é servita la censura dell'Unione Europea all'entità numerica e alla durata delle detenzioni in attesa di giudizio, che dopo molti mesi in tanti casi si trasformano in scarcerazione per assenza di reato. Certi p.m. hanno utilizzato lo strumento della carcerazione preventiva non come extrema ratio per la ricerca della verità, ma come mezzo di rimbecillimento dell'imputato e di ottenimento di dichiarazioni confacenti allo scopo perverso di trovare a tutti i costi un colpevole, anche quando quello vero si trova in tutt'altro posto.

 Se fosse approvata una riforma della giustizia seria non si potrà più permettere alle procure di disporre della vita di persone ancora non giudicate, per ottenerne indizi di colpevolezza, tenendoli dentro le celle. La presunzione di innocenza, che é il pilastro della giustizia, va a farsi benedire. Il Consiglio superiore della magistratura dovrebbe sapere queste cose, meglio di tutti gli altri, ma sembra essersene dimenticato.

Così, non appena un politico pone il problema della responsabilità dei magistrati, il Consiglio superiore della magistratura impugna l'ascia di guerra, per ostacolare in ogni modo la riforma. Anche nella Bicamerale presieduta da D'Alema, si pose il problema, ma dovette essere presto eliminato dal tavolo per i documenti contrari che arrivarono tempestivamente nelle mani dei commissari.

 Non ha importanza che il popolo si espresse plebiscitariamente  sul referendum pannelliano per la responsabilità dei magistrati. Il Parlamento, succube della parte peggiore della magistratura, approvò una legge, che avrebbe dovuto applicare i nuovi principi votati dagli italiani, e invece pose solo pannicelli caldi sul bubbone, che continuò da allora ad ingrossare.

 Adesso questo giovinetto di buone speranze, Matteuccio, vorrebbe riprendere la proposta fatidica? Bene, come si può fare a neutralizzarlo, visto che potrebbe formarsi un fronte deciso e compatto contro i privilegi dei pubblici ministeri? La possibilità strategica é semplice: mandiamo a Firenze un nuovo procuratore che possa far incagliare il sindaco - segretario Pd in uno scoglio di natura penale, e se non sarà possibile incastrare lui, é sufficiente irretire uno del suo entourage, o anche un politico che s'é alleato con lui per portare avanti la riforma. Potrebbe essere il pluripregiudicato Berlusconi, da irretire in un nuovo caso, o anche un suo seguace di rango.

 Mettendo il bastone penale tra le ruote dell'ingranaggio, l'establishment giudiziario - politico é salvo. Da cosa nasce cosa. Intanto mandiamo il nuovo procuratore a Firenze.