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26/10/2013 06:05:00

Il saluto di Plotti alla Diocesi di Trapani: "Pregherò per voi, con tanta nostalgia"

 La Chiesa di Trapani ha vissuto un momento molto forte e commovente. La Festa della Dedicazione della Chiesa Cattedrale è stata anche la festa di addio del  vescovo Pietro Maria Fragnelli, che  lascerà la città e tornerà nella sua residenza privata a Roma.

Qui sotto il testo  l’omelia dell’arcivescovo (in verità uno schema rispetto alle sue parole): parole che sono state accolte con commozione sincera e applausi lunghissimi.

In cattedrale c’erano le autorità civili e militari oltre a tantissimi fedeli. Fra gli ospiti anche l’ambasciatore straordinario e plenipotenziario del Costa Rica presso la Santa Sede, Fernando Felipe Sanchez Campos che in questi giorni si trova in Diocesi.

Oggi ore 11.30 in Episcopio, nel salone dei vescovi, l’Amministratore apostolico presenterà il programma dell’ingresso in Diocesi del vescovo Pietro Maria Fragnelli. Ad illustrare le info utili per la partecipazione saranno il vicario generale don Liborio Palmeri e il direttore dell’Ufficio liturgico don Alberto Giardina.

Carissimi,
quando sono stato chiamato dalla Congregazione per i Vescovi perché era stato deciso di conferirmi l’incarico di Amministratore Apostolico della Diocesi di Trapani, la prima reazione era stata quella di rispondere negativamente. Ero a conoscenza delle situazioni incresciose in cui era capitata questa Chiesa e anche qualche amico mi aveva consigliato di rifiutare.
Poi ho pensato: “se il Papa tra i 140 vescovi emeriti che vi sono in Italia - alcuni molto più intelligenti, preparati e culturalmente attrezzati di me - ha chiamato me, vuol dire che c’è un Disegno di Dio che vuole la mia disponibilità a rimettermi in gioco e a ricominciare un servizio episcopale, pieno di incognite ma ricco di sollecitazioni pastorali”.
Così sono arrivato a Trapani. E qui è avvenuto quello che non mi sarei mai aspettato: dopo pochi mesi mi sembrava di esserci sempre stato, tanto è stato l’affetto, la stima e la gioia vissuta nella reciprocità con l’intera comunità diocesana.

Ed è di questo che oggi sento il dovere di ringraziare, dal profondo del cuore. Desidero davvero ringraziare tutti: i presbiteri, i diaconi e i tanti laici, con i religiosi e le religiose che hanno - bontà loro - condiviso questo cammino di riconciliazione e di pacificazione.
È stato merito vostro se oggi porto a termine questa avventura che ha segnato profondamente la mia vita.

Ringrazio il Signore per avermi concesso questa esaltante esperienza.

 

Permettetemi, ora, prima di lasciare questa terra e questa Chiesa che mi hanno dato tanto e che meritano dignità e rispetto, di lasciarvi come un testamento per il vostro futuro, attorno al nuovo vescovo.

Prima di tutto cercate di amare sempre di più la Chiesa: questa Chiesa di cui tutti siamo membra vive.
Amiamola con i suoi e nostri peccati, con le nostre debolezze.
La Chiesa è madre sempre e comunque, lo sperimentiamo. E deve risplendere della luce di Cristo.

Vivete sempre più lo spirito di servizio: Gesù è venuto per servire e non per essere servito. Se nella Chiesa c’è stato qualcuno che, abusando della propria autorità, si è servito della Chiesa per la propria affermazione personale, proprio per questo cresciamo nel servizio vicendevole, facendo eco della misericordia di Dio.
La simbologia della Lavanda dei piedi è norma inderogabile dell’agire cristiano. Purtroppo ci sono tanti cristiani “schizzinosi” che evitano elegantemente di prendere fra le mani i piedi puzzolenti di chi è caduto nel fango e può purificarsi solo con il lavacro del perdono e della rigenerazione.

Celebriamo oggi la ricorrenza della Dedicazione della Cattedrale. È la chiesa del Vescovo, dove celebra, predica e benedice. Lo spirito di servizio deve cominciare proprio dal vescovo, primo testimone della fedeltà al Vangelo. A nulla servono i discorsi paludati e solenni: occorre che anche il vescovo si sporchi i piedi per battere le strade impolverate del mondo per cercare le pecore smarrite, svestendosi della ritualità clericale, per essere povero tra i poveri senza condanne e senza giudizi precostituiti.

Amate il mondo: amate la vicenda spesso complessa della storia dell’umanità. Non coltivate atteggiamenti di rifiuto, di difesa e di paura, ma condividete - come ha fatto Gesù - i drammi e le istanze della società attuale, cogliendo e promuovendo i germi di verità, di giustizia e di libertà che tanti fratelli portano nel cuore e che rischiano di esplodere in conflitti con la Chiesa, spesso arroccata sulle sue sicurezze dogmatiche.

Carissimi,
accogliete il nuovo vescovo con questo spirito. Aiutatelo ad essere maestro e testimone, guida sicura e credibile di questo popolo che sente l’urgenza di riprendere il cammino di una fede incarnata e profetica.

Ancora grazie a tutti. State certi che non vi dimentico!

Pregate per me. Io - vi assicuro - pregherò per voi, con tanta nostalgia.