A rilevarlo è il Rapporto Italiani nel Mondo 2013 elaborato dalla Fondazione Migrantes sui dati forniti dall'Aire (Associazione italiani residenti all'estero). L'aumento, in valore assoluto, rispetto al 2012 è di 132.179 iscrizioni, pari a +3,1% e +5,5% rispetto al 2011. La Sicilia, in questa classifica dell'emigrazione è seguita da Campania, Lazio, Calabria, Lombardia, Puglia e dal Veneto.
I siciliani che hanno scelto di emigrare all'estero quest'anno sono 12.822 più di quello scorso e la provincia più rappresentata fuori dai nostri confini è quella di Agrigento (152.403 persone), seguita a ruota da Catania (108.413) e Palermo (107.658).
La ripartizione continentale rivela, ancora una volta, che la maggior parte degli italiani si trova in Europa (2.364.263, il 54,5% del totale); a seguire l'America (1.738.831, il 40,1% del totale) e, a larga distanza, l'Oceania (136.682, il 3,1%), l'Africa (56.583, l'1,3%) e l'Asia (44.797, l'1,0%).
Dal confronto dei dati Aire disaggregati per continenti dell'ultimo triennio emergono rifles-sioni interessanti: l'aumento più vistoso riguarda, infatti, la comunità italiana in Asia (+18,5%) e, a seguire, l'America (+6,8%), l'Africa (+5,7%), l'Europa (+4,5%) e l'Oceania (+3,6%) per un aumento totale nel triennio 2011-2013 del 5,5% sul piano nazionale. Nel biennio 2012-2013, invece, il trend positivo dell'Asia continua (+8,6%) come a dire che effettivamente anche l'Italia, come il resto del mondo, ha volto lo sguardo alle mille opportunità offerte, oggi, dall'Oriente.
Le comunità più incisive continuano a essere quella argentina (691.481), la tedesca (651.852), quella svizzera (558.545), la francese (373.145) e la brasiliana (316.699) per restare alle nazioni che accolgono collettività al di so-pra delle 300 mila unità. A seguire, il Belgio (254.741), gli Stati Uniti (223.429) e il Regno Unito (209.720).
«I dati, ma soprattutto i lavori di studio e ricerca - commenta monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Migrantes - sono un invito a superare le letture approssimative, che riducono gli emigrati italiani ai soli "cervelli in fuga" e a prendere in considerazione la molteplicità di storie, di vissuti e di condizioni di persone e famiglie in emigrazione, che rappresentano una tra le più significative espressioni della vita del nostro Paese e del mondo odierno».