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07/10/2013 07:00:00

Abusivismo a Triscina. Più vicine le demolizioni, ma servono 15 milioni

E’ il simbolo dell’illegalità diffusa, come l’ha più volte descritta Legambiente. Triscina, frazione balneare di Castelvetrano, dove l’abusivismo edilizio è nell’ordine delle cose. Una costa sommersa dalle case sul mare, dal cemento selvaggio. E che per riportarla alla legalità c’è bisogno di una betoniera piena di soldi. Ci vogliono 15 milioni di euro per demolire 500 case non più sanabili di Triscina, dove invece gli immobili sanati arrivano a 4.500. 15 milioni di euro per abbattere le case abusive. E potrebbe cominciare tutto già nelle prossime settimane. Come stanno le cose l’ha spiegato il sindaco di Castelvetrano Felice Errante, durante la trasmissione L’Arena su Rai Uno domenica scorsa. Queste case, nonostante i vari condoni degli ultimi 30 anni non si possono sanare perché c’è una legge regionale, la 78 del 1976 che vieta la costruzione entro i 150 metri dal mare. “Il comune di Castelvetrano a luglio ha sottoscritto anche un protocollo d’intesa con la Procura di Marsala per la demolizione di queste case”, ha detto Errante da Giletti. Quindi niente da fare, le case si devono demolire e buona parte di queste negli ultimi anni sono state acquisite al patrimonio comunale, anche se gli ex proprietari continuavano ad usarle. “Quello che è successo dalla seconda metà degli anni 70 a Triscina – ha detto Errante – fa parte di una legalità diffusa che in Sicilia non c’è più”. Se non c’è una legislazione in materia, ha fatto capire Errante, un cavillo per bloccare le ruspe, non c’è niente da fare. Saranno demolizioni. Il sindaco di Castelvetrano allora chiede manforte alla Regione, all’Assessorato territorio e ambiente, soprattutto per i soldi. Per quei 15 milioni di euro, 30 mila euro a casa, che servono per le demolizioni. In un primo momento li anticiperà il Comune, in attesa di riscuoterli un po’ dalla Regione e un po’ dagli abusivi. E gli ex proprietari sono sempre più arrabbiati, e la situazione sta cominciando a diventare tesa. Gli ex proprietari se la prendono a gran voce con la classe politica del passato che ha permesso questi e altri scempi. Si chiedono come mai l’Amministrazione potrebbe salvare soltanto gli immobili da utilizzare a scopi sociali, mentre se sarà diversamente potranno essere abbattute. Gli abusivi di Triscina si chiedono perché hanno dovuto pagare in questi anni l’Ici e adesso l’Imu. Inotre ci sarebbe gente che avrebbe pagato nel corso degli anni la sanatoria, ma adesso si vedrebbe abbattere comunque la casa. In difesa degli abusivi di tutta la provincia di Trapani da tempo si è costituito un comitato, chiamato “Orizzonti futuri” che chiede a gran voce il blocco delle ruspe in attesa di una legge regionale in materia. Il comitato è presieduto da Biagio Schiacchitano, anche lui ha una casa abusiva. E da anni cercano in tutti i modi di salvare le case in via di demolizione. Ora, sulla situazione di Triscina, Sciacchitano chiede un tavolo tecnico per trovare una via d'uscita. Per lui “la più grande opera pubblica della storia della Sicilia” è la legalizzazione delle case a meno 150 metri dal mare, attraverso quelli che chiamano “Piani di riordino” delle coste. Il tutto sarebbe finanziato dall’Unione europea. “Diversamente operando saranno distrutte immense risorse economiche e le demolizioni rappresenteranno il più grande disastro ambientale e il più grande fallimento della politica della Sicilia” ha detto Sciacchitano in rappresentanza dei proprietari, o ex proprietari degli immobili abusivi. A difenderli all’Ars c’è il deputato Paolo Ruggirello, che adesso con il gruppo Articolo 4 si trova nella maggioranza di Crocetta. Ruggirello da parte sua ha rispolverato a Palermo il suo cavallo di battaglia, la legge sul riordino delle coste. Una scappatoia per fermare definitivamente le ruspe. Dall’altro lato l’Assessore Lo Bello, invece, sembra appoggiare pienamente le demolizioni. Mentre a Castelvetrano, in consiglio comunale, tre consiglieri dicono “le ruspe sono inutili, non risolvono il problema, spingiamo la legge Ruggirello”. Le prossime settimane, insomma, potrebbero essere molto calde.



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