”Signor presidente, al di là di quello che sarà il verdetto finale di questo processo, per me non cambierà nulla. Il mio destino è già segnato. Però le dico che io sono innocente e che non so chi ha ucciso il dottore Rostagno”. Queste le parole di Virga, ex capomandamento di Trapani.
”Chi ha ucciso Rostagno – dice Virga – ha lasciato la firma: è una banda Brancaleone; io non devo dare giudizi signor presidente, e me ne scuso”. Virga sottolinea di ”conoscere bene quei luoghi” e, a sostegno della sua tesi – e cioè che non avrebbe scelto per l’agguato ”un budello dove non passano nemmeno due auto” – descrive i tre percorsi che Rostagno poteva scegliere per raggiungere la comunità Saman.
Il boss ha illustrato minuziosamente le aree del percorso idonee a compiere l’agguato ”senza far correre rischi ai killer” e ribadisce che ”solo una banda di Brancaleone, ha potuto scegliere quel luogo”.
Virga, poi, riferendosi ad alcuni collaboratori di giustizia, dice che ”si sono contraddetti”. Parlando di Angelo Siino, che nella sua deposizione in aula sostenne di aver ricevuto l’incarico da Francesco Messina Denaro (padre del boss latitante Matteo) di parlare con l’editore di Rtc (la tv dove lavorava Rostagno) per ammorbidire il giornalista, il boss ha tenuto a precisare di aver avuto ”un buon rapporto con Puccio Burgarella (l’editore della tv)”. E aggiunge: ”Se, come dicono, io ero il capomandamento, Francesco Messina Denaro, perchè non si è rivolto a me?”.
E poi ancora, alla fine: "“....Signor presidente, mi scusi ....concludo con una stupidaggine, a me qualsiasi sentenza oggi non mi cambia la vita ma io non ho ucciso il dottor Rostagno...scusi presidente per questa stupidaggine, saluto a tutti”.