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17/06/2013 04:11:19

Cristaldi, oggi la sentenza? Continua il processo a Morsello per bancarotta fraudolenta

Nel corso di un manifestazione organizzata da «Italiana stampa», il responsabile Giancarlo Frigulti aveva denunciato il primo cittadino per percosse, minacce e ingiurie e la sua segretaria per minacce e ingiurie. Nell'ultima udienza  la difesa ha rinunciato ad ascoltare il teste Duilio Pecorella (che fino a pochi giorni fa era assessore della Giunta Cristaldi, ma che poi è stato defenestrato nel rimpasto). Il collegio difensivo ha anche chiesto al giudice monocratico Zichitella di escludere dagli atti processuali la testimonianza di Frigulti - parte offesa nel processo - perchè lo stesso è stato denunciato per alcuni reati, ma  l'eccezione non è stata ammessa. Oggi è prevista  la requisitoria, poi la parola passerà alla dfesa. Infine, la sentenza.  Pubbico ministero è la dottoressa Giulia D'Alessandro, con la quale ha più volte polemizzato l'avvocato Baldassare Lauria, difensore di Cristaldi: "Voglio evidenziare il mio dissenso circa la condotta del pm - ha dichiarato -.  Vi è una posizione preconcetta della Procura nei confronti della posizione del politico. A un processo del genere di solito interviene un magistrato onorario e non un magistrato togato». 

BANCAROTTA. E' prevista per il 3 luglio la requisitoria del pm Giulia D'Alessandro nel processo per bancarotta fraudolenta che vede imputati Martino Morsello, Vincenzo Licari e Filippo De Vita. Il procedimento scaturisce dal fallimento di Aquitec, AquiBio Engineering e Ittica Mediterranea. Morsello era presidente del Cda e poi liquidatore dell'AquiBio. Per l'accusa gli imputati avrebbero effettuato, a vario titolo, «distrazioni di cassa» e false compravendite di immobili. Contestate somme fondo-cassa d'azienda e rimanenze di pesce non consegnate alla curatela.

RISSA.  Continua  a Marsala il processo che vede imputati  per rissa, i marsalesi Tommaso Titone e Fabrizio Stabile. Teatro della furiosa lite (sono volati tavolini e sedie) l'enoteca Morsi e Sorsi, nel 2010. A coordinare l'indagine è stato il pm Nicola Scalabrini
«La rissa scoppiò a causa dell'atteggiamento provocatorio di Titone e di altri suoi amici» hanno dichiarato tre testimoni ascoltati dal giudice monocratico Roberto Riggio. . Secondo i testimoni Tommaso Titone e alcuni suoi amici avrebbe iniziato a disturbare i clienti, «rivolgendosi in maniera arrogante e sottraendo i bicchieri dalle loro mani». A un certo punto, un 29enne (N. M.) si beccò un sonoro ceffone. «Subito dopo - hanno raccontato due testimoni - la lite degenerò, fino a diventare una rissa che durò circa mezz'ora, con tanto di tavoli e sedie distrutti». Anche i due testi sarebbero stati colpiti con calci e pugni alla schiena e alla testa. Non solo dal Titone, ma anche da altri (almeno in quattro) non identificati. N.M. fu anche colpito a un sopracciglio con un bicchiere. In aula, intanto, i testi hanno affermato di non essere sicuri che Fabrizio Stabile fosse tra gli amici del Titone che scatenarono la rissa. «Non ricordiamo bene il volto» hanno detto. Parte civile nel processo sono pure i gestori del locale pubblico, che subì ingenti danni. 



Giudiziaria | 2024-07-23 17:32:00
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