In cuor suo, forse lo sapeva, il buon Oreste Alagna, che il suo posto nella giunta guidata dal sindaco Giulia Adamo a Marsala non era definitivo. In cuor suo lo sapeva Antonio Provenzano che, liquidato l’Ato Terra dei Fenici, non sarebbe rimasto con le mani in mano. E così c’è un mini rimpasto in giunta. Fuori Oreste Socrate, dentro Antonio. Manca solo l’atto ufficiale per l’entrata in giunta di Antonio Provenzano, uomo di fiducia del sindaco Adamo, alle amministrative si candidò arrivando come secondo dei non eletti. Provenzano entra in giunta al posto di Oreste Alagna, che a sua volta prese il posto del dimissionario Giovanni Sinacori. Provenzano fino a qualche settimana fa era liquidatore dell’Ato Terra dei Fenici, piazzato lì proprio dal sindaco Adamo. Assieme a lui tra i liquidatori dell’Ato c’era Francesco Tumbarello (che per il sindaco è un po’ pigro) andrà invece nel collegio dei revisori dei conti delle nuove Srr. Tutti felici. Anche Oreste Alagna che quando ha ricevuto la delega assessoriale non si è dimesso da consigliere comunale. Forse lo sapeva che non sarebbe durato tanto. A Palazzo VII Aprile torna buono buono Alagna, che in giunta ha dato carta bianca a tutti gli altri nel corso di Marsala Città Europea del Vino, che oltre ad essere un evento turistico, doveva essere anche un evento di forte impatto agroalimentare. Settore di cui Alagna aveva la delega all’interno della giunta, ma poco si è sentita la sua voce. E chissà quale sia stato il motivo della decisione del sindaco Adamo. Certo politicamente non cambia nulla. Udc era Alagna, Udc era Provenzano. Cambia qualcosa dal punto di vista tecnico. Provenzano, oltre alle Attività produttive e Agricoltura ereditate da Alagna, avrà la delega sui rifiuti, vista l’esperienza maturata all’Ato.
Nessuno è stato interpellato dal sindaco, neanche il Pd, come ha detto il consigliere Nicola Fici. E neanche il Megafono, da quanto dichiara Michele De Maria, che sotto sotto lo volevano un posto in giunta. "Smentisco categoricamente che Provenzano sia collegato o gradito politicamente al Megafono", scrive in una nota De Maria. "Pertanto, nessun riconoscimento da parte del Sindaco al Megafono né tanto meno al sottoscritto poiché niente è stato chiesto né concordato. Si esprime, invece, viva preoccupazione per la crescente confusione che si registra nella gestione della giunta comunale che, a parere dello scrivente, non è più in grado di fornire adeguate risposte ai reali bisogni della collettività marsalese".
A proposito di consiglio comunale, giovedì si è tornati a Sala delle Lapidi per la prima seduta del 2014. E non si poteva non parlare delle vicende giudiziarie che riguardano anche il sindaco Giulia Adamo, indagata nell’inchiesta sulle spese pazze all’Ars. In consiglio comunale da più parti è arrivata anche la richiesta di una verifica politica. Insomma, se ci sono i numeri per andare avanti.
Sulla vicenda giudiziaria che sta interessando l’ARS e sulla presa di posizione del segretario comunale del Partito Democratico Alberto Di Girolamo e le successive “note stampa” da parte dei due assessori comunali Vinci e Genna e dell’onorevole Antonella Milazzo, sono intervenuti diversi consiglieri comunali: Pino Milazzo, Salvatore Di Girolamo, Walter Alagna, Giuseppe Carnese, Rosanna Genna, Michele De Maria, Antonio Augugliaro, Antonio Putaggio, Guglielmo Anastasi, Arturo Galfano, Giuseppe Cordaro, Nicola Fici, Ginetta Ingrassia e lo stesso presidente Vincenzo Sturiano.
Quasi tutto hanno sfoderato parole garantiste. Ossia che si tratta di una vicenda grave, ma che bisogna avere fiducia nel lavoro della magistratura palermitana e che nessuno, in aula, può sostituirsi ai giudici, anche perché i politici indagati non hanno ancora avuto modo di chiarire le loro posizioni, cosa che avverrà a partire dai prossimi giorni quando verranno ascoltati dalla Procura palermitana.
