Continua ad essere ricoverato alla clinica Villa Sofia di Palermo in coma profondo Salvatore Coppola, editore trapanese, vittima qualche giorno fa di un aneurisma cerebrale. Le speranze di recupero sono ridotte al lumicino. E' per questo che ieri a Palermo c'è stata una lunga sfilata dei tanti amici di "Licchia", venuti a fargli gli auguri di compleanno.
Un gruppo su Facebook, "Tutti uniti con Salvatore Coppola", raccoglie i pensieri degli amici e le testimonianze delle tante persone che gli vogliono bene. Lo spiega Daniela Thomas: "Sono tanti i post che scriviamo in questo spazio, e capita che chi vi è invitato non si renda conto del senso di questo gruppo.
Il filo che ci unisce tutti è l'amicizia di Salvatore Coppola, che in questo momento sta molto male. Un aneurisma cerebrale lo ha colpito gravemente, e il nostro caro e dolce amico si trova in ospedale, è in coma profondo e non è operabile. Lo dico così crudamente perché capisco che le nostre parole affettuose non consentono a tutti di comprendere quello che sta accadendo. Salvatore respira perché è attaccato a una macchina, e noi gli stiamo accanto con amore".
"Ha tanto lottato per pubblicare dei libri; ha speso la sua vita nel farlo: mantenere viva la sua casa editrice, la "Coppola Editore", sarebbe per lui il più bel regalo..." scrive Salvatore Centorrino.
L'editore Crispino Di Girolamo ha messo a disposizione invece le copie dell'autobiografia di Coppola, "Il mio postino". Scrive Di Girolamo: "Per chi desidera una copia de "Il mio postino" può passare a ritirarlo presso la libreria il pozzo di giacobbe sita in corso Vittorio Emanuele , 34 - Trapani. Naturalmente è un regalo che vi farà Salvatore fino ad esaurimento scorte".
Tra i tanti andati a trovarlo anche Giacomo Pilati, scrittore trapanese: "Ti ho visto. Alla fine ti ho visto. Sai eravamo davvero tanti dietro il monitor. Un sacco di amici. Hai regalato a ciascuno di noi un pezzo della tua storia e alla fine l’abbiamo condivisa che sembrava un libro che se l'avessi sentito tu avresti voluto farmelo scrivere. Ti ho visto dormire. Tranquillo. Come quella volta in treno per Firenze . Come quella volta sulla nave per Napoli. Attorcigliato nel lenzuolo che mi veniva da ridere che sembravi una mummia. Non c'era sofferenza oggi. Un sonno profondo. Un respiro lieve che toglie il respiro solo ad immaginarselo. A seguirlo col pensiero. La tua luccicanza ha asciugato le mie lacrime. Ora ho meno paura. Ciao amico mio".