Domani è il gran giorno. Torna a casa l’Auriga di Mozia. Dopo oltre due anni di viaggi su e giù per il globo la preziosa scultura rientra al suo museo dell’Isola di Mozia, di proprieta della Fondazione Whitaker.
Non fa sosta a Marsala, al Museo Archeologico Baglio Anselmi, come volevano in tanti. Dal consiglio comunale al sindaco Giulia Adamo, al deputato regionale Antonella Milazzo.
“Ed è giusto che il Giovinetto torni a Mozia”, dice Lorenzo Nigro, membro del cda della Fondazione e docente di archeologia alla Sapienza di Roma. “Stiamo parlando di una scultura dal valore notevole perchè è un’originale di epoca greca, diversamente da molte altre che sono delle copie fatte dai romani nelle epoche successive - spiega Nigro. L’opera è stata realizzata da un artista greco ma ha un suo senso straordinario a Mozia perchè nella fase finale della vita di questa città, prima fenicia e poi cartaginese- punica, c’è una grandissima commistione con la grande cultura siciliota, perchè anche i moziesi hanno probabilmente un loro re che ha bisogno di rappresentare la sua grandezza attraverso questa statua che rappresenta gli eroi di quel tempo, che erano gli aurighi. E questa statua rappresenta, a proposito della mescolanza di prima, anche il dio fenicio della città Melcart o Eracle nella visione greca. Quest’opera era proprio esposta nel tempio principale della città, quindi l’archeologia e il luogo di rinvenimento sono insiti nella statua, per questo è importante che resti a Mozia”. Per Nigro non si può ignorare la storia dell’Auriga di Mozia, battezzata così dall’archeologo Vincenzo Tusa, e “soltanto chi voleva far propaganda politica poteva pensare alla sciocchezza di trasferirla in altre sedi. E’ assolutamente ridicolo paragonare Marsala con Mozia. Marsala ha i suoi capolavori. ”. Invece di perdersi in discussioni inutili e propagandistiche, dovute alla scarsa conoscenza storica, bisogna invece conoscere e far conoscere meglio Mozia. Io posso dire che abbasseremo il costo del biglietto per consentire ai cittadini della provincia di visitare ancora di più le opere”. Quindi per la fondazione l’ipotesi Baglio Anselmi è praticamente chiusa. “Di solito queste idee vengono d’estate, col caldo, stavolta invece sono stati i troppi panettoni a far pensare a questa possibilità. Festeggiamo quindi il ritorno dell’Auriga perchè se n’è sentita la mancanza”. In termini di perdite si parla di 200 mila euro in meno. “Se si vuole far vedere l’Auriga, bene, ne è stata realizzata una copia identica da un equipe tedesca, e questo eviterebbe viaggi pericolosissimi a una scultura unica dell’antichità. I nostri beni culturali, quelli Siciliani, devono essere valorizzati, coinvolgendo gli stranieri, non dando via le opere ma facendoli venire da noi”.
L’Auriga torna al Museo di Mozia che però, come sottolinea il presidente di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna, avrebbe bisogno di alcuni accorgimenti. “La sala dove si trova il Giovinetto infatti comunica con l’ingresso ed è continuamente soggetta ai flussi d’aria marina, che sull’antica pietra marmorea non dà effetti benefici”. In questo senso la Fondazione, in accordo con l’assessorato regionale ai Beni culturali, sta valutando di creare una sorta di camera di isolamento intermedia alla sala dove viene esposta l’Auriga. Il tempo è scaduto però, perchè domani la statua torna al suo posto. “Ma perchè non ci hanno pensato prima?” si chiede ancora Zanna. La direttrice del museo, Maria Enza Carollo, spiega che questo problema è sul tavolo della Soprintendenza ai beni culturali di Trapani, “però è stata fatta una perizia da parte di un esperto proveniente dai Musei Vaticani ed è stato detto che l’Auriga non subirebbe danni per cause ambientali. I danni li provocano però i continui spostamenti”.