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08/10/2013 07:00:00

Costi, incarichi e trasparenza. La Commissione d'inchiesta sull'Ato tira dritto

Sta spulciando tutte le carte. Quelle che trova, ovviamente, vista la poca trasparenza dalle nostre parti. E’ la commissione di inchiesta sull’Ato Tp1 Terra dei Fenici istituita in consiglio comunale a Marsala.
Arriva in ritardo la commissione, la si chiedeva da anni. E in breve tempo dovrà cercare di capire cosa c’è sotto l’aumento vertiginoso dei costi del ciclo dei rifiuti a Marsala. Perché da quando c’è l’Ato il Comune spende di più. Adesso gli Ato in Sicilia devono scomparire, in realtà la loro cancellazione era prevista per il 30 settembre ma di fatto traghetteranno commissariati fino a fine anno. Così ha deciso Crocetta. La Commissione dovrà studiare per bene il capitolato speciale d’appalto per la raccolta rifiuti gestita da Aimeri Ambiente, se è stato rispettato, se ha speso più soldi di quanto ha fatto. Un lavoraccio, dice Michele Gandolfo, consigliere comunale del Psi che della commissione ne è il presidente. “La commissione è nata con il coinvolgimento di tutto il consiglio comunale che si è reso conto che c’è stato un aumento spropositato dei costi e vogliamo chiarezza su questo punto. Noi vogliamo sapere quanto introito abbiamo con la differenziata, perché non abbiamo dati ufficiali. Vogliamo sapere perché raccogliamo l’organico, per favorire una ditta privata? Vogliamo sapere perché si continua a raccogliere assieme vetro e metallo, e poi paghiamo un’altra ditta per separarle, vogliamo sapere quanto ci costa questa ditta. Perché tutto ciò non lo sappiamo, non ci viene detto”. E’ tutto nascosto in sostanza. Anche i bilanci dell’Ato, che per ottenerli è stata necessaria fare una richiesta di accesso agli atti. Eppure dovrebbero essere pubblici, a piena disposizione del Comune.
In tutto ciò la commissione ha cominciato a lavorare. In una delle ultime riunioni ha partecipato anche uno dei due liquidatori dell’Ato Tp1, Antonio Provenzano, e si è fatto accompagnare dall’ingegnere Salvatore Alestra. Alestra è stato al vertice dell’Ato fino all’arrivo del sindaco Giulia Adamo a Marsala che ha messo come liquidatori dell’ente due suoi trombati alle elezioni. Provenzano, appunto, e Francesco Tumbarello, che negli ultimi tempi è ai margini delle attività dell’Ato perchè, come ha riferito la stessa Adamo, “è un po’ pigro”. Alestra intanto è ancora dipendente dell’Ato, assume un ruolo da dirigente ed è il Rup (responsabile unico del procedimento) sul contratto con l’Aimeri Ambiente. Il suo compenso è di 92 mila euro l’anno. Non male. “Quando l’abbiamo visto arrivare in commissione siamo rimasti spiazzati”, dicono all’unisono Gandolfo ed Enzo Sturiano, presidente del consiglio comunale di Marsala. Perché Alestra è stato coinvolto nell’inchiesta antimafia che ha portato al sequestro del residence Panoramic di Castellammare di proprietà di Michele Mazzara, ritenuto prestanome di Matteo Messina Denaro. Allora è stato deciso di convocare una conferenza stampa e fare un po’ il punto della situazione. “Abbiamo denunciato fatti di una gravità inaudita. Anche se in questa fase sarebbe stato meglio non farli uscire all'esterno. E così la pensa anche la maggior parte dei componenti della commissione d'inchiesta sull'Ato”. Gandolfo invia, quindi, una nota al sindaco Giulia Adamo in cui descrive l'accaduto e chiede un intervento “presso gli organi competenti perché si appuri come mai una persona indagata sia dipendente da una amministrazione pubblica gestendo un servizio così importante e ricevendone congruo compenso”. Il sindaco dal canto suo ripete che da quando c’è lei la città è più pulita e ci sono stati anche guadagni economici. “Ad Alestra rimane solo l’incarico di responsabile amministrativo”. E di Gandolfo dice “si sveglia dal lungo torpore in cui ha vissuto nei trascorsi anni di gestione dell’ATO strumentalizzando la figura dell’ing. Alestra”. “Il sindaco – replica il presidente della commissione – minimizza il ruolo di Alestra come semplice Rup, e mi sento preso in giro. Anche essendo garantisti abbiamo ritenuto importante evidenziare che appalti da milioni di euro vengono gestiti da un soggetto lambito da un’inchiesta antimafia. Il sindaco poteva chiedere un’informativa preventiva alla Prefettura”. A Gandolfo non risulta nemmeno che i costi siano diminuiti da quando c’è Adamo. E ha anticipato che c’è addirittura una dichiarazione fatta in commissione da un dirigente del Comune secondo cui ci sono 500 mila euro che vengono spesi in maniera discrezionale dall’Ato, ogni anno. “Il comune potrebbe attivarsi per chiedere come vengano spesi questi soldi”. Insomma si stanno spulciando alcune cose. Si sta vedendo se è stato rispettato il capitolato d’appalto, in cui ad esempio era prevista la pulizia dei cassonetti che, a memoria collettiva, pare che non ci sia mai stata. C’è un problema di trasparenza, perché sull’albo pretorio online dell’Ato non viene pubblicato niente: costi, incarichi, consulenze, delibere. Nulla. Ma è obbligatorio, lo dice la legge. E a proposito di legge il presidente del consiglio comunale Sturiano non esclude che il lavoro della commissione “possa avere strascichi dal punto di vista giudiziario”.
“La commissione sta lavorando con serietà e sta facendo degli approfondimenti – ha detto Sturiano. C’è molta attenzione sull’argomento. Tutto viene registrato e trascritto. C’è bisogno di chiarezza e di trasparenza. Se abbiamo chiesto i bilanci dell’Ato dal 2010 a oggi significa che c’è la necessità di verificare come vengono spesi questi soldi. Non c’è soltanto un problema dell’Aimeri e del capitolato d’appalto, ma anche e soprattutto all’interno dell’Ato. E’ una vicenda di cui ne sentiremo parlare spesso…”. Ne vedremo delle belle, in sostanza. Ma per avere gli atti pubblici bisogna aspettare la fine del lavoro della commissione.