Per l’occasione, oltre all’altare, sono stati realizzati i luoghi liturgici di cui la chiesa aperta al culto nel 2009 era ancora sprovvista: ilFonte Battesimale, l'Ambone, la Sede presidenziale e le 12 Croci delle pareti sono stati realizzati in marmo “colonial cream” dalla ditta Vultaggio di Alcamo su progetto dell’architetto Vincenzo Settipani.
“Ho seguito passo dopo passo tutti i passaggi del lungo percorso che ci ha portato a celebrare insieme questa Solenne Liturgia ed oggi la gioia che provo è simile a quella di un padre e una madre che dopo il concepimento (posa della prima pietra nella nuda terra) e dopo una lunga attesa, vedono nascere il loro figlio (apertura della Chiesa) a cui bisogna dare un nome (Dedicazione) e dunque battezzarlo (Consacrazione dell’Altare) – afferma il parroco don Salvo Morghese - Con tutta la comunità Ecclesiale di Paceco siamo immensamente grati al Signore per aver averci donato non solo questa Chiesa materiale, dedicata a Maria ‘Regina Pacis’, con tutti i gioielli che oggi la adornano ma soprattutto per averci fatto camminare insieme, in questi sei anni circa, in ascolto della Parola di Dio e degli insegnamenti della Chiesa, cibandoci del Pane di Vita nuova che Cristo sull’Altare ci ha offerto e camminando nel segno della Carità di Cristo, rispondendo ognuno alla personale e comunitaria vocazione alla Santità, espressa nella varietà dei carismi e dei ministeri che costruiscono la Chiesa”.
La Chiesa “Regina Pacis” di Paceco costruita con fondi della Conferenza Episcopale Italiana e della Curia Vescovile
27 ottobre del 2007: POSA DELLA PRIMA PIETRA
27 giugno 2009: INAUGURAZIONE DELLA CHIESA E APERTURA AL CULTO
15 aprile 2013: INAUGURAZIONE DEI LOCALI PER LE ATTIVITA’ PASTORALI: AUDITORIUM, 2 PALAZZINE PER LE AULE CATECHISTICHE E CASA CANONICA
28 giugno 2013: DEDICAZIONE DELLA CHIESA E CONSACRAZIONE DELL’ALTARE.
Per saperne di più sul rito della “dedicazione”:
La liturgia di dedicazione di una chiesa è una delle più ricche sia per il profondo significato che riveste per la comunità sia perché si presenta molto suggestiva per i gesti e le parole che attraverso i riti di dedicazione dei luoghi della chiesa “materiale” evocano la Chiesa “mistero”. Il rito consta di cinque consequenziali momenti: riti d’introduzione, liturgia della parola, liturgia di dedicazione, liturgia eucaristica, riti di conclusione.
Nei riti d’introduzione, il vescovo benedice l’acqua ed asperge, in memoria del battesimo e in segno di penitenza, il popolo radunato, le pareti del tempio e, tornando in presbiterio, in nuovo altare.Dopo la preghiera di dedicazione il vescovo unge con il sacro crisma l’altare e le croci poste alle pareti della chiesa, esprimendo così l’unità di Cristo con le sue membra e la santificazione implorata nella prex dedicationis.
Il secondo rito della liturgia di dedicazione è l’incensazione dell’altare e della chiesa. Sull’altare viene posto un braciere sul quale vengono fatti bruciare alcuni granelli di incenso; il vescovo, quindi, incensa l’altare e, a seguire, i diaconi incensano il vescovo, i ministri, l’assemblea e le pareti della chiesa.
Terminata l’incensazione l’altare viene asciugato dal sacro crisma, addobbato con la tovaglia bianca, i candelieri e i fiori.
L’ultimo rito è quello dell’illuminazione dell’altare e della chiesa che ricorda che Cristo è luce per illuminare le genti e del suo splendore brilla al chiesa e per mezzo di essa tutta la famiglia umana.
La liturgia eucaristica presieduta dal vescovo costituisce il vertice del rito di dedicazione, tanto che in antichità era l’unica azione per dedicare il tempio cristiano: con la celebrazione del sacrificio eucaristico, infatti, si raggiunge e si manifesta chiaramente la motivazione per cui la Chiesa si è dotata dell’altare: per rendere presente il sacrificio di Cristo e la sua salvezza per il mondo intero che si ripete ad ogni celebrazione.