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11/10/2013 07:00:00

Omicidio Marino. Le indagini continuano e si allontana la pista mafiosa

Continuano su più fronti le indagini sull’omicidio di Baldassare Marino, ammazzato a colpi di fucile a Marsala, in contrada Samperi, il 31 agosto scorso. Non è la mafia, o forse sì. Si seguono più fronti. Si indaga sul suo passato, sulle sue attività, sul suo carattere.
Perchè Marino, detto occhi caddrusi, lo raccontano molto schivo, antipatico, arrogante. Gli investigatori non sottovalutano niente. Ma piano piano si allontana la pista mafiosa.
Le indagini sono ancora seguite dalla squadra mobile di Trapani, diretta dal vicequestore Giovanni Leuci, e coordinate dal sostituto procuratore Antonella Trainito. Si bilanciano e si rincorrono le tesi. Potrebbe trattarsi di un omicidio di mafia, ma molti punti cozzano con questa pista.
Occhi caddrusi innanzitutto è stato ucciso a colpi di fucile caricato a pallini. Secondo i rilevamenti della scientifica l’agguato non sarebbe avvenuto dove è stato ritrovato il corpo, ma a circa 700 metri di distanza. Poteva avere un appuntamento. O l’omicida lo aspettava, l’ha fermato e ha sparato. Di certo c’è che Marino non è morto sul colpo. E’ risalito in macchina, si è messo al volante ma poi non ce l’ha fatta. Si è accasciato davanti l’autorimessa, all’interno della sua Opel Astra furgonata che usava come magazzino ambulante. Proprio là davanti gli operai della rimessa la mattina del 31 hanno fatto la scoperta. Sull’arma usata arriva proprio l’elemento che fa allontanare la pista mafiosa. Il fucile a pallini non è proprio l’arma usata dai vecchi sicari di Cosa nostra, quelli usavano la lupara, il fucile a pallettoni. E poi sembra che l’omicida avesse lasciato andare Marino dopo aver sparato. E questo la mafia non lo fa. Porta a compimento il lavoro. O forse l’ha fatto, perchè accanto l’auto di Marino c’era un mazzo di viti. E’ quel mazzo di viti che ha fatto subito pensare alla pista mafiosa. Anche per il passato della vittima. Il fratello 40 anni fa è finito nel nulla con il sistema della lupara bianca. Lui stesso è stato arrestato negli anni 90, per un periodo latitante, sottoposto alla sorveglianza speciale. Dopo l’uccisione del fratello Marino emigra. Va a vivere ad Arezzo, poi in Africa. Una volta tornato le forze dell’ordine lo tengono sotto controllo. Non è un criminale d’alto rango, Marino. Ma per gli inquirenti dell’epoca le sue vicinanze ai gli ambienti mafiosi marsalesi erano da tenere sotto controllo. Questi precedenti, queste storie personali hanno fatto pensare alla mafia. Avevano fatto prendere le indagini la direzione di Palermo, della DDA. Ma sono rimaste qui. Da Palermo guardano, seguono il caso. Ma le indagini restano qui. Non è detto che sia proprio mafia. Allora si seguono gli affari, pure, di Marino. I soldi. Lui che andava in giro con un macinino, che lo descrivono come uno straccione. Le indagini puntano anche sul traffico di droga, per cui Marino ha avuto un precedente. Ma i soldi non sono solo quelli. Perchè occhi caddrusi pare avesse notevoli disponibilità. Sembra che la sua auto, il suo andare in giro malmesso potesse essere un modo per allontanare la gente. Appunto, Marino aveva un caratteraccio. E c’è infatti l’ipotesi dei prestiti, dell’usura. Di soldi che lui pretendeva e non ha ricevuto, o che avrebbe dovuto dare e non ha dato. Quei pochi che hanno descritto Marino l’hanno fatto dando un’immagine di un uomo semplicemente con le braccine corte. Ancora non c’è la mafia. Ancora non c’entra a quanto pare. Ma potrebbe riprendere forza la pista di cosa nostra. Perchè Marino aveva a che fare con il cemento. U zi Batassano sarebbe stato infatti socio di una azienda di calcestruzzi, anche se non figurava nelle carte ufficiali. La mafia potrebbe rientrare da lì. Da dove ha sempre fatto il suo gioco. Nella calcestruzzi. Tante contraddizioni, quindi ci sono tra i diversi elementi che vengono fuori dalle indagini. Ma la chiave, appunto potrebbe essere quella dei soldi, degli affari.



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