Intanto il sindaco Adamo non sembra avere nessuna intenzione di andare in consiglio comunale a riferire sulla sua posizione e sulle scelte politiche che sono state prese. E questa non è una novità, quella di snobbare Palazzo VII Aprile.
Sull’indagine in corso ha preso la parola il consigliere del PD, Nicola Fici. Fici ha cercato di riassumere la presa di posizione della segreteria politica cittadina, rimarcando che, a livello nazionale, il PD ha una propria linea che, sostanzialmente, vuole che “chi viene coinvolto in vicende giudiziarie dovrebbe fare un passo indietro o, quanto meno, accettare un confronto per cercare di chiarire la propria posizione, in attesa di quella che poi sarà la decisione della magistratura”. “L’auspicio del Partito Democratico –ha concluso Fici- è quello di procedere ad un dibattito serio, ad un confronto a 360 gradi, con l’invito rivolto al Sindaco di rivedere subito il suo pesante giudizio su quei consiglieri del PD e di altri partiti della maggioranza che, in tema di bilancio e di approvazione del piano triennale delle opere pubbliche hanno fatto scelte precise e contrarie ai piani dell’Amministrazione Comunale”. In maggioranza non mancano le liti.
Ginetta Ingrassia ha difeso il sindaco Adamo, stigmatizzando il comportamento del Pd sottolineando che, in effetti, in consiglio comunale, l’Amministrazione Adamo non ha quasi mai avuto il PD come alleato partner, in particolare nel momento dell’approvazione del bilancio. Ha aggiunto che, se ha una visione moralistica come afferma, il Segretario comunale del PD può richiedere le dimissioni dei due assessori che rappresentano il partito in giunta ed ancora che l’onorevole Milazzo, dopo quanto detto, se vuole essere consequenziale, dovrebbe presentare subito una proposta di legge per chiedere l’abolizione degli innumerevoli privilegi che hanno i deputati regionali. “I cittadini sono stanchi di sentir parlare di etica e di morale, vogliono realmente i fatti”, ha concluso Ingrassia.
Antonio Putaggio ha chiarito che lui e il consigliere De Maria hanno operato sin qui in un certo modo non perché erano (o sono) in cerca di un posto in giunta, ma soltanto perché non hanno condiviso certe scelte dell’Amministrazione ed ha contestato in particolare i criteri usati nell’erogazione dei contributi ordinari e straordinari alle società sportive. Ha definito infelice la decisione di chiudere la tribuna dello stadio comunale proprio in questo periodo dell’anno (quando i campionati di calcio volgono al termine) e che la stessa andava rinviata a fine stagione.
Arturo Galfano ha auspicato che il sindaco Giulia Adamo possa uscire a testa alta dall’inchiesta che la vede coinvolta, sottolineando che il suo gruppo, che da tempo ha richiesto una verifica politica, rimane nella maggioranza, ma voterà gli atti, di volta in volta, con senso.
Guglielmo Anastasi, in merito alla “Rimborsopoli siciliana” ha scisso i due aspetti della vicenda che riguardano i deputati all’ARS: quelli di carattere penale da quelli etico-sociali, che interfacciano i politici con i cittadini e l’elettorato. Anche Anastasi ha auspicato che il sindaco venga presto a chiarire a Sala delle Lapidi la sua posizione. Intanto Vito Umile, prima di tutti, ha comunicato che, “constatata la volontà dell'Amministrazione comunale di non cercare alcun chiarimento, anche umano prima ancora che politico, successivamente all'approvazione così travagliata di atti importanti per la vita della Città quali il bilancio ed il piano delle opere triennali, ha maturato la decisione di lasciare il gruppo Coraggio e Passione, riconsiderare - se necessario - la sua posizione all'interno del civico consesso e dichiarare la sua indipendenza, continuando a valutare i singoli provvedimenti ed a regolarsi di conseguenza”.
Intervenendo per ultimo il presidente Vincenzo Sturiano ha rimarcato che, sin qui, “il Consiglio Comunale ha saputo lavorare bene quando c’era da lavorare e che l’importante è sempre non dare messaggi negativi ai cittadini che assistono alle sedute anche attraverso le registrazioni televisive”.