Ad iniziare è stato l'avvocato Salvatore Chiofalo, difensore del Ghaleb che deve rispondere di false dichiarazione al pm. Per l'imputato è stata chiesta una condanna a 5 anni e 6 mesi di reclusione. "
Il mio assistito fin dall'inizio ha collaborato con gli inquirenti. Non è vero che ha reso delle dichiarazioni false. Quando Gahleb riceve la telefonata da Jessica Pulizzi, e gli inquirenti lo localizzano fuori da Mazara del Vallo, lui si trova a casa della nonna, e ci sono quattro testimoni che dicono che non si è mosso da Mazara. Ghaleb non era indagato e non aveva motivo di mentire". Per questi motivi il difensore ha chiesto che venga assolto per non aver commesso il fatto o perchè il fatto non sussiste.
Per Jessica i pm Francesca Rago e Sabrina Carmazzi hanno chiesto 15 anni di reclusione. Così l'avvocato Fabrizio Torre, ha iniziato l'arringa difensiva, partendo da quel 1° settembre 2004. "
Quel giorno - dice il legale - sono fiamme infernali quelle che entrano nella casa di Piera Maggio, ma anche a casa della mia cliente, di sua sorella Alice e della sua mamma Anna Corona. Via via che i giorni passano, parte anche la sassaiola mediatica senza precedenti nei confronti di una minorenne. Adesso dopo nove anni dal quel primo settembre, la mia assistita attende con la serenità di chi sa che quelle lingue di fuoco non toccheranno mai la sua anima, perchè sa di essere innocente". La difesa di Torre parte dallo scenario attorno a via La Bruna.
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Denise è controllata sempre a vista dalla nonna, da un parente prossimo o da amici. Tutti potenziali testimoni di questo tragico evento. Questo è il dato che abbiamo. La presenza di tutte queste persone ci permette di fare la nostra considerazione. Un soggetto estraneo non conosce i luoghi e le persone che vi abitano. Uno soggetto che conosce quei luoghi e le persone è assolutamente riconoscibile. Tutti notavano Jessica quando passava da quella strada, perchè conoscono sia lei che la sorella Alice. La ricostruzione dei pm dice che Jessica e la sorella, a bordo dello scooter, passano in via La Bruna, prendono Denise e la portano via. Percorrono la via Salemi, le altre vie, e si dirigono a casa del padre Piero Pulizzi. Tutto ciò avviene e nessuno di quelle persone si accorge di nulla...".
L'avvocato Torre punta sull'inattendibilita dei testi, ritenuti troppo vicini a Piera Maggio e per questo condizionabili. E poi la pista degli zingari, con le segnalazioni fatte nei pressi del cimitero, quelle di Tortona e di Milano. E ancora, le comparazioni fatte dai Ris che confermano la compatibilità tra Denise e la bimba del filmato della guardia giurata. Chiedendo l'assoluzione per non aver commesso il fatto, l'avvocato Torre ha affermato: "E' solo una congettura, che la gelosia di Jessica provata nei confronti di Piera Maggio, potesse portare al sequestro di Denise. L'avvocato Gioacchino Sbacchi ha concentrato la difesa sulla pista della pedofilia, su quella dei nomadi - secondo lui mai realmente approfondita - ma anche su fatti di esoterismo e sull'ossessione di Piera Maggio nei confronti di Jessica e Anna Corona.
Si sono registrati alcuni momenti di tensione, quando, durante la sua arringa, Sbacchi ha detto al difensore di parte civile Giacomo Frazzitta di non ridere. Al che il legale di Piera Maggio si è subito allontanato dall'aula, come precedentemente aveva fatto la sua assistita. Queste le parole della mamma di Denise al termine dell'udienza: "
Tutto quello che ha detto l'avvocato Sbacchi è stato già detto. Sono ancora degli attacchi alla mia famiglia e alla mia persona. Ha parlato di fatti inesistenti. Di piste esoteriche, pedofilia e pornografia. Trovo che sia un tentativo disperato di difesa raccontare fatti mai emersi in questo processo. Io sono la mamma di Denise, sono la persona offesa, non sono l'imputata. Non me la sono sentita di continuare a sentire tutto ciò. L'ho trovato davvero inopportuno e così ho lasciato l'aula". Martedì 25 giugno, il Tribunale si riunirà in camera di consiglio. Subito dopo la lettura della sentenza.
Carlo Rallo