Anche per questa domenica il nostro portale vi propone l'appuntamento con il ricordo settimanale di Don Andrea Parrinello, il grande personaggio sportivo che dal dopoguerra fino agli anni 70 ha rappresentato il principale punto di riferimento per tutti i giovani marsalesi che si sono avvicinati al mondo del calcio, creando un vivaio di giovani calciatori che si sono affermati sia nei tornei giovanili che in molte squadre dilettanti e professioniste. Un comitato nato appositamente e formato da Salvatore Lo Grasso,
Emanuele Parisi, Totuccio Cardinale e Rino Bonomo, continua a ricordarlo con una raccolta di racconti e testimonianze che il nostro sito si è impegnato a pubblicare. Eccovi il nuovo:
Episodio raccontato da Parisi Vito nato a Marsala il 18.11.1944. Ha giocato nell’Olimpia dal 1962 al 1964.
Nel 1960 avevo 16 anni, proprio l’età giusta in cui tutti i ragazzi, tranne le dovute eccezioni si capisce, pensano esclusivamente a soddisfare i propri desideri, come i giochi preferiti, le compagnie più piacevoli, le prime particolari esperienze. Insomma a quell’età è ancora lecito non preoccuparsi eccessivamente delle difficoltà che il lunedì può procurarti. E’ ancora lontano il tempo in cui ti assilleranno i problemi seri del lavoro, del guadagno, delle tasse, della pazienza di cui dovrai disporre per non dispiacere i clienti, a volte incontentabili, di tutto quanto comporta la permanenza in una società in cui, se vuoi rimanerci, devi farti largo a forza di gomiti e con ogni mezzo, in casi eccezionali anche non del tutto leciti. Come dicevo, a quell’età non ci si preoccupa di tutto ciò. La mia unica grande passione, che in verità continua ancora adesso, era il gioco del calcio. Giocavo nella categoria ragazzi, squadra giovanile del quartiere Porticella di Marsala, era l’anno 1960, finimmo il campionato arrivando a metà classifica. L’anno successivo, sempre nella categoria allievi, ho giocato in una squadra più blasonata “L’Europea“ quella che insieme alla Garibaldina, presieduta dall’appassionatissimo Sig. Antonino Rallo (meglio nell’ambiente conosciuto come Mazzu di ciuri) insidiava maggiormente il primato all’Olimpia, il cui direttore tutto fare era il compianto Don Andrea Parrinello, che deteneva il record dei campionati vinti; cioè tutti quelli disputati dal 1949. Don Andrea Parrinello era una persona eccezionale. Conosceva le tecniche del calcio come nessun altro. Era bravissimo nel selezionare i ragazzi che riteneva di talento e ancor più bravo nell’assegnare loro il ruolo più adatto. Ciò a cui teneva più di ogni altra cosa era la correttezza, la serietà e il dovere nei confronti del lavoro e dello studio che doveva venire prima di qualsiasi altra cosa. Nel 1962, quando avevo 18 anni, Don Andrea mi venne a cercare personalmente per chiedermi se ero disposto a giocare nella squadra dell’Avanti. Si trattava di una squadra satellite dove militavano ragazzi parecchio bravi ma non sufficientemente tali da potere prontamente giocare nell’Olimpia. Generalmente in quella squadra giocavano allievi di 15 o 16 anni che facevano una specie di tirocinio e che solo dopo, i più bravi, passavano nella squadra dell’Olimpia. Quindi per me, che avevo già 18 anni, non c’era alcuna possibilità. Giocai nell’Avanti da Juniores, disputai un ottimo campionato da titolare. Don Andrea era contentissimo. La mia puntualità negli allenamenti era esemplare, i suoi apprezzamenti nei miei confronti numerosi. Un giorno Don Andrea mi chiese se ero disposto a fargli un grosso favore, gli risposi prontamente che se mi era possibile poteva senz’altro contarci. Si trattava di questo: poiché io lavoravo da falegname, lui mi propose di fornirmi del legname che ricavava da ciò che restava della vecchia tribuna del vecchio stadio di porta nuova ed io, lavorando quel legno, gli avrei restituito qualcosa simile ed una base per zoccoli. Una cosa molto semplice che feci volentieri. Poi lui, con la volontà di chi ha necessità di risparmiare, adoperando le strisce di cuoio dei palloni, messi fuori uso della squadra del Marsala 1912, ne confezionava dei graziosi zoccoli che noi ragazzi usavamo quando facevamo la doccia. Finito il campionato dell’anno 1962/63 erano molti i ragazzi dell’Olimpia Juniores che, ovviamente, non potevano più giocare in tale categoria. Per evitare che il gruppo si disperdesse, venne l’idea comune di presentare una squadra in terza categoria. Così è stato. Il gruppo, grazie alla volontà di Don Andrea che ci raccomandava continuamente di non litigare mai, di volerci bene e di stare insieme il più possibile, era fortissimo; in tutti i sensi. Infatti vincemmo il campionato. L’anno successivo partecipammo nella seconda divisione riscuotendo parecchie vittorie. Per me le cose non andarono molto bene, infatti assistetti a molte partite stando seduto in panchina. Verso la fine del torneo ero completamente ignorato. Protestai energicamente ma è stato inutile. La delusione che ho provata è stata fortissima. Mi convinsi che quell’uomo che tanto stimavo mi avesse tradito. Pretesi e ottenni la libertà di andare a giocare altrove. Insieme con alcuni compagni (Giacomo Bianco e Giacomo Frazzitta) andai a giocare nella squadra del Partanna, dove riconquistai il posto di titolare e successivamente la convocazione per la selezione di una rappresentativa di giovani papabili a partecipare a campionati di categoria superiore. La mia avventura nella squadra dell’Olimpia e i rapporti personali col Sig.Andrea Parrinello si sono conclusi in modo squallido e spaventosamente freddo. Alla persona che mi ha chiesto di raccontare questo episodio avrei potuto raccontare un diverso epilogo. Non sarebbe stato dignitoso e, soprattutto, non sarei stato un buon allievo del Sig. Andrea Parrinello del quale, nonostante tutto, conservo tuttora un’ottima stima e un buon ricordo.
Marsala, lì 28.07.2013
Vito Parisi