Nella qualità di Presidente della Camera di Commercio di Trapani, ed ovviamente anche a titolo personale, alla luce dei pesanti attacchi mediatici che, da qualche tempo, attraverso ricostruzioni insinuanti, allusive e suggestionanti tentano di ledere la mia immagine e quella dell’Ente camerale che rappresento, ritengo doveroso chiarire i reali termini delle vicende in questione, così da fornire una corretta informazione.
Innanzitutto, quanto alla fantasiosa ipotesi di concorrenza tra l’Ufficio di conciliazione dell’Ente camerale trapanese e Camera di Conciliazione s.r.l., Organismo privato di mediazione che vede tra i soci anche mia figlia e la Confcommercio di Trapani, giungendo persino a sostenere che i siti web dei due organismi (www.cameraconciliazione.eu e www.tp.camcom.it) sono molto simili, vale evidenziare che tale immaginario costrutto, probabilmente scaturente da una scarsa conoscenza dell’impianto normativo che disciplina l’istituto della mediazione o, cosa che risulterebbe più grave, da una deliberata strumentalizzazione, è assolutamente infondato e privo di rilevanza giuridica e men che meno etica.
Non vi è, né mai può esservi, possibilità di interferenza o concorrenza alcuna tra il predetto ufficio di conciliazione presente presso la Camera di Commercio di Trapani e l’Organismo privato Camera di Conciliazione s.r.l..
E’ palese ed evidente a chiunque abbia avuto a che fare con la materia che due uffici di mediazione, operanti in città diverse, sedi di diversi tribunali, non possono essere tra di loro concorrenziali, considerato che le parti, unici soggetti cui è rimessa la scelta dell’organismo di mediazione, a parità di tariffe praticate (in quanto stabilite dal Ministero della Giustizia), hanno ovvi interessi a preferire gli organismi più vicini alla loro sede. A maggior ragione, ora, che la legge rende obbligatorio rivolgersi ad organismi di mediazione con sede presso la circoscrizione del Tribunale competente a conoscere la causa.
Si aggiunga, inoltre, che l’Ufficio di Conciliazione della Camera di Commercio di Trapani, istituito nel 2004 come sportello arbitrale e di conciliazione, è divenuto Ufficio di mediazione ed è stato riconosciuto, nel 2010, come Organismo pubblico di mediazione dal Ministero della Giustizia, proprio grazie ad una precisa volontà del sottoscritto. E’ evidente che, ove avessi voluto in qualunque maniera favorire Camera di Conciliazione s.r.l., non avrei certamente operato tale scelta.
Il flusso degli affari di mediazione trattati dall’Ufficio di conciliazione della Camera di Commercio, del resto, nonostante la presenza nella provincia di Trapani di decine di Organismi privati di mediazione, di cui almeno cinque nella sola città di Trapani (questi realmente e legittimamente in concorrenza con l’Ufficio di conciliazione camerale), è sempre stato costante negli anni e non ha subito alcuna significativa variazione.
Non dimentichiamo, in ogni caso, che è nella natura delle Camere di Commercio che ai suoi organi di governo partecipino imprenditori e loro rappresentanti. E sarebbe veramente irragionevole pensare che chi fra questi venisse chiamato a farne parte dovesse, per ciò solo, rinunciare alla propria attività ovvero impedire ai propri familiari di intraprenderne di nuove.
Quanto all’immaginario conflitto di interessi paventato dagli organi di stampa per la presenza, nella qualità di socio di Camera di Conciliazione s.r.l., del dott. Gaetano Vita, in passato Presidente del Collegio dei revisori dei Conti della Camera di Commercio di Trapani, va evidenziato, in primo luogo, che la nomina della terna dei revisori dei conti degli enti camerali siciliani è di esclusiva spettanza degli Assessorati regionali competenti e ad essi rispondono.
Non ho mai pensato, nemmeno lontanamente, di influire sul lavoro dei revisori dei conti, i quali, come riconosciuto da tutti gli organi camerali, hanno sempre operato nel più rigoroso rispetto delle leggi e della loro deontologia professionale.
Tutto quanto sopra alla luce del sole.
Quanto poi al fantomatico giro di auto di lusso che si sarebbe consumato all’interno della Camera di Commercio di Trapani, è vero che, qualche tempo addietro, ho acquistato un’autovettura sportiva usata e con parecchi anni sulle spalle, pagandola col mio denaro ed al suo prezzo di mercato. A che prezzo ed in quali condizioni l’avesse acquistata chi me l’ha venduta non mi è dato sapere e l’ho appreso per la prima volta dagli organi di stampa qualche giorno fa. La Range Rover Freelander, questa si acquistata dalla Camera di Commercio, è stata scelta per specifiche esigenze d’ufficio e viene costantemente ed esclusivamente utilizzata a tal fine.
Voglio, da ultimo, concludere sulla richiesta di commissariamento avanzata, ma soltanto attraverso il suo profilo facebook, dall’on. Erasmo Palazzotto, il quale, invero, si pone in continuità con la tradizione familiare avviata dal padre, già nel 2011, sulla base, anche quella volta, di motivi del tutto pretestuosi.
L’On Palazzotto, chiedendo il commissariamento della Camera di Commercio di Trapani, attacca gratuitamente un’istituzione che rappresenta tutte le principali associazioni datoriali ed i sindacati dei lavoratori che assieme, in un periodo difficile, si sforzano di fare il possibile per favorire lo sviluppo economico e il benessere del territorio.
Mi auguro che, presa conoscenza dei fatti, l’on. Palazzotto e gli organi di informazione che hanno alimentato le recenti polemiche, recedano da iniziative il cui unico risultato è quello di indebolire l’azione dell’Ente camerale, già difficile nell’attuale congiuntura.
Il Presidente della CCIAA di Trapani
Comm. Giuseppe Pace