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19/06/2013 04:20:24

Scrive Nino Rosolia, sulla "necessità di dare voce a Marsala ad un'opposizione all'Amministrazione Adamo"

Rosa Luxemburg 

Trascorso il primo anno di attività, finita la lunga e infruttuosa “luna di miele”, si amplia, tra i cittadini, il malcontento per molte delle scelte operate dall'On. Adamo e dalla sua Giunta. Scelte, ahimè, compiute nel surreale silenzio delle forze politiche, di gran parte degli organi d’informazione e della stessa ‘mitica’ società civile. Ma, come spesso accade, ne basta una a far traboccare il vaso: l’attuale Sindaca  ha citato in giudizio il direttore di www.marsala.it chiedendo un risarcimento di 50.000 euro per aver procurato, “con la sua attività giornalistica”, un danno di immagine all’Amministrazione e, dunque, alla città e ai suoi cittadini. A nome dei quali, la Sindaca, ha creduto di poter agire.

A dimostrazione, però, di quanto fallace fosse la sua supposizione, un nutrito gruppo di marsalesi, testimoniando solidarietà a Giacomo Di Girolamo e all’intera redazione, si sono recati, in corteo, nella sede del Comune esponendo un eloquente cartello: ”Non in mio nome”. Non nel nome di chi non pensa che il giornalismo d’inchiesta va bene.. “purchè cacci il naso altrove”, come ha scritto il vice direttore del Corriere della Sera Gian Antonio Stella. Anche lui sorpreso e indignato dal fatto che l’attuale Prima Cittadina, prima finanzia in pompa magna il “Festival del Giornalismo d’Inchiesta”, poi cerca di ripagarselo tentando di ‘estorcere’ i soldi ai pochi cronisti che, andando in direzione ostinata e contraria, provano a raccontare la città reale. L’autorevole editorialista del “Corsera”, peraltro, non è stato il solo ad occuparsi della vicenda. Firme prestigiose de ‘L’Espresso’, ‘Il Sole 24 Ore’, l’ ’Huffinghton Post’, ‘Narcomafie’, ‘Articolo 21’, ‘la Repubblica’, ‘SKY’, con toni tra l’ironico e il desolato, in una specie di esercizio di scrittura collettiva, hanno disegnato l’acrobatica parabola di una liberal/liberista che, facendo strame dei suoi stessi principi, si copre e copre di ridicolo un’intera città disvelando una concezione feudale, proprietaria, anticostituzionale della libertà di stampa.
Questo episodio è l'ultimo di una lunga serie, che da tempo avrebbero dovuto far aprire gli occhi alle forze politiche, economiche e sociali del territorio. Penso ad esempio all'azzeramento del contributo annuale del Comune al Consorzio del Polo Didattico di Trapani, frequentato da centinaia di giovani che, non potendo, per ragioni economiche, permettersi di risiedere e studiare a Palermo, vedono calpestato il loro diritto allo studio, in una Sicilia con il 47,6% della popolazione che arriva a stento alla fine del mese. E, parlando di sviluppo economico, non si può non pensare alla bocciatura del progetto “Marina di Marsala” (una sorta di hub dei porti turistici, unico in tutta la Sicilia Occidentale, capace di ospitare più di mille barche: per la nostra città, una delle rare idee imprenditoriali degli ultimi trent’anni): decisione che ha lasciato a bocca asciutta parecchi giovani marsalesi che, nella realizzazione dell’opera, avevano riposto le loro speranze di trovare una qualche residuale occasione di lavoro nella loro terra, magari evitando, per una volta, di ingrossare ulteriormente le fila dei troppi ‘cervelli in fuga’. L’eccellente risultato di tale condotta è il seguente:
A) Il Progetto della Società MYR è bloccato.
B) Del fantasmagorico“progetto pubblico già finanziato dal Governo Regionale dell’amico Crocetta” si son perse da tempo le tracce.
C) Sul Comune di Marsala incombe la spada di Damocle di un ricorso con cui, la summenzionata società, reclama dall’Ente un risarcimento di otto milioni di euro. Che, nella non fantascientifica ipotesi di una debàcle dell’A.C. al cospetto del TAR, noi cittadini, prima o poi, dovremo scucire.

Forse, su questi fatti – se non dannosi per la città, di certo ai più incomprensibili – sarà più utile, che i cittadini più consapevoli, andando oltre i confini del mirabolante mondo dei social, inventino altri ambiti ove dibattere, in modo anche aspro ma civile.

Penso al Movimento 5 Stelle che prima o poi dovrà assumersi le responsabilità derivanti dai consensi ottenuti (38,6% a Marsala alle ultime elezioni politiche) fornire ai concittadini il suo giudizio politico sul primo anno di attività amministrativa, chiarire se intende sostenere o porsi in posizione critica rispetto al governo cittadino e alla sua maggioranza.

Penso alle non poche voci che, pur isolate, sono state capaci di esprimere, sui più svariati temi, il loro sacrosanto dissenso, di replicare alle seducenti proposte d’ingaggio nel coro ruffiano del “Tutto va ben, madama la Marchesa” con un “Preferirei di no” detto fuori dai denti.

Adesso è il tempo di dar vita ad una opposizione democratica formata dal frastagliato arcipelago della sinistra – dai tanti potenziali ma silenti ‘malpancisti’ del PD ai numerosi cittadini che simpatizzano per la cosiddetta ‘sinistra radicale’ – dalla Lista Civica “Marsala è Tua” al M5S.

Ne guadagnerebbe la città: perchè solo da feconde contrapposizioni nascono le scelte più sagge.
L’opposizione: perchè, per chi volesse cimentarsi in questo laborioso quanto desueto esercizio, oggi, a parere di molti, nel nostro territorio, si schiudono notevoli spazi politici.
La stessa Amministrazione: perchè se è buona norma, per chi governa, saper cogliere nelle parole di chi lo adula lo stesso ingannevole tintinnìo della moneta fasulla, ancor di più lo è,al contrario,tenere in debito conto quelle di chi, criticandolo, in realtà lo aiuta, di volta in volta, a fare la cosa giusta.


G. Nino Rosolia
                                                                                                                          



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