«Questo governo di larghe intese dimostra giornalmente che non c'è possibilità di lavorare per il bene comune. Nominare in un settore così delicato, sensibile ed importante una persona che ha distrutto per anni una città unica come Palermo dimostra che non c'è volontà di cambiare rotta». Lo afferma il deputato del Movimento cinque stelle all'Ars, Giorgio Ciaccio (anche componente della commissione antimafia dell'Assemblea), criticando il fatto che l'ex sindaco di Palermo Diego Cammarata andrà a lavorare come impiegato all'Agenzia dei beni confiscati. Finora aveva insegnato diritto in una scuola superiore di Palermo. «All'assemblea regionale siciliana - dice Ciaccio - abbiamo cambiato il regolamento della commissione antimafia per dare un segnale di forte credibilità alla cittadinanza, inserendo l'impossibilità di far parte dell'ufficio di presidenza a persone condannate, ed in Italia che si fa? Si nomina Cammarata! Oggi sono realmente preoccupato, non del danno presunto che ci sarebbe andando alle elezioni, ma, piuttosto, di quello certo che si avrebbe lasciando certa gente, schiava dei compromessi politici, a capo della nostra splendida Repubblica». «Ritengo assolutamente inopportuna l'accettazione della domanda dell'ex sindaco di Palermo, Diego Cammarata, di lavorare all'Agenzia dei Beni Confiscati». Lo dice il consigliere comunale di Palermo del Mov139 Francesco Bertolino, che aggiunge: «Non credo sia un bel segnale dare la possibilità a una persona sotto processo di occuparsi di una materia tanto delicata».