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11/07/2013 04:46:26

Due giorni di passione in consiglio comunale a Marsala. E monta la protesta sugli impianti sportivi

Ci sono voluti due giorni per approvare a Sala delle Lapidi la modifica dello statuto della casa di Riposo Giovanni XXIII. E dopo l'approvazione martedì in consiglio comunale è scoppiata la polemica contro il sindaco Adamo e la decisione di non aggiudicare la gestione degli impianti sportivi alle stesse società. 

Dopo l’intervento del consigliere Michele Gandolfo (che ha lanciato un grido d’allarme circa la decisione presa dal sindaco Adamo di non affidare più la gestione degli impianti sportivi della città alle società sportive, ma di bandire una gara per concederli per un periodo più lungo, anche 15-20 anni, anche ad imprenditori privati che vogliano avere un ritorno economico), si è aperto un infuocato dibattito, che ha visto impegnati quasi tutti i consiglieri e, in particolare, Di Girolamo, Augugliaro, Carnese, Genna, Anastasi, Sturiano e Russo.
Generale la “levata di scudi” contro il primo cittadino, accusato di avere stravolto quello che fino a pochi giorni prima era stato il “percorso” seguito dall’assessore allo Sport Eleonora Lo Curto, dalla Commissione consiliare allo sport presieduta da Antonio Putaggio, dalla Consulta Comunale presieduta da Andrea Baiata ed ancora dal presidente del Consiglio Enzo Sturiano, e volto ad affidare, secondo quanto prevede l’apposito regolamento, gli stessi impianti sportivi alle società (ovviamente, se più di una, a quelle militanti nella categoria superiore) che praticano le discipline ospitate nelle varie strutture comunali.
“Non si può risparmiare sullo sport per la valenza sociale che esso riveste” è stato detto nel corso dei vari interventi perché questo, e il non dare in gestione gli impianti alle società sportive che ne hanno diritto, significa mettere in ginocchio società gloriose come lo Sport Club Marsala 1912 (che ha chiesto soltanto il rifacimento del manto erboso e la gestione del Municipale “Nino Lombardo Angotta”) ed il Marsala-volley, che già ha dovuto rinunciare al ripescaggio in A2 femminile e dovrà ripartire dalla B1 e rischia, ora, di non avere più in gestione la “Fortunato Bellina”.
Non sono mancate accuse, nel corso del dibattito, anche all’assessore allo sport Eleonora Lo Curto, che poco prima era stata intervistata sul tema da una radio locale e che non sarebbe stata capace di opporsi –è stato detto dai consiglieri- alla decisione del primo cittadino, pur avendo lavorato per circa due mesi ad un progetto completamente opposto. “C’è stato un difetto di comunicazione tra me ed il Sindaco –ha ammesso l’onorevole Lo Curto intervenendo in aula dopo essere stata chiamata al telefono da Michele Accardi, suo consigliere di riferimento- ma io non posso oppormi ad una decisione presa dal primo cittadino con il nobile scopo di contenere e ridurre le spese, in un momento così particolare per l’economia nazionale. Mi rendo conto delle preoccupazioni degli sportivi e dei diretti interessati, ma l’amministrazione comunale –state certi- ha a cuore le sorti dello sport cittadino.” 

E da due giorni monta anche la protesta di cittadini e tifosi. Alcuni di loro si sono dati appuntamento ieri sera a Piazza della Repubblica per protestare contro la possibilità di affidamento a privati delle strutture sportive, anzichè alle società. Il dirigente del Marsala 1912 Matteo Gerardi ha annunciato le sue dimissioni se le cose non cambieranno, e sul web sono stati tantissimi i commenti contro l'amministrazione e in difesa dello stadio e del Marsala calcio soprattutto. Ma anche un accorato appello a nome delle altre società sportive. 

 

Casa di Riposo. Tornando a Lunedì non sono mancate le interrogazioni ad inizio seduta. Tra gli interventi, quelli del consigliere Giuseppe Carnese, che ha rivolto un plauso al sindaco per il suo intervento sui problemi della sanità (“finalmente il sindaco ha fatto il sindaco, lo dovrebbe fare tutto l’anno, non quando capita”, ha detto Carnese) ed ha, invece, lamentato il fatto che in occasione della ‘Notte Bianca’ di sabato scorso i sacchetti di immondizia sono rimasti esposti in Via XI Maggio e in Via Roma fino alle due di notte, senza che i dipendenti Aimeri potessero effettuare il servizio a causa della tanta gente per le strade. Il consigliere Salvatore Di Girolamo ha chiesto quando l’Amministrazione porterà il bilancio in aula e ha sollecitato una seduta “ad hoc” per tutte le interrogazioni a cui l’amministrazione non ha risposto.

