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23/07/2013 06:00:00

Protocollo per l'abolizione delle case abusive nel circondario di Marsala: ecco cosa prevede

E' stato firmato ieri in Prefettura, a Trapani, un protocollo, nato da un'idea del sostituto procuratore di Marsala Dino Petralia, che coinvolge enti locali, forze dell'ordine, professionisti, per cercare di dare un input alla demolizione delle centinaia di immobili costruiti abusivamente sulle nostre coste e pertanto da abbattere, in virtù di quanto prevede la legge. 

 Il protocollo d'intesa porta la firma di  procura di Marsala, sezione misure di prevenzione del tribunale di Trapani, prefettura, gli assessorati regionali al territorio e alle autonomie locali e i Comuni di Campobello di Mazara, Castelvetrano, Marsala, Mazara del Vallo, Pantelleria, Petrosino e Salemi, nonché i collegi provinciali degli Ordini degli architetti, degli ingegneri e dei geometri.  Perchè solo questi Comuni? Perchè si tratta di un'iniziativa che riguarda solo il circondario della Procura di Marsala e non quello di Trapani (da cui dipendono Comuni con gravosi problemi di abusivismo come Alcamo, Favignana, e la stessa città di Trapani).

”Il protocollo – spiega il sostituto procuratore di Marsala, Dino Petralia – prevede che gli Ordini tecnici mettano a disposizione le loro forze giovanili ad un prezzo irrisorio per fornire le consulenze preparatorie alle demolizioni; i Comuni si faranno carico delle spese, assolvendo a degli obblighi specifici; mentre la Procura avrà il compito di sovrintendere sotto il controllo e la vigilanza di due assessorati regionali”. Gli immobili da demolire  con sentenza passata in giudicato, sono 529.

Il protocollo comincia con queste parole: "In un settore particolarmente travagliato quale quello dell’edilizia residenziale abusiva, largamente diffuso nei territori dei Comuni ricompresi nella giurisdizione del Circondario della Procura della Repubblica di Marsala, appare opportuna ed indifferibile la fissazione di regole e procedure certe che, in ossequio alle disposizioni del D.P.R. n. 380/01 e per la fase esecutiva delle demolizioni ordinate con sentenze passate in giudicato che la Procura è tenuta per legge ad attivare, abbiano come obiettivo primario l’applicazione di modalità operative congiunte e preventivamente concordate da parte di tutti gli organismi interessati". 

Il protocollo mira a " garantire e a rendere effettive e sollecite le procedure di demolizione dei manufatti abusivi per i quali sia intervenuta pronuncia irrevocabile del giudice penale". Anche perchè l'attività di demolizione, non solo ha scopo sanzionatorio, ma è "al contempo, strumento di sensibilizzazione ad un uso ordinato e rispettoso del territorio quale bene comune".

Firmato il protocollo, per i politici sornioni che fanno finta di voler abbattere le case abusive ma in realtà sono compiacenti con gli abusivi stessi (se non a loro volta essi stessi abusivi, come vale per molti politici marsalesi...), il gioco si fa duro. Ecco cosa prevede infatti la convenzione firmata in Prefettura:

1. Ogni Comune sul territorio del quale insistono manufatti abusivi dovrà procedere, a sua cura e spese e per conto dell’Autorità giudiziaria, alla demolizione dei manufatti in relazione ai quali sia intervenuta sentenza definitiva e disattesa l’intimazione amministrativa all’abbattimento.
2. Il Comune effettuerà la demolizione delle opere abusive sulla scorta dell’esito della preventiva consulenza tecnica disposta dal PM, mediante ricorso, in prima istanza, a ditte in regime d’amministrazione giudiziaria in quanto sottoposte a sequestro di prevenzione da parte della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani, e, ove non disponibili e/o inadeguate, a ditte esterne individuate tramite gara d’appalto e comunque in ossequio alla legge e in applicazione della vigente normativa relativa ai lavori pubblici, possibilmente designando il consulente tecnico nominato dall’A.G. quale direttore dei lavori relativi alla demolizione.
3. L’esecuzione delle opere di demolizione ad opera dei Comuni dovrà avvenire, di regola, entro tre mesi dalla scadenza del temine di 90 giorni assegnato al proprietario con il provvedimento di ingiunzione, giusta disciplina di cui all’art. 31 L. n. 380/2001;




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