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26/06/2013 04:54:36

Volley Marsala. Il silenzio delle aziende manda la squadra in B. E il web si ribella

“60 modi di vivere la serie A” era il progetto lanciato dalla Pallavolo Marsala, con l’obiettivo di convincere le imprese marsalesi ad investire sulla squadra attraverso accordi pubblicitari. Un progetto importante che va incontro sia alle esigenze della squadra, sia a quelle delle aziende, che con un contributo di mille euro avrebbero ottenuto, praticamente a prezzo stracciato, lo spazio pubblicitario all’interno del Palabellina. L’iniziativa era di vitale importanza per far iscrivere la squadra al prossimo campionato di A2. Un occasione importantissima per mantenere il volley marsalese ad altissimi livelli, e portare in giro per l’Italia il nome di Marsala. Il progetto era stato presentato anche in presenza dell’amministrazione comunale di Marsala con il sindaco Giulia Adamo e l’assessore allo Sport Eleonora Lo Curto, che hanno praticamente detto, in quell’occasione, che il comune non poteva contribuire in termini economici ma solo attraverso i lavori alle strutture sportive, come ad esempio il Palazzetto dello Sport. “Un settore giovanile che rappresenta il fiore all’occhiello dell’Italia meridionale – ha detto orgoglioso il presidente della Pallavolo Marsala Massimo Alloro – sono circa 350 le ragazze, di tutte le età, che partecipano alle attività con risultati di grandissimo prestigio. La nostra Under 16 ha vinto il titolo regionale di categoria e la nostra Under 18, dopo aver trionfato nella fase regionale ed in quella interregionale, da domani prenderà parte a Gorizia alla finale nazionale insieme alle migliori realtà italiane della pallavolo. Un simile patrimonio non si può e non si deve perdere. Siamo convinti – ha concluso Alloro – che la nostra partecipazione al campionato di A2 abbia dato grande visibilità alla città di Marsala ed al prodotto principe dell’economia locale, il vino ‘Marsala’, con presenza continua e costante sui media nazionali e sui circuiti specializzati. L’attenzione che ci ha sempre riservato la stampa è la conferma che la Pallavolo Marsala rappresenta un patrimonio che non si può disperdere”.
L’appello della Pallavolo Marsala però non è stato ascoltato dalla imprese del territorio. E questo silenzio ha fatto scatenare l’indignazione di tantissime persone, arrabbiate per non vedere il prossimo anno le ragazze della Pallavolo Marsala nei maggiori campi d’Italia, e convinti che a perdere non sarà soltanto la pallavolo marsalese, ma tutta la città di Marsala.
“E’ un vero peccato - scrive Giovanna - io sono cresciuta con la pallavolo nelle vene e molte delle mie attuali amicizie sono nate quasi 30 anni fa, cioè quando è nato il mio amore per questo stupendo sport. I giochi di squadra aiutano a sviluppare sentimenti di solidarietà e condivisione che i nostri ragazzi stentano a capire!”. Salvatore, delusissimo, parla invece di “grande perdita per la città, dopo tanti sacrifici fatti dalla dirigenza per mantenere la squadra in A2. Adesso per mancanza di sensibilità da parte di tutti, senza togliere nessuno, vediamo sfumare questo sogno che per noi era diventato come una famiglia”. Per Gianvito “perdere la A vuol dire scavare un altro fosso per far morire la nostra città”. Marisa Canino, che negli anni 90 ha militato nella Pallavolo Marsala: “è con immenso dispiacere che apprendo la notizia della crisi che ha colpito la società. Una squadra che milita in un campionato di alto livello fa da volano alle giovani leve che si avvicinano a questo splendido sport con la voglia di emulare le loro eroine”. Per Simone Tramuta, tecnico ed ex giocatore di serie A, “il problema è generale ma nella fattispecie penso che la scarsa cultura dello sport inteso anche come veicolo comunicativo sia alla base della sua scomparsa progressiva. So cosa significa creare un gioiello e vederlo scomparire da un momento all'altro. Ti assale uno sconforto terribile e un senso di impotenza. Io dico che non può averla vinta la cultura dell'oblio e del non fare, capisco che si devono fare i conti sempre e comunque col denaro ma noi uomini di sport dobbiamo pensare alla mission che ci siamo scelti di avere: creare un mondo pulito e ideale per la crescita dei giovani”. Anche Alessandra Casoli, capitana della squadra, è intervenuta rivolgendosi direttamente alle istituzioni e alle aziende che non hanno risposto all’appello: “Quello che fa più male è la totale indifferenza degli imprenditori e delle istituzioni marsalesi! Io non posso credere che in una città come Marsala non si riesca a mantenere una serie A! Ci sono città, paesi che si farebbero in quattro per avere una squadra di alto livello e Marsala che fa? Nulla! Peccato, peccato per quelle fantastiche persone che fanno parte della società e che in questi anni si sono 'sacrificati' per raggiungere un obbiettivo così prestigioso. Peccato perché questo risultato lo abbiamo voluto e ottenuto con il cuore! Peccato perché sappiamo quant'è difficile far 'emigrare' atlete al sud ma, chissà perché, una volta vissuta Marsala nessuno se ne vuole più andare! Bè che dire,forse qualcosa di buono per Marsala questa società l'ha fatto! Si, posso dire che tutta la pallavolo di serie A è innamorata di Marsala! Scusate se è poco. E non è certo merito delle istituzioni ma di chi ci ha accolto come delle figlie in una grande famiglia! Non c'è modo migliore di far conoscere questa splendida terra in tutta Italia, ve lo assicuro! Cercate di aprire gli occhi!”.