 Il consigliere Ginetta Ingrassia ha rivolto un plauso al sindaco e all’Amministrazione per la riuscita delle tre serate di Marsala Wine, che hanno portato la città alla ribalta della cronaca nazionale, ed ha sottolineato l’impegno dell’Amministrazione sull’affido familiare e la sensibilità verso le fasce più deboli.
Il consigliere Augugliaro ha chiesto quanto sono effettivamente costate le manifestazioni del Marsala Wine, mentre Michele Gandolfo ha chiesto la trasmissione alla Procura di tutto il carteggio relativo all’autorizzazione rilasciata alla ditta che noleggia bici elettriche ad esercitare la propria attività all’interno dell’atrio comunale.
Ma è stato sulla casa di riposo il momento clou della serata.
“Sono rammaricato per l’atteggiamento assunto da alcuni consiglieri, sia di maggioranza che di minoranza, i quali hanno fatto venir meno il numero legale in maniera strumentale rimandando a domani (oggi, 9 luglio, ore 17,30) la votazione sulla delibera relativa al parere previsto dalla legge sull’adozione del nuovo Statuto della Casa di Riposo “Giovanni XXIII” quando già, peraltro, la discussione era praticamente chiusa e l’aula aveva preannunciato un voto favorevole. Ciò comporterà un aumento di costi per l’Ente Comune per cui mi auguro che, per il futuro, alcuni consiglieri possano rivedere i loro comportamenti.”
Con queste parole, non riuscendo a nascondere il suo disappunto, il presidente Vincenzo Sturiano aveva chiuso la seduta di lunedì sera. Una seduta quasi interamente dedicata, fatta eccezione per alcune comunicazioni e interrogazioni, alla spinosa questione della IPAB marsalese, struttura che ha oggi un debito di oltre un milione e 800 mila euro e per la quale, come è emerso nel corso del dibattito, è necessario individuare soluzioni per un rilancio che ne scongiuri la chiusura.
In aula c’erano anche l’assessore alle Politiche Sociali, Antonella Genna e il dirigente del Settore Servizi al Cittadino, Aldo Scialabba (che hanno illustrato le novità contenute nel nuovo Statuto dell’IPAB). Sono intervenuti nel dibattito i consiglieri Enzo Russo, Vincenzo Martinico, Salvatore Di Girolamo, Antonio Putaggio, Arturo Galfano, Pino Milazzo, Rosanna Genna e Guglielmo Anastasi. Tutti hanno preannunciato il loro voto favorevole al nuovo Statuto, auspicando che l’Amministrazione Comunale riesca effettivamente a predisporre una strategia di rilancio della struttura Ipab.
Nella maggioranza il consigliere Guglielmo Anastasi ha preso ancora di più le distanze dall’amministrazione Adamo. Alla luce del fatto che le competenze in materia di Ipab sono della Regione Siciliana, Anastasi si è chiesto cosa ha fatto per la Casa di Riposo “Giovanni XXIII” il sindaco Giulia Adamo negli anni in cui è stato deputato regionale, augurandosi che possa oggi recuperare l’occasione persa allora ponendo in essere tutte quelle strategie per un rilancio.
Una seduta, dicevamo, quasi interamente dedicata alla Casa di Riposo.
Come detto, venuto meno il numero legale e con soltanto otto consiglieri presenti dopo un’ora di sospensione (per l’esattezza, Sturiano, Maggio, Ingrassia, De Maria, Galfano, Martinico, Anastasi e Cudia).
E a proposito di quanto successo lunedì sera in aula i consiglieri UDC Ginetta Ingrassia e Arturo Galfano, hanno definito in una nota “irrispettoso nei confronti della città l’atteggiamento di alcuni consiglieri che in modo strumentale non hanno consentito il prosieguo dei lavori e la votazione dopo avere addirittura preannunciato il voto favorevole. Alle parole –scrivono i due consiglieri- debbono seguire i fatti nel rispetto del ruolo istituzionale di cui ognuno di noi è investito.” Poi martedì l'approvazione all'unanimità dello statuto.