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18/01/2014 06:40:00

Carabinieri dalla "mano pesante" a Pantelleria. Ministero Difesa "responsabile civile"

"Ministero della Difesa responsabile civile". E’ quanto ha deciso il Tribunale di Marsala (presidente Sergio Gulotta), accogliendo la richiesta di uno dei legali delle "parti lese", nel processo che vede imputati sette carabinieri (tra i quali anche il capitano Dario Solito, ex comandante della Compagnia di Marsala, accusato di omessa denuncia) per le violenze che sarebbero state commesse, nel 2011, nella caserma di Pantelleria, su persone fermate per controlli di rito. Inizialmente, i carabinieri coinvolti erano tredici. Poi, però, sei di loro, accusati di omessa denuncia, furono assolti dal gup Vito Marcello Saladino, che invece mandò sotto processo il maresciallo Claudio Milito, accusato di aver avuto "mano pesante" assieme a Luca Salerno, Lorenzo Bellanova, Rocco De Santis e Stefano Ferrante. Per omessa denuncia, inoltre, furono rinviati a giudizio anche il capitano Dario Solito, ex comandante della Compagnia di Marsala, e il maresciallo Giuseppe Liccardi, che all’epoca dei fatti era comandante della stazione dell’isola. Per Milito, Salerno, Bellanova, De Santis e Ferrante, a conclusione dell’indagine, fu disposto il divieto di dimora a Pantelleria. La Procura aveva chiesto addirittura l’arresto. Per i sei carabinieri della stessa stazione, processati con rito abbreviato e assolti dal gup Saladino, il pm aveva chiesto la condanna a 4 anni di carcere. L’indagine fu avviata a seguito della denuncia di un marsalese, Vito Sammartano, 42 anni, cuoco, che d’estate si trasferisce a Pantelleria per motivi di lavoro. "Sono stato fermato ad un posto di blocco e condotto in caserma verso le 4 del mattino – ha raccontato Sammartano - e dopo l’alcoltest, a cui, seppur di poco, sono risultato positivo, sono stato massacrato di botte". Nel corso dell’inchiesta, condotta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura, sono poi emersi anche altri episodi dello stesso genere, tanto che la Procura diretta da Alberto Di Pisa ha individuato una decina di <parti lese>. Due le parti civili, rappresentate dall’avvocato Gaetano Di Bartolo. Le accuse a vario titolo contestate vanno dalle lesioni al sequestro di persona, dal falso in verbalizzazioni all’omissione di atti d’ufficio e di denuncia e favoreggiamento.



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