Alla fine l’Auriga di Mozia torna a casa sua, a Mozia appunto. E non fa sosta a Marsala.
La preziosa scultura del Giovinetto da oltre due anni è stata sballottata da un continente all’altro. Prima a Londra, dove è stato esposto al British Museum in occasione delle Olimpiadi del 2012. Poi degli Stati Uniti, al Getty Museum di Los Angeles, e al “Museum of Art” di Cleveland.
Mentre il Giovinetto veniva ammirato in tutto il mondo, qui da noi, impazzavano le polemiche per i prestiti delle nostre opere che svuotavano i musei siciliani, e le loro casse. Sui continui prestiti delle opere siciliane l'assessore regionale ai Beni Culturali Maria Rita Sgarlata aveva dato la colpa a chi l'ha preceduta, Antonino Zichichi.
Adesso, giovedì, l’Auriga torna alla corte della Fondazione Whitaker, proprietaria dell’Isola dello Stagnone, dove la statua fu trovata. “Ed è giusto così”, dice Lorenzo Nigro, consigliere d’amministrazione della Fondazione. “Mozia non è antagonista di Marsala, ma è una ricchezza per il territorio, oltre a essere una vetrina internazionale”. Perchè in questi mesi erano state tante le voci che volevano il Giovinetto in mostra al Museo Baglio Anselmi di Marsala. In consiglio comunale se n’è parlato spesso, singoli consiglieri e anche la commissione turismo. Anche il sindaco Adamo ha spinto per portare a Marsala la preziosa scultura di scuola fidiana, datata tra il 470 e il 450 a.c., e che quando si era appresa la notizia, quest’estate, che il Giovinetto avrebbe fatto un altro viaggetto a Cleeveland, aveva preso carta e penna e scritto al presidente della Regione Rosario Crocetta. Anche il deputato regionale del Pd Antonella Milazzo, in questi giorni, aveva fatto intendere che c’era la possibilità di una sosta del Giovinetto al Baglio Anselmi. Invece non è così, era nell’aria, sì, ma decide la regione e la regione ha deciso che si torna a Mozia.“Anche perchè - dice sempre Nigro - Mozia, a causa dell’assenza del Giovinetto, ha perso la metà del suo introito normale, con danni enormi e non soltanto dal punto di vista economico, che è relativo all'intera economia dello Stagnone, ma proprio per un calo d’immagine”.
Che non avrebbe fatto regali, la Fondazione, l’aveva fatto capire con altri due membri del Cda, Renato Albiero e Fabio Virdi, che sul Corriere definivano il possibile trasferimento al Baglio Anselmi come l’ennesimo scippo, col rischio che la nostra preziosa statua si fermi ancora chissà per quanti mesi fuori Mozia moltiplicando i danni finora subiti”. E i danni per il segretario generale della Fondazione Enza Carollo ammonta a 200 mila euro l’anno. In questi 2 anni e mezzo di assenza del Giovinetto, spiega Carollo, chi arrivava all’imbarcadero per l’isola si informava e non partiva più. “La Regione pensava di mandare in giro per il mondo questo gioiello per accendere interesse e fare approdare turisti da Londra o Los Angeles. Nemmeno uno”. E per Nigro “l’auspicio è che l’opera non solo non vada più via, ma che venga usata per fare conoscere bene Mozia, comincindo a lavorare per farne un Polo di attrazione turistico immenso, che esalti la sua storia e la sua collocazione, così come la Fondazione ha cercato di fare”.
La statua dovrebbe tornare a Mozia già il 16 gennaio. Ma quanto rimarrà dalle nostre parti?