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06/11/2013 13:57:00

Accordo tra Sicilia e governo per il rinnovo dei contratti dei precari

  I contratti dei circa 20mila precari degli enti locali siciliani potranno essere prorogati, attuando il decreto legge n. 101, convertito nella legge n. 125, che prevede la razionalizzazione delle procedure per l'inserimento stabile nella pubblica amministrazione di questi lavoratori, secondo un percorso concertato con le amministrazioni regionali. E' quanto emerso dall'incontro svoltosi ieri a Roma tra il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e il ministro della Pubblica amministrazione, Gianpiero D'Alia, che nei prossimi giorni diramerà una circolare esplicativa. Non ci sarà, pertanto, bisogno di ricorrere ad alcun emendamento al disegno di Legge di stabilità, interpretativo della norma.
Il governo regionale predisporrà, sulla base dell'imminente circolare ministeriale, un disegno di legge per creare un «bacino unico regionale» dei precari che consentirebbe di prorogare i contratti fino al 2016. Contestualmente, dovrebbe iniziare il percorso di stabilizzazione per un numero di lavoratori che tenga conto dei posti che si renderanno disponibili con la revisione delle piante organiche dei Comuni. Non tutti i precari potranno essere stabilizzati, considerato il loro alto numero  Per questo motivo, dovrà essere predisposto un piano di fuoriuscita, di accompagnamento alla pensione.
Il presidente Crocetta, che era accompagnato dall'assessore alle Autonomie locali e Funzione pubblica, Patrizia Valenti, e dalla segretaria generale della Regione, Patrizia Monterosso, ha affrontato successivamente il problema con il premier Enrico Letta, che ha incontrato insieme con il sindaco di Lampedusa, Giusy Nicolini. «Il presidente del Consiglio mi ha detto - ha riferito Crocetta - che nessun precario sarà licenziato».
Per Crocetta, «intanto si scongiura il pericolo che questi lavoratori rimangano senza contratto a fine anno. Attendiamo la circolare di D'Alia per predisporre immediatamente l'apposito disegno di legge». In pratica, i precari torneranno nel ventre di chi li ha generati: la Regione, che poi li aveva destinati agli enti locali allentandoli con il pagamento del 90% dello stipendio per 5 anni, con l'impegno che dopo questo periodo i comuni avrebbe dovuto provvedere autonomamente. Ma così non è stato. «Ovviamente - ha rilevato l'assessore Valenti - non possiamo trasferirli molto lontani dai comuni di residenza, considerato anche l'esiguo stipendio. Ma una redistribuzione è necessaria. Nel frattempo, sia la Regione che i comuni dovranno certificare la razionalizzazione della spesa per fare fronte a questo impegno economico». I precari costano alla Regione circa 310 milioni l'anno.



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