Anni fa, precisamente nel settembre del 2007, ho avuto il piacere e l’onore di intervistare Sua Eccellenza Fulvio Sodano.
Lui e la moglie mi accolsero con pazienza e affetto, e ricordo che il prefetto mi aveva fatto l’impressione di “un gigante su una carrozzella”, come intitolai poi l’articolo. Durante l’intervista spendemmo qualche parola per la cittadinanza negata qualche mese prima, nel dicembre del 2005. Ancora si aspettava che l’allora (e forse nuovamente prossimo) sindaco di Trapani Girolamo Fazio desse seguito alla votazione all’unanimità del consiglio comunale. In un raro caso di comune accordo, l’assemblea aveva votato a favore per il conferimento al “prefetto antimafia”. Certo, all’epoca si parlava tanto di appalti truccati per i lavori al posto, imprenditori e amministratori collusi, di cemento impoverito, di come la Calcestruzzi Ericina fosse effettivamente vittima di un tentativo di acquisto da parte degli stessi mafiosi a cui era stata sequestrata. Certo, si vociferava di come il Senatore Antonio d’Alì avesse chiesto ai piani alti dei palazzi del potere la rimozione di quel prefetto fastidioso. All’epoca, ancora non si parlava di mancanza di un regolamento per il conferimento dell’onorificenza, scusa che regge poco alla luce della cittadinanza onoraria data da Fazio a due giornalisti che avevano decantato le bellezze di Trapani durante l’America’s Cup. Tanta fretta, all’epoca, per glorificare per i postumi l’evento di successo (anche se di certo non fu un successo della legalità e della giustizia) con persino una “Via dei Grandi Eventi” battezzata in tempo record. All’epoca non si parlava più di tanto neppure di strumentalizzazioni. Chi lo faceva, a conti fatti, doveva il suo successo politico agli stessi politici criticati da Sodano ancora più dopo il suo allontanamento da Trapani. Non esisteva il movimento popolare che ha portato alla raccolta di oltre 600 firme, non esistevano comitati spontanei che visitavano la famiglia Sodano (il primo e unico nacque due anni fa). Se c’erano esponenti di partiti o associazioni militanti a sinistra, nelle iniziative sorte negli ultimi anni, più che per “strumentalizzazione” come hanno detto Fazio e diversi consiglieri comunali (Totò la Pica, astenuto con tutto il suo partito, il Pdl) forse si deve al fatto che l’impegno dei cittadini per Sodano non è certamente stato colorato di azzurro o benedetto da U Senaturi.
Tornando all’intervista, il prefetto mi “parlò” indirizzando con gli occhi le lettere che sarebbero comparse su uno schermo, un macchinario che alleniva i problemi di comunicazione dovuti alla Sla. Quando gli chiesi se avesse accettato la cittadinanza nel caso Fazio si fosse ricreduto, 6 anni fa digitò che «Io ho troppo rispetto dei cittadini trapanesi per rifiutare, ma metterei un’unica condizione, cioè che la consegna venga fatta da un qualunque uomo della strada, a nome di tutti i trapanesi». Effettivamente, è andata più o meno così. A otto anni da quel voto all’unanimità, la cittadinanza a Sodano è stata appena conferita, solo poche settimane fa, da alcuni esponenti del suddetto comitato. Una pergamena con scritto: “A Sua Eccellenza Fulvio Sodano da parte di tutti i trapanesi onesti e per bene”. Bisogna ammettere che dispiace che il conferimento “ufficiale” votato ieri dal consiglio comunale sia stato rifiutato. Quando lo stampato della e-mail del prefetto è arrivata sul tavolo del Presidente del Consiglio Comunale Peppe Bianco (già fatto decadere da consigliere anni fa proprio da Sodano per una condanna in corruzione), ha sgranato gli occhi ed è sembrato sinceramente stupefatto. Le dichiarazioni di voto si erano appena concluse, i discorsi accorati si erano susseguiti (alcuni puzzavano un po’ di ipocrisia); i tre unici rappresentanti dell’opposizione avevano ricordato che non spettava a loro convincere nessuno della giustezza dell’iniziativa, che doveva essere approvata se sincera; un comunicato stampa firmato dal consigliere Francesco Salone già informava alcuni colleghi giornalisti del successo del conferimento dell’onorificenza. A guastare la festa è arrivata la doccia gelata su carta con in calce la firma del prefetto. Il consiglio ha comunque proceduto al voto, tra malumori e amarezze. C’è chi si è addirittura detto «offeso».
Il rifiuto fa dispiacere, certamente, per chi crede che le istituzioni rappresentino tutti i cittadini; che un organo eletto, nell’ottica della democrazia rappresentativa, rappresenti un’intera città, anche la parte che non l’ha votato. Eppure, si può veramente biasimare Sua Eccellenza per quella che molti, sui social network, hanno definito una lavata di faccia? Si può credere che abbia potuto accettare da un organo che si è annacato per otto anni quello che sembrava un contentino? Pur riconoscendo l’impegno dell’opposizione, Sodano ha rifiutato e dimostrato grande dignità, elemento che manca sempre più spesso tra i rappresentanti delle istituzioni. Trapani, anzi l’amministrazione di Trapani, era un caso particolare, come dimostra l’aver accettato la cittadinanza a Paceco, Erice, Marsala, Favignana.
Sodano ha chiuso la sua lettera di rifiuto al Presidente Bianco scrivendo: «Farò certo cosa gradita al sindaco». Dal canto suo il Sindaco Damiano, appoggiato da D’Alì (e fino al giorno prima delle elezioni anche da Fazio), negli scorsi giorni ha invece fatto partire di sua sponte la procedura per la cittadinanza a una personalità effettivamente meritevole, Vittorio Morace, patron del Trapani Calcio. Sulla vicenda del prefetto, il laconico primo cittadino disse a un giornalista: «Anch’io, come Sodano, ho servito lo Stato per quarant’anni, ma nessuno mi ha mai proposto per la cittadinanza onoraria.»
E dopo questa non c’è altro da aggiungere.
Il testo dell’intervista del 2007 a Fulvio Sodano è qui: http://thewarbulletin.com/2008/04/21/un-gigante-su-una-carrozzella