Partita la corsa alla leadership del Pd siciliano: i termini per presentare le candidature scadranno alle ore 20 di sabato prossimo. Così ha deciso la direzione regionale che si è riunita ieri sera a Palermo e che si è conclusa con l'approvazione del regolamento che porterà alle primarie del 16 febbraio.
Nonostante lo sforzo dichiarato di Faraone di lavorare a una soluzione unitaria, in realtà, ogni componente è già all'opera per preparare una propria candidatura alla segreteria regionale, badando bene a tenere coperti i nomi di eventuali outsider, per evitare di bruciarli. Non ha fatto mistero di avere dato la propria disponibilità il cuperliano Provenzano, collaboratore dell'assessore all'Economia, Bianchi. Ma la stessa componente potrebbe puntare sul'ex-parlamentare nazionale, Russo.
La candidatura unitaria che, invece, avrebbe in mente Faraone sarebbe quella di Spicola, una "renziana" della prima ora. Ma anche l'uscente, Lupo, sarebbe pronto a ricandidarsi. «Anch'io propendo per una candidatura unitaria - ha sottolineato Crocetta -, ma non mi dispiacerebbe un confronto aperto tra diversi candidati, com'è accaduto a livello nazionale. Se il segretario deve essere unitario, deve esserlo veramente e lavorare in concordia con il governo».
Crocetta ha ribadito di aver già trovato un'intesa sul rimpasto di Giunta con gli alleati minori - Articolo 4, Drs e Megafono -, ma non ancora con Pd e Udc con i quali il dialogo rimane difficile dopo gli avvisi di garanzia che hanno investito i deputati dell'Ars. «Avvisati» in Giunta il presidente della Regione non ne vuole, al di là delle singole responsabilità che verranno accertate dalla magistratura. E questo veto pesa come un macigno. «Se Crocetta fosse stato deputato nella scorsa legislatura probabilmente sarebbe indagato anche lui - ha rilevato l'ex-capogruppo, Cracolici, pure lui tra gli avvisati -. Epperò, se i parlamentari non sono buoni per stare in Giunta, non sono buoni neanche per stare in maggioranza».