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13/01/2014 13:37:00

Festa ad Alcamo per l'ordinazione di quattro nuovi preti

 I giovani e i poveri sono le voci più vive attraverso cui il popolo di Dio manifesta i suoi desideri e le sue speranze. A farsi portavoce della “voce del popolo di Dio” della Chiesa di Trapani, delle sue attese di autenticità e rinnovamento, è stato il vescovo Pietro Maria Fragnelli, nel corso dell’ omelia, pochi minuti prima che avesse inizio il rito di ordinazione dei quattro diaconi, Fabio Angileri, Giuseppe Bruccoleri, Boniface Nkurunziza e Fra Sergio Farcas. Una concelebrazione intensa e molto partecipata che ha riempito le navate della Chiesa madre di Alcamo.

“In questo momento, le nuove generazioni di Alcamo e di tutta la Diocesi si rendono conto che il Vescovo e la Diocesi, con l’ordinazione sacerdotale, stanno rivolgendo loro non una semplice lettera di incoraggiamento e di augurio; stanno consegnando loro una risposta scritta nella carne e nel sangue di quattro nuovi preti”. Non li consegniamo come eroi, aveva detto prima il vescovo, ma come persone in carne ed ossa con i loro limiti ma anche con la forza del loro coraggioso “si” per sempre a Dio. “E voi, poveri di questa nostra diocesi – ha continuato il vescovo - voi presenti e soprattutto voi assenti – purtroppo spesso nelle nostre chiese i poveri sono assenti! – voi, poveri, avete una voce potente sul cuore di questi ordinandi: la vostra voce si è levata forte ed essi hanno riconosciuto - nella vostra voce - Gesù che li chiamava. In voi – poveri di ogni forma di povertà – Gesù è presente e chiama alla vita nuova, al cambiamento radicale. Camminando con voi troveranno la scommessa vincente sul senso e sulla bellezza della vita. Per il vescovo i poveri non rappresentano “la difficoltà” della società e della chiesa ma invece la porta per uscire dalla crisi. “Grazie a voi, poveri, noi tutti troveremo la porta per uscire dalle difficoltà morali ed economiche del nostro tempo. Voi sarete i primi alleati non solo di questi quattro sacerdoti che oggi ordiniamo, ma di tutta la nostra diocesi trapanese. A me Vescovo e a voi poveri confido il sogno di un santo vescovo pugliese, don Tonino Bello, che il 7 maggio 1987 scriveva ad un giudice: “Spero di incontrarla ancora… magari per qualche lascito testamentario in cui un prete mi nomini finalmente erede universale dei suoi debiti, contratti per aiutare i poveri. Quel testamento lo accetterò immediatamente”. Tra le voci più genuine che rappresentano insieme la freschezza della vita giovane e della povertà radicale, il vescovo Fragnelli ha citato le monache di clausura dei monasteri di Alcamo: “Le nostre parrocchie si ammalerebbero di attivismo sterile e deformante se voi non ci richiamaste continuamente alla vita interiore. Voi ci aiutate a scoperchiare i tetti della quotidianità - così spesso soffocante - e ad accorgerci che il Figlio di Dio ha aperto i cieli e continua a tessere con noi un misterioso dialogo”. Infine il richiamo ad ascoltare il sussurro forte della voce di Dio: “Usciremo da questa chiesa, che porta l’eco dei secoli, cercando di metterci in ascolto della tua voce misteriosa e gioiosa, che ci ha convocati da tutta la Diocesi, dalla Romania e dal Rwanda. Cercheremo con Papa Francesco di spenderci per l’inclusione sociale ed ecclesiale dei poveri, per il dialogo e la pace a tutti i livelli”.