I reclusi siciliani si offrono al mercato del lavoro e propongono le loro qualifiche professionali nell'ambito della ''Giornata del reinserimento sociale'' organizzata dal Garante dei diritti dei detenuti. Imbianchini, elettricisti, idraulici, muratori, orticoltori, floricoltori,
pasticceri per prodotti dietetici e per celiaci, pizzaioli, cuochi, falegnami, lavoratori del cuoio e della pelle, operai tessili, ceramisti, tipografi. Sono queste alcune delle numerose qualifiche che il mondo penitenziario offre al mercato del lavoro locale, nell'ambito di quel percorso di reinserimento sociale voluto dall'art. 27 della Costituzione e dall'Ordinamento Penitenziario italiano. I detenuti che potrebbero immediatamente essere utilizzati in attività lavorative nella nostra Regione sono oltre un migliaio, tutti sono dotati di idonea e riconosciuta competenza, anche grazie alla frequenza ai circa 120 corsi di formazione professionale che si tengono ordinariamente nelle carceri dell'Isola, per merito della collaborazione instauratasi tra l'Assessorato all'Istruzione e gli Enti abilitati, ed alla partecipazione a progetti di istruzione, primaria, secondaria e universitaria che hanno riguardato complessivamente circa 2.300 reclusi nel corso dello scorso anno. I dati sono emersi durante la conferenza svoltasi nell'ambito della ''Giornata del reinserimento sociale'' organizzata dal Garante dei diritti dei detenuti della Sicilia, Salvo Fleres.