E lo ha fato con lo stile che gli è proprio. Toni felpati i suoi, su cui più di uno ha pure ironizzato, ma duro nella sostanza. L’aplomb di stampo britannico del commissario straordinario, a cui siamo stati abituati nel corso di questo anno, non è gradito ad alcuni. Nemmeno a certa stampa. Nostalgia delle urla del già sindaco Vittorio Sgarbi? Chissà! Ma andiamo con ordine. Nel corso dell’ultima conferenza stampa indetta dalla Commissione Straordinaria, che attualmente gestisce il Comune, abbiamo appreso alcuni dati interessanti che riteniamo corretto divulgare. Come è noto, il processo della Ricostruzione dei fabbricati privati di civile abitazione è avvenuta tramite l’erogazione di contributi statali che governo e parlamento nazionale ha assegnato ai singoli comuni della Valle del Belice. Presso i quali la cosiddetta Commissione ex art. 5 ha provveduto ad approvare i progetti e ad assegnare i contributi. In questi 44 anni, è stato calcolato che quella di Salemi ha esaminato 3750 pratiche circa, di cui sono solo 1600 circa i progetti finanziati. Di questi progetti si è scoperto però che ben 524 non sono arrivati a definizione. Una cifra enorme, come si vede. Un terzo del totale. Di queste pratiche non risultano esserci più notizie. Sono già pronte le diffide ai titolari che si aggiungono alle 62 già inviate nei mesi scorsi. Dalla meticolosa ricognizione fatta dall’ingegnere Vincenzo Ortega risulterebbe inoltre che il 22% circa ( cento, circa) di esse sono arrivate all’ultimo stadio. Nel senso che il contributo risulta essere stato speso per il 90% e che la differenza verrebbe saldata con il perfezionamento e gli adempimenti previsti dalla legge. Anche se in presenza di una licenza di costruzione scaduta. E’ sufficiente che si avanzi la richiesta di proroga o di rinnovo per sistemare il tutto. Le cose cominciano a diventare un po’ più complicate per il 78% di esse. Qui entriamo in una zona variegata che presenta aspetti non sempre chiari, per usare un eufemismo. Ci sono casi di chi, dopo l’approvazione del progetto, ha intascato il 50% del contributo, ma nulla ha più comunicato agli uffici del Comune. Taluni risalirebbero addirittura a tantissimi anni addietro. In altri casi è avvenuto che il beneficiario del sussidio statale abbia venduto l’immobile, anche per pochissimi euro, senza spendere un centesimo del contributo percepito. “Altro che case ad 1 Euro. Noi non possiamo ignorare questi episodi e abbiamo il dovere di segnalarli alla Procura della Corte dei Conti. Sarà lei a stabilire se c’è stato un danno erariale”, ha sottolineato il Commissario Falco. Di tutto questo non vi è stato alcun cenno nei giorni seguenti sulla stampa. Un quotidiano del mattino invece, ha dato ampio risalto ad comunicato, corredato con tanto di foto, emesso da un avvocato di Partanna (quindi un privato) nel quale si sostiene che “né il comune di Salemi né altri Comuni della Valle del Belice possono arrogarsi il diritto di revocare il contributo concesso alle popolazioni colpite dagli eventi sismici nel gennaio 1968 quando questi abbiano già iniziato i lavori e siano intervenuti con propri fondi nella ricostruzione degli immobili». Si tratterebbe di un legale che avrebbe ricevuto l’incarico da parte di alcuni titolari di contributi per la ricostruzione, residenti a Salemi, Partanna e Vita, al fine di difenderli ed “evitare che oltre al danno gli stessi abbiano a ricevere la beffa”. Secondo questo avvocato “la revoca del contributo è contemplata dalla legge nella fattispecie di mancato inizio dei lavori, ma allorquando il beneficiario inizi i lavori e riceva dallo Stato le somme destinate al primo stato di avanzamento nella misura 50% successivamente 20%, 12% e 08% ( il 10% è destinato al collaudo) ed impieghi, oltre alle somme ricevute a titolo di contributo, anche fondi propri, il Comune, non potrà più chiedere la restituzione del contributo.” Concludendo che “non si capisce quale possa essere la competenza della Procura della Corte dei Conti, alla quale sembra che la commissione straordinaria di Salemi si voglia rivolgere.” Una presa di posizione che ha fatto sobbalzare sulla sedia il prefetto Falco, tanto da farci immediatamente sapere che mai si sia creata tanta disinformazione sull’argomento. “E’ importante – ci ha precisato- “informare correttamente i cittadini, solo così essi potranno regolarizzare la loro posizione. Ci siamo rivolti alla Procura della Corte dei Conti perché in materia di danno erariale essa è l’autorità giudiziaria competente. Ripeto e ribadisco che qui stiamo parlando di soggetti che hanno intascato i contributi e o non li hanno spesi o ne hanno utilizzato solo una parte. Quelli che hanno utilizzato i propri soldi, come è stato erroneamente detto e diffuso saranno in tutto meno delle dita di una mano. Altro che danno e beffa subiti, come è stato lamentato! Tutti gli altri potranno chiedere una proroga se la concessione edilizia sia scaduta oppure chiedere un ragionevole rinvio”. Quindi nessun allarmismo sembra volere sottolineare Leopoldo Falco. Sembrerebbe voler dire, come il governatore di Milano dei Promessi Sposi Ferrer, "Adelante Pedro, sed cum judicio". Intanto ha richiesto la proroga per altri sei mesi.
Franco Lo Re