E invece di concentrarti su come espanderti, su come investire sui tuoi abitanti hai contribuito a creare una generazione di “depressi”, che non sanno chi sono e cosa vogliono dalla loro vita. Giovani che soffrono nel non trovare fine ai loro sacrifici. Costretti ad accontentarsi di lavoretti per cui non avevano studiato o che detestano, pur di sopravvivere . E allora si sentono inutili, vuoti, falliti.
Ci sono giovani che decidono di togliersi la vita, perché nonostante la giovane età e quindi una vita intera dinanzi a sé, si convincono che non ci sia nulla per cui valga la pena di lottare.
Ci sono Giovani che lavorano diligentemente per 300 Euro mensili, senza ferie o malattie pagati o magari in nero, giovani che pur di dare un senso ai loro giorni decidono di investire su delle attività ma che vengono ostacolati dalle tasse, dai tempi burocratici lenti ed inefficienti. Ci sono giovani che lavorano gratis dopo lauree triennali e magistrali pur di far qualcosa e sperando di accumulare esperienza per poter lavorare seriamente un giorno.
Ci sono giovani che non sono figli di “Qualcuno d’Importante” e per questo motivo non possono aspirare alle professioni per le quali metterebbero amore e passione.
Ci sono Giovani che aspirano semplicemente a porre le basi della loro vita, per poi sposarsi e creare nuova vita. Valore fondamentale per l’uomo, ma che oggi è diventato una meta difficile da raggiungere sennonché utopica.
Perché, citando uno dei tuoi ex amministratori i giovani devono smettere di aspirare ad un impiego fisso e del resto, è monotono.
Certo, è noioso trovare una stabilità economica che ti permetta di raggiungere quella serenità dentro il cuore e raggiungere la pace con sé stessi.
Smettiamola di dire che i tuoi figli sono dei bamboccioni, certo ci sono quelli che rimangono a casa perché stanno comodi così e non sono in grado di gestirsi da soli , ma ci sono quelli che sono costretti, perché tu non gli dai la possibilità di iniziare a volare da soli.
Poi, ci sono giovani come me. Costretta a 25 anni a lasciare la sua terra, la sua casa, il suo amato mare, le sue amicizie, il suo gruppo di danza diventato famiglia e sostegno morale,per andare all’estero. Fortunata ad avere al suo fianco il suo compagno di vita ,forti del sostegno reciproco. Alternando la speranza di trovare un lavoro decente che le permetta di realizzare il sogno più grande : diventare mamma, e momenti di sconforto, paure, nostalgie e disagio interno.
Non è semplice, mia cara Italia, essere costretti dall’oggi al domani a ricominciare tutto da capo, in una terra straniera con usi e costumi diversi, sentendosi soli in mezzo alla gente. Senza nemmeno sentire il sostegno di chi ti è caro, ma solo critiche e
giudizi negativi. E ritrovarsi costretti a giustificare le proprie scelte agli altri , fingendoci di crederci mentre si e’ i primi ad avere paura, che questi sacrifici siano vani.
Ma nessuno può capirti. Nessuno lo può capire finché non lo prova.
Ma, invece di piangerti addosso, cerchi di adattarti, di farti vedere tra tanti, che a tuo parere sono più preparati di te, ma devi mettercela a credere in te ed ad arrivare a conquistare il tuo pezzo nel mondo.
Cara Italia , hai creato una fila di precari, che vorrebbero insegnare e che meriterebbero di farlo, e quindi hai anche rovinato il sistema scolastico, rendendolo non appropriato al mondo del lavoro.
Hai creato generazioni di avviliti perché hai tolto loro gli stimoli di impegnarsi per ottenere qualcosa.
Ma ciò che è peggio, hai tolto loro la speranza. Li hai resi esasperati e costretti a fuggire lontano da te.
Ovviamente non è il mio caso, ma hai perso tanti preziosi “cervelli” che sono stati accolti a braccia aperte da altri Stati contribuendo alla LORO espansione.
Come puoi dormire sonni tranquilli alla luce di ciò?Come puoi fare andare avanti le cose con superficialità e raccomandazioni ?
Stai cadendo a pezzi, e anziché tentare di rialzarti ti concentri su una politica fatta di bunga bunga, corrusione, gossip e finzione.
La tua Politica fa schifo.
Io sono stanca di lamentarmi o sentire gente che si lamenta.
E' ora di denunciare.
E' ora di far qualcosa.
E' ora di acquisire la consapevolezza della gravità della situazione e rialzarsi.
Mia amata Italia, spero che mi tenderai presto le tue braccia e potrai rendere possibile un mio ritorno.
Cora Cammareri