Nel corso dell'operazione i militari dell'Arma hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare emessa dall'autorità giudiziaria di Palermo nei confronti di diversi soggetti ed eseguito numerose perquisizioni domiciliari. I destinatari del provvedimento restrittivo avrebbero messo in piedi una fiorente attività di spaccio che riforniva il mercato trapanese ed ericino, e che vedeva la base operativa in un immobile situato in un quartiere popolare difficilmente penetrabile dalle Forze dell'Ordine.
A capo del clan c'era una donna, Francesca Incarbone, di 33 anni. L'indagine è stata chiamata “Nassiriya” perché la fiorente attività di spaccio che è stata stroncata si svolgeva prevalentemente nella omonima via, alla periferia di Trapani, situata nel quartiere popolare “Fontanelle Sud”, dove aveva il suo centro operativo la banda. Gli arrestati sono, oltre a Incarbona, Giuseppe Acabo, Giuseppe Cherchi, Vincenzo Papa, Bernardo Tesé, Gaspare Massimiliano Salafia, Pietrino Cherchi, Giuseppa Angelo, Rosario Orlando.
L’operazione è scaturita da una articolata attività investigativa, iniziata nel dicembre 2011 con il sequestro di un chilo e mezzo di hashish, ripartita in panetti, ed è proseguita per circa un anno con intercettazioni e servizi di video ripresa dell’attività di spaccio. In otto mesi di pedinamenti sono stati effettuati numerosi sequestri di sostanze stupefacenti: 2,5 chili di hashish, 65 grammi di cocaina, 11 grammi di eroina, decine di “dosi” sequestrate a soggetti assuntori abituali di stupefacente che le avevano già prelevate dagli spacciatori.
L'abitazione di Incarbone già nel luglio dell’anno scorso era risultata blindata con porte e finestre munite di sbarre in ferro, che i carabinieri hanno dovuto far rimuovere dai vigili del fuoco con le seghe elettriche per poter effettuare una perquisizione domiciliare.
A disposizione del clan anche dei minorenni usati come pusher.