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13/01/2014 06:35:00

Omicidio Anastasi, parla la sorella di Purpura. Truffa: a giudizio tre dipendenti pubblici

Giovanna Purpura, che si trova attualmente in carcere perchè imputata dell'omicidio di Maria Anastasi, sarebbe stata picchiata in carcere, al San Giuliano, reparto femminile, dove è attualmente detenuta da più di un anno. In particolare, sarebbe stata picchiata da una donna romena a luglio. La notizia è emersa  a margine dell'ultima udienza  del processo per l'uccisione di Maria Anastasi (4 Luglio 2012).  Purpura è chiamata a rispondere insieme con l'amante, Salvatore Savalli, marito della vittima, dell'accusa di omicidio. Ma lei sostiene che ad uccidere Maria Anastasi è stato l'amante, senza alcuna sua collaborazione. Emerge, dal processo, il quadro di una donna, Giovanna Purpura, anche lei vittima delle violenze degli uomini. Per dieci anni sarebbe stata ripetutamente maltrattata dal suo compagno, un uomo violento alcolizzato. «Lei subiva in silenzio e non denunciava», ha raccontato  la sorella, Laura, chiamata a deporre nell'ambito del processo. «Se le dicevo di andare dai carabinieri mi rispondeva che dovevo farmi gli affari miei». Alla fine si decise a denunciare, ma dopo un anno tornò dal suo compagno. «Lui gli disse che era cambiato e lei lo credette. Mi chiese anche di ritrattare ciò che avevo detto ai carabinieri. Mi rifiutai e le dissi di non cercarmi più». Ma presto la Purpura avrebbe scoperto che il suo compagno non era cambiato. Anche con Savalli la situazione non sarebbe stata migliore. Giovanna Purpura ha denunciato dei maltrattamenti. Ma di ciò la sorella non è in grado di riferire. «L'ho rivista solo dopo che venne arrestata». A San Giuliano, la Purpura avrebbe subito angherie dalle altre detenute. Una compagna sarebbe arrivata ad aggedirla e la Procura ha avviato un'indagine. «Abbiamo chiesto di trasferire la signora Purpura altrove ma non è stato fatto», dice l'avv. Elisa Demma. Il 13 febbraio Savalli e Purpura saranno sentiti dai giudici.  

TRUFFA. Tre dipendenti regionali, Francesco Buscaino, Gaetano Di Stefano e Mario Agliastro, rispettivamente di 57, 41 e 63 anni, in servizio presso l'Ispettorato Provinciale dell'Agricoltura di Trapani, sono stati rinviati a giudizio con l'accusa di concorso in truffa. Si sarebbero indebitamente assentati dal posto di lavoro. 
Il provvedimento è stato disposto dal giudice per le udienze preliminari Antonio Cavasino su richiesta della Procura della Repubblica.
Secondo l'accusa, nel periodo intercorrente tra gennaio 2011 e febbraio 2013, Buscaino e Di Stefano sarebbero ripetutamente arrivati in ritardo in ufficio. Agliastro avrebbe provveduto mediante l'uso di due tesserini contraffatti, costituiti da fotocopie dei documenti di riconoscimento dei colleghi, montanti su un supporto plastico, a timbrare i cartellini facendo così risultare fittiziamente la presenza di Buscaino e di Di Stefano in ufficio.
Una condotta che avrebbe consentito ai due dipendenti pubblici di conseguire un ingiusto vantaggio percependo compensi per attività lavorativa in realtà non svolta. Gli uffici avrebbero infatti erogato l'intera busta paga non tenendo conto delle temporanee assenze dei dipendenti sul posto di lavoro.
Nel corso delle indagini sarebbero stati accertati ripetuti casi. L'apertura del processo è fissata per il prossimo 2 aprile. Il dibattimento sarà presieduto dal giudice Caterina Brigone. Buscaino, Di Stefano ed Agliastro saranno assistiti dagli avvocati Angelo Galati, Roberto Malato, Salvatore Ciaravino e Giuseppina Montericcio, del Foro di Trapani. 

STAlKING.  Si apre oggi a Trapani il processo che vede imputata una donna accusata di stalking. Perseguitava l'ex compagno, chiamandolo anche 50 volte al giorno, con frasi del tipo: "O con me o con nessun'altra".  A. S., di Erice oltre alle telefonate si appostava sotto casa dell'ex, lo inseguiva, lo insultava e lo minacciava ("Ti ammazzo con le mie mani, ti faccio finire al cimitero"). Simili condotte anche nei confronti della rivale in amore, frequentata dal suo ex compagno.  In mezzo ci sono anche delle figlie minori della coppia, affidate dal Tribunale dei Minori alla nonna paterna:  la donna avrebbe tentato di vedere le bimbe fuori dagli orari consentiti. Ma la sua violenza si sarebbe scagliata anche contro le figlie. In un'occasione provocò ad una delle due figlie contusioni al viso ed alla spalla sinistra.L'imputata sarà assistita dall'avvocato Loredana Saladino.

 



Giudiziaria | 2024-07-23 17:32:00
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 Seppur con la riqualificazione di alcuni capi d’imputazione in reati meno gravi, o con l’esclusione di qualche aggravante, il Tribunale di Marsala, ha condannato tutti i sette imputati del processo con rito ordinario scaturito...