Ieri è stata la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Anche a Marsala si sono organizzate diverse iniziative, convegni e poi un corteo. Franceasca Parrinello, presidente dell’associazione La Casa di Venere di Marsala, come è andata la giornata di ieri?
Per la prima volta abbiamo assistito a Marsala alla partecipazione unanime di tutte le associazioni che operano sul territorio per manifestare insieme contro questo bruttissimo fenomeno. Il corteo di ieri è partito dalla stazione fino ad arrivare a piazza della Repubblica. E’ stato un corteo silenzioso culminato con la lettura dei nomi delle donne vittime della violenza maschile dal 2009 a oggi.
Voi lavorate sul territorio e conoscete quindi i diversi casi di violenza sulle donne a Marsala. Com’è lavorare a stretto contatto con queste realtà?
Da circa un anno e mezzo siamo a stretto contatto con donne che hanno subito violenze. Purtroppo i casi sono tantissimi. Non si tratta soltanto di violenza fisica, ma soprattutto psicologica. C’è molto da lavorare, è un fenomeno sicuramente culturale. Non è un problema che possiamo minimizzare pensando che avviene soltanto all’interno delle mura domestiche, perché all’improvviso la relazione non va e allora l’uomo reagisce colpito da un raptus di follia. Non è così. E’ un retaggio culturale.
Cosa si può fare per contrastare?
Il nostro compito non è soltanto quello di accompagnare le donne che decidono di uscire fuori da questo tunnel. Il nostro compito è soprattutto quello di fare informazione e formazione. Stiamo cercando di fare molta informazione all’interno delle scuole. Dobbiamo iniziare a far capire sin dalla giovane età cos’è la violenza, perché i rapporti non devono essere basati sulla violenza ma sul rispetto reciproco. Rispetto della diversità.
Quanto è esteso il fenomeno a Marsala? E’ possibile fare delle stime?
Il fenomeno è abbastanza esteso. Dalle statistiche che noi teniamo da un anno a questa parte le posso dire che circa il 50% della popolazione è interessata. Ed è un dato allarmante. Molte donne non hanno il coraggio di denunciare, quindi vivono nell’anonimato, subendo in silenzio, all’interno delle mura domestiche. Quindi se denunciassero tutte il dato crescerebbe.