Si riparte. Sono riprese le demolizioni delle case abusive costruite entro i 150 metri dal mare a Marsala. Questa mattina si sono riaccese le ruspe per la demolizione di un altro immobile.
Si tratta di un immobile costruito sul lungomare Spagnola, versante Nord di Marsala, di proprietà di un farmacita marsalese. Tutto procede secondo il programma. Sul posto sono presenti le forze dell'ordine. A coordinare le operazioni di demolizione sono i vigili urbani di Marsala.
Le demolizioni riprendono dopo un anno e mezzo dall’ultimo abbattimento. Si deve ancora completare il primo blocco di 22 immobili inseriti nella ben più lunga lista di case da abbattere a Marsala: 509 immobili su cui la magistratura si è già espressa dichiarandoli insanabili. Allora adesso per completare il primo blocco mancano una decina di case da demolire. La prima storica demolizione di una casa abusiva sulla costa marsalese risale al settembre 2011. Sempre sul lungomare Spagnola, si cominciò con un rudere. Ma non mancarono tensioni in quell’occasione. Gli ex proprietari (perchè gli immobili sono acquisiti al patrimonio comunale) si erano schierati per bloccare le ruspe. Il primo giorno andò a vuoto, e si dovette aspettare l’indomani, quando gli animi si erano calmati, e quando si era capito che nulla si poteva fare per bloccare le ruspe. Gli abusivi hanno sempre trovato una spalla su cui piangere nella politica che in questa faccenda ha tentato in tutti i modi di bloccare le demolizioni. In questi giorni Paolo Ruggirello, il deputato regionale trapanese eletto con gli autonomisti e oggi passato con la maggioranza di Crocetta (il gruppo si chiama "Articolo 4") ha rispolverato la sua legge sul “riordino delle coste”. Ma si tratta di un suo vecchio pallino: la sanatoria delle case costruite abusivamente entro i 150 metri dal mare in Sicilia. La legge prevede il loro abbattimento, Ruggirello vuole cambiare la legge.Nel frattempo c’è il comitato degli abusivi “Orizzonti Futuri” che scrive a Crocetta di sospendere le demolizioni.
A Marsala si riprende con gli abbattimenti, quindi. E dopo la vicenda legata all’assessore Patrizia Montalto. In autunno infatti, in seguito all’indagine interna svolta dagli uffici comunali analizzando le aerofotogrammetrie, si scopri che la famiglia Montalto è proprietaria di una villetta sulla spiaggia. Villetta che venne sanata con un’autodichiarazione, datata 1985, dell’allora proprietaria, ossia la nonna dell’assessore Montalto. Questa autodichiarazione attestava che l’immobile era stato costruito prima del 1976, anno in cui entrò in vigore la legge sull’inedificabilità a meno di 150 metri dalla battigia. Ma dalle aerofotogrammetrie del 1978, della casa di Montalto (che nel frattempo è stata ceduta ai genitori per scrollarsi maldestramente ogni imbarazzo) non c’è traccia. A dare una spinta agli abbattimenti è stato anche il protocollo siglato in Procura su indicazione del sostituto Dino Petralia. Il protocollo coinvolge enti locali, forze dell'ordine, professionisti, per cercare di dare un input alla demolizione delle centinaia di immobili costruiti abusivamente sulle nostre coste e pertanto da abbattere, in virtù di quanto prevede la legge. Il protocollo prevede:
1. Ogni Comune sul territorio del quale insistono manufatti abusivi dovrà procedere, a sua cura e spese e per conto dell’Autorità giudiziaria, alla demolizione dei manufatti in relazione ai quali sia intervenuta sentenza definitiva e disattesa l’intimazione amministrativa all’abbattimento.
2. Il Comune effettuerà la demolizione delle opere abusive sulla scorta dell’esito della preventiva consulenza tecnica disposta dal PM, mediante ricorso, in prima istanza, a ditte in regime d’amministrazione giudiziaria in quanto sottoposte a sequestro di prevenzione da parte della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani, e, ove non disponibili e/o inadeguate, a ditte esterne individuate tramite gara d’appalto e comunque in ossequio alla legge e in applicazione della vigente normativa relativa ai lavori pubblici, possibilmente designando il consulente tecnico nominato dall’A.G. quale direttore dei lavori relativi alla demolizione.
3. L’esecuzione delle opere di demolizione ad opera dei Comuni dovrà avvenire, di regola, entro tre mesi dalla scadenza del temine di 90 giorni assegnato al proprietario con il provvedimento di ingiunzione, giusta disciplina di cui all’art. 31 L. n. 380/2001.
Le demolizioni in quel settembre 2011 cominciarono dopo anni e anni di trafile, ostruzionismi vari e inchieste della magistratura. Tra queste quella che ha coinvolto anche il dirigente del Comune di Marsala Gianfranco D’Orazio indagato per i presunti ritardi nelle pratiche di demolizione. D’Orazio qualche settimana fa è stato prosciolto.