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29/10/2013 06:50:00

Scrive Massimo Alloro: "Io, bancario sull'orlo di una crisi di nervi"

 Caro Direttore,

  mi spoglio per un attimo di quel clichè cui lei e i suoi lettori siete probabilmente più abituati a vedermi, quelle vesti che al mondo sportivo marsalese sono abbastanza conosciute e sostituisco ad esse quelle, meno conosciute, di lavoratore e sindacalista bancario. Lo faccio, caro direttore, d'impeto e con amarezza. Lo scorso 16 settembre ABI (Associazione Bancaria Italiana, la Confindustria delle banche per intenderci...) ha disdettato il CCNL (Contratto Collettivo Nazionale Lavoratori) ben 10 mesi prima della naturale scadenza del contratto, con una decisione unilaterale "forte" e "politicamente provocatoria" che rischia di lasciare senza contratto collettivo i circa trecentomila operatori del settore. La motivazione che ABI adduce è che il CCNL così come era stato concepito all'epoca del suo rinnovo non sarebbe più sostenibile dalle banche, perchè oneroso dal punto di vista economico e normativo. Per l'ABI i lavoratori del credito sono "troppi e inadeguati",  "troppo vecchi e scarsamente motivati", "culturalmente distanti alle nuove esigenze delle banche e marcatamente resistenti o comunque poco disponibili al cambiamento, alla riconversione e riqualificazione professionale", inoltre il lavoro con il 97% di contratti indeterminati non appare più sostenibile dalle banche, perchè troppo stabile e poco flessibile. Caro direttore, il neretto con cui ho voluto rimarcare queste parole non è un caso!! Perchè voglio che lei e i suoi lettori possiate capire meglio la GRAVITA' di queste affermazioni e dell'immediato futuro che si sta aprendo per la categoria. Noi saremmo troppo vecchi e inadeguati, restii alle innovazioni e alla riqualificazione professionale!! Io ricordo, a chi ha poca memoria, che a Marsala, ad esempio, non esiste più una banca locale frutto di tutte le incorporazioni per acquisizione avvenute nell'ultimo ventennio, e in questo i lavoratori delle banche sono stati in prima fila e le prime vittime "sacrificali". Siamo diventati negli anni "uomini scudo" con i quali le direzioni, sempre più lontane, hanno difeso delle scelte manageriali "scellerate" messe in campo dai loro amministratori delegati.  Siamo noi che dobbiamo "dire di no" al pensionato, quando non arrivando più a fine mese ci chiede la possibilità di andare sotto nel conto corrente...siamo noi quelli che dobbiamo "dire di no" al piccolo imprenditore o al piccolo artigiano o al commerciante che ha fatto richiesta di un finanziamento per sostenere la propria attività o per farla ripartire in un momento di crisi senza sbocchi, ma la banca quasi sempre nega loro questa possibilità a garanzia di un credito sicuro ed esigibile...siamo sempre noi l'interfaccia ad una clientela sempre più critica nei riguardi delle banche....... Caro Direttore, noi siamo BANCARI E NON BANCHIERI!!  Non accettiamo che sulla nostra pelle vengano ribaltati strategie e progetti industriali che stanno portando la società al collasso, concepiti nella testa di manager sempre più ricchi e sempre più "inadeguati" . Io, come tanti miei colleghi, dopo una trentina d'anni di lavoro, di sacrifici, di fusioni e di cambiamenti (altro che restii alla riqualificazione!!), di umiliazioni e di vessazioni, guadagniamo oggi quanto un insegnante o un qualsiasi altro impiegato del privato, di contro c'è chi guadagna nel ns.settore 10.000 euro al giorno!!!!  Allora perchè non cominciamo a diminuire i premi e gli stipendi agli amministratori delegati e ai loro manager??? Perchè, caro direttore, gli sconquassi a Montepaschi, o a Banca Intesa, gli scellerati piani industriali in Unicredito e l'utilizzo continuo del "Fondo Esuberi" che ha portato alla scomparsa di oltre 30.000 lavoratori negli ultimi anni, non sono stati certamente "i cassieri" e "i commerciali" delle banche ad effettuarli, ma coloro che hanno diretto e ancora oggi dirigono i grandi gruppi finanziari con il consenso nemmeno troppo tacito della politica!!! Adesso basta!!! Noi siamo stanchi di essere riconosciuti e accostati dall'opinione pubblica a questi personaggi, vogliamo renderci VISIBILI e sopratutto gridare forte ancora una volta...SIAMO BANCARI e non BANCHIERI e per questo il 31 ottobre prossimo molti sportelli bancari resteranno chiusi per la proclamazione di uno sciopero generale della categoria indetto a livello unitario da tutti i sindacati, un modo per iniziare a renderci visibili e sopratutto vogliamo che la gente, la clientela, gli operatori commerciali, gli imprenditori possano rendersi finalmente conto della grande differenza che passa tra NOI e quelli che guadagnano 10.000 euro al giorno!!!!   Con stima,   Massimo Alloro



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