Una manifestazione di popolo straordinaria, quella di ieri a Salemi. Così massiccia e combattiva non si vedeva da anni. Dai tempi delle lotte per la ricostruzione dopo il terremoto. O da quando il mondo contadino, il ceto sociale più vivace e consapevole della società salemitana, si mostrava sempre mobilitato nel rivendicare diritti e miglioramenti economici. Altri tempi, si dirà. Ecco perché ha destato stupore il successo dell’iniziativa lanciata dalla locale sezione della CNA, la Confederazione Nazionale Artigiani, guidata dagli instancabili Nino Caradonna e Gianni Armata. Che per l’occasione si sono fatti carico anche delle problematiche, non solo di quelle di categoria, di tutta la cittadinanza. Già. Perché una delle tante anomalie da cui è afflitta da tanto tempo la città di Salemi è la presenza di un autentico sindacato. Assente da anni la Cgil, per il resto tutto è affidato ad una mera attività di assistenzialismo. Previo, però, il pagamento di quote abbastanza corpose di tesseramento. Ma anche con l’esborso di contributi straordinari quando il lavoratore ottiene la sudata pensione. Una antica prassi, questa, ereditata da cattivi maestri, difficile da sradicarsi. E’ noto infatti che l’assistenza dovrebbe essere erogata gratuitamente. All’appuntamento in Piazza Libertà hanno risposto in tantissimi. Forte anche la presenza femminile. Una partecipazione eccezionale, che ha sorpreso qualcuno, ma non certamente noi. Da tempo abbiamo percepito il sentire comune e gli umori della gente. La misura è colma, detto in estrema sintesi. Ieri hanno voluto dare un segnale chiaro ed inequivocabile. E lo hanno detto in certi momenti anche con una legittima rabbia. Magari sbagliando bersaglio. Attribuire colpe ai Commissari che non hanno sarebbe un grave errore. Ma avviare una battaglia per un fisco più giusto, riteniamo che sia non solo necessaria ma anche giusta. Dopo una sosta in piazza attorno ad un gazebo allestito per una raccolta di firme, il corteo di oltre 700 persone si è finalmente avviato verso la meta finale, attraversando la centralissima Via Amendola, per raggiungere la sede dei Commissari prefettizi. I negozi della “strata mastra”, come gran parte degli esercizi commerciali di tutta la città, erano sbarrati. Dei quattro supermercati esistenti però, solo il Carrefour ha aderito, non solo chiudendo i battenti, ma con la partecipazione del personale al completo e della titolare. I manifestanti si sono alla fine impossessati pacificamente della piazza Lampiasi. In una cornice dominata dall’esuberante barocco del Collegio, sono rimasti in attesa che la delegazione, composta da Rosario Scardino : dirigente regionale della CNA, Paolo Amato presidente provinciale CNA, Luigi Giacalone , segretario provinciale CNA Nino Caradonna presidente CNA Salem, Angelo Gisone, vice presidente CNA Salemi, Salvatore Grillo, presidente dell’Associazione “pro Centro Storico , e infine Vita Maria Grispi e Elena Gruppuso in rappresentanza dei semplici cittadini, scendesse giù a riferire l’esito dell’incontro. Nel corso dell’incontro, molto interessante e toccante è stato l’intervento della signora Grispi. “Mi preme comunicare”- ha detto con molta efficacia e chiarezza- “il disagio e la sofferenza economica che i cittadini salemitani, alla luce dell'applicazione delle nuove aliquote IMU e TARES, vivono sulle proprie spalle e avvertono tale peso come un fardello troppo pesante da sostenere. Chiediamo al Commissario, rappresentante dello Stato, di tendere una mano alla popolazione! Un gesto semplice, attuabile in breve tempo, privo di politichese ma ..efficace. “Ci vuole poco- ha concluso magistralmente- “per ridare speranza a tutti, basta limare qualche percentuale, dimostrare che c'è la volontà istituzionale di aiutare concretamente il cittadino onesto che oggi ha sentito il dovere di partecipare in prima persona alla "Cosa Pubblica". Crediamo, e ce lo auguriamo, che l’appello sia entrato nelle corde del Prefetto. Intanto giù dalla piazza salivano alcuni fischi e qualche “buffone”. Qualcuno aveva fatta circolare la voce su un presunto diniego da parte del Commissario Basile di incontrarsi con la cittadinanza. Il “sit in” si è sciolto solo quando è stato lo stesso Prefetto, sulla soglia della sede della Polizia Urbana, a fissare un prossimo incontro pubblico per il giorno 28 del mese alle ore 18,00, presso la sala del Castello. In quella sede dovrà rispondere in merito al lungo cahier de doleance, lasciatogli sul tavolo dai rappresentanti dei manifestanti. Si tratta di un corposo elenco di richieste. Vengono chieste agevolazioni sulla TARI 2014, tenendo conto delI’ISEE del nucleo familiare e la sospensione delle bollette Tares dell’anno 2013; l’esenzione della TARI 2014 E TARES 2013 per i locali artigianali, dove si producono rifiuti speciali in possesso di contratto con ditte autorizzate per lo smaltimento; la riduzione della TARI per la raccolta differenziata e smaltimento tramite compostiera e in base alla capacità contributiva delle famiglie (Isee); la revisione delle tariffe e delle aliquote adeguate alla realtà locale; l’applicazione riduzionaIe della Imposta Unica Comunale (TASI, TARI E IMU) previste dalla legge di stabilità 2014; la rivisitazione del valore degli immobili in base al valore di mercato e seguito della riforma del catasto; l’applicazione dell’aliquota IMU e TASI ai valori minimi; la riduzione degli oneri di urbanizzazione per cambio di destinazione d’uso in esercizi commerciali nel centro storico; l’ottimazzazione dello sportello unico per le imprese; la riduzione dell’addizionale comunale; lo snellimento delle pratiche; il sostegno ai consorzi FIDI per l’accesso al credito agevolato ed infine la questione delle insegne e delle tabelle. Si chiede la prevenzione per la regolarizzazione della loro istallazione piuttosto che la repressione con le multe, come avvenuto negli scorsi giorni. “Ovviamente, ci ha detto ilpresidente Nino Caradonna, “la nostra vertenza continua.
Il successo di oggi deve essere solo l'inizio di una mobilitazione che dovrà proseguire, perché solo non mollando la mobilitazione potremo riuscire a conquistare quando ci devono, riconquistando la dignità che ci spetta e che ci vogliono sottrarre.”
Franco Lo Re