La drastica decisione è stata adottata perché non sarebbero state fornite spiegazioni sull'utilizzo di circa 20 milioni di euro destinati al pagamento dei lavoratori dipendenti, circa 800. Dipendenti che, insieme ai 400 dipendenti di Aram, Lumen e Ancol, coinvolti nell'indagine giudiziaria della Procura della Repubblica di Messina, saranno utilizzati dal Ciapi di Priolo. Stessa sorte toccherà ai dipendenti dell'Aiprig di Partinico.
L'accreditamento era già stato revocato nello scorso mese di giugno quando, dopo una verifica degli ispettorati provinciali del lavoro, su mandato della dirigente generale Annarosa Corsello, era stato accertato che, nonostante all'ente fossero stati versati 20 milioni di euro per pagare i dipendenti, quasi nessuno aveva ricevuto lo stipendio.
In seguito all'ispezione, lo Ial Sicilia fu ritenuto un ente poco affidabile, venne nominato un nuovo Consiglio di amministrazione e concesso dal dipartimento un accreditamento parziale per consentire all'ente di presentare progetti nell'ambito del "Piano giovani", ma a condizione che fossero fornite spiegazioni sui 20 milioni erogati dalla Regione. Risposte che non sono arrivate. Le attività formative degli enti non in regola saranno svolte direttamente dalla Regione attraverso il Ciapi, che è un ente che può operare. dopo il riconoscimento dell'Ue, in house. Il Ciapi di Priolo, dunque, continuerà le attività formative, ma a condizione che utilizzi il personale proveniente da Ial Sicilia, Aram, Lumen, Ancol e Aiprig.
I dipendenti degli enti in discussione, circa 1.200 a tempo indeterminato, non transiteranno nei ruoli del Ciapi, ma saranno messi in aspettativa e assunti con contratti flessibili a tempo determinato. Non cambierà, però, la retribuzione.