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16/09/2013 07:20:00

Riprende il processo all'ex consulente Adamo. Oggi si decide sul rito abbreviato

 Riprende il processo a carico di Salvatore Adamo, 53 anni, ispettore superiore di polizia stradale, che nell’estate 2012, per due mesi, è stato “esperto” del sindaco di Marsala Giulia Adamo in materia di “polizia urbana” e “sicurezza”.

Adamo che non è parente del sindaco è accusato di usurpazione di funzione pubblica e peculato. Oggi c’è l’udienza preliminare in cui il Gup dovrà decidere se accogliere o meno la richiesta di giudizio con il rito abbreviato fatta da Giovanni Gaudino, avvocato di Adamo. La richiesta del rito abbreviato scaturisce da alcune documentazioni frutti di indagini difensive svolte dal legale.
Le indagini della Procura di Marsala nascono dal fatto che Adamo era un "esperto", un consulente esterno, ma avrebbe agito, secondo l'accusa, per un breve periodo, come un comandante dei vigili urbani di fatto, non avendone però il titolo. Adamo avrebbe preso “arbitrariamente” possesso anche dell'ufficio del comandante, alla cui porta cambiò anche serratura e chiavi.
Per l’accusa l’ex consulente del sindaco avrebbe organizzato anche riunioni con contrattisti e ispettori coordinatori della viabilità, impartito ordini e disposizioni sulla composizione delle pattuglie, talvolta sottoposte a ispezioni e controlli, predisposto turni di servizio. Adamo insomma avrebbe fatto ciò che non era nelle sue funzioni, secondo le indagini, addirittura partecipato a operazioni di polizia come il fermo di motocicli. Famosa poi quella dell'apertura di un cancello che impediva l'accesso al mare ai bagnanti sul litorale sud marsalese, tant’è che venne immortalato da una fotografia dello stesso Comune di Marsala. Questo per l’accusa di usurpazione di funzione pubblica. Per il reato di peculato invece l’accusa nasce dall’utilizzo di auto e moto della polizia municipale. Nel procedimento è coinvolto anche un dirigente del Comune, Aldo Scialabba, 56 anni, accusato di abuso d'ufficio per avere messo a disposizione dell'esperto un telefono cellulare dell'ente (con sim “aperta”).Legge vuole, infatti, che i telefonini devono essere dati in uso solo ai dipendenti che devono assicurare la cosiddetta “reperibilità”.Anche per il dirigente Scialabba è stato chiesto il rinvio a giudizio. La difesa è affidata all'avvocato Giovanni Gaudino.
Si allunga ancora quindi la lista dei dirigenti, o funzionari con posizioni di rilievo, del comune di Marsala che sono stati soggetti a inchieste della magistratura. Uno di questi è ad esempio Filippo Sparla, presidente di Marsala Schola ed esperto del sindaco in materia di semplificazione burocratica. Nel 2001, quando era dirigente del settore Servizi Sociai di Trapani è stato arrestato, con altre sei persone, tra cui l’allora sindaco di Trapani Antonino Laudicina, nell’ambito di un’inchiesta su mazzette e corruzione nella gestione degli asili nido in città. Sparla poi aveva patteggiato una pena per il falso su una delibera, mentre tutti gli altri assolti e usciti puliti dalla vicenda. Sparla negli anni ottanta figurava anche negli elenchi della loggia segreta Iside 2 che fra gli adepti vedeva politici, imprenditori, giudici, mafiosi del calibro di Mariano Asaro e Mariano Agate.
Altro dirigente con inchieste pendenti è Gianfranco D’orazio. A Maggio ha ricevuto un avviso di conclusine indagini per la storia del palazzo abusivo. Il reato ipotizzato è addirittura l’abuso d’ufficio (art. 323 del codice penale), che si ha quando "un pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, nell'esercizio delle sue funzioni produce un danno o un vantaggio patrimoniale che è in contrasto con le norme di legge o di regolamento”. E’ il secondo procedimento che vede indagato, al momento, il dottor D’Orazio, coinvolto pure nell’inchiesta sui ritardi nelle procedure di abbattimento delle case abusive ed insanabili costruite sulla costa di Marsala.



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