Dopo l’11 Ottobre, prima data di mobilitazione studentesca nazionale, la Rete degli Studenti Medi per rimettere l’Istruzione al centro del dibattito pubblico tornerà in piazza oggi venerdì 15 Novembre, non solo per affiancare lo sciopero unitario indetto dai sindacati ma anche e soprattutto in vista del 17 Novembre, giornata internazionale per il diritto allo studio (che tra l'altro quest'anno ricorre di domenica).
La scuola pubblica e il Diritto allo Studio, infatti, sono da anni oggetto di tagli continui, mentre altri Paesi europei investono in istruzione e ricerca, proprio in un momento di crisi economica, in Italia il diritto allo studio sta scomparendo. Le politiche di continui tagli dei precedenti governi hanno ridotto la scuola pubblica in macerie, il diritto allo studio è inesistente, le scuole cadono a pezzi e gli studenti si trovano ad affrontare numerosi problemi per poter studiare. E' per questo che c'è bisogno di un grande investimento sulla scuola pubblica e di una riforma strutturale del sistema scolastico italiano.
Il 15 Novembre quindi quest'anno sarà la data di mobilitazione studentesca internazionale in difesa del Diritto allo Studio, e anche in Sicilia, come nel resto d'Italia, gli studenti si mobiliteranno al grido di “Change the way – Invertiamo la marcia!”, per difendere l’Istruzione Pubblica, per rivendicare diritto allo studio, libero accesso al mondo della cultura, investimenti per le Scuole e per le Università.
Dichiara Leandro Bianco, Coordinatore Regionale della Rete degli Studenti Medi: "Saremo in piazza in tutta la Sicilia con lo slogan "Change the way" perché crediamo che sia arrivato il momento in Italia e in Europa, e io aggiungerei anche in Sicilia, di invertire la marcia, di ripartire dalla scuola e dagli studenti per uscire dalla crisi e per lanciare un nuovo modello di sviluppo. E' ora di smetterla con le politiche di austerità e di rimettere al centro del dibattito politico la pubblica istruzione."
L’attuale governo, nonostante i continui proclami sulla questione giovanile e sulla necessità di investire sulla scuola, continua sulla strada tracciata dai precedenti governi senza una reale inversione di marcia e, con il Decreto scuola e la legge di stabilità, dimostra che l’istruzione e il diritto allo studio non sono affatto priorità del Paese e viene data più importanza alle questioni personali del leader di centrodestra Silvio Berlusconi e al mantenimento delle sue promesse elettorali piuttosto che al futuro dei giovani di questo Paese. Nel Decreto “l’istruzione riparte” vengono stanziati per le scuole medie e per le scuole superiori soltanto 15 milioni di euro a fronte di un welfare studentesco inesistente e di edifici scolastici sempre più fatiscenti. Nella legge di stabilità non è incluso nessun fondo aggiuntivo per il diritto allo studio né per la scuola pubblica, mentre vengono stanziati altri fondi per le scuole paritarie.
"La legge di stabilità e il decreto scuola presentati dal Governo - continua Bianco - non rappresentano la svolta di cui il Paese necessita per uscire dalla recessione e tornare a crescere: per questo in concomitanza con gli scioperi e le manifestazioni indette da CGIL e UIL in Sicilia domani noi studenti scenderemo in piazza esprimendo il nostro sostegno ai lavoratori e chiedendo una reale inversione di marcia per scuola, università e lavoro."
In Italia manca una legge quadro nazionale per il diritto allo studio che garantisca da Nord a Sud a tutti gli studenti le stesse possibilità, definisca i LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni) che ogni Regione deve obbligatoriamente fornire, assicurando per tutti la gratuità dei trasporti scolastici, dei libri di testo e del corredo scolastico, spazi per gli studenti, biblioteche, aule studio e il libero accesso alla cultura. Il sistema di diritto allo studio italiano per le scuole superiori viene quindi completamente affidato alle Regioni, che autonomamente decidono dove, quanto e come investire: questo crea il Italia delle situazioni di enormi disparità. E' per questo che ci sono regioni come la Sicilia che non sono dotate addirittura nemmeno di una legge quadro regionale per il diritto allo studio e che decidono di non investire completamente sulla pubblica istruzione, la cultura e sul diritto allo studio.
Inoltre, l’edilizia scolastica continua ad essere un’emergenza nazionale e la risposta data è debole e insufficiente. Un istituto su due nel nostro Paese ha problemi strutturali e la realtà che continuiamo a vivere è quella di strutture fatiscenti e pericolanti, piene di classi pollaio, in cui seguire la lezione e apprendere è sempre più complesso. In Sicilia solo il 20 per cento degli immobili scolastici è sicuro: i soffitti e l’intonaco delle pareti crollano in testa agli studenti, mancano dei piani d’emergenza, i laboratori e le palestre sono malandati, poco attrezzati o non agibili e spesso anche del tutto assenti, le aule non sono a norma di legge e sono sovraffollate (un caso emblematico è quello della classe con 49 alunni, tra cui uno disabile, del Liceo Musicale di Modica), 9 su 10 edifici si trovano in zone sismiche e non rispettano le misure di sicurezza.”
Conclude Bianco: " Chiediamo quindi una legge nazionale sul diritto allo studio delle scuole superiori, che garantisca a tutti gli studenti, di tutte le regioni pari opportunità di studiare e quindi che metta a sistema le leggi regionali sul diritto allo studio di ciascuna ragion e prima ancora chiediamo al governo regionale la realizzazione di una legge quadro regionale sul diritto allo studio, che garantisca a tutti il diritto allo studio, che garantisca investimenti, anche in termini strutturali, per le scuole superiori, che garantisca strumenti didattici e servizi per gli studenti come ad esempio un sistema di trasporti efficiente e a misura di studenti."