Erano anni difficili per un Consorzio che aveva tanta voglia di divenire il Quarto Ateneo Siciliano, ma che fra l’altro doveva fare i conti con il rettorato palermitano che rivendicava una convenzione (Ateneo/Consorzio) i cui costi, a quel tempo, non erano facili da sostenere.
Il problema più grande era la necessità di “incardinare” su Trapani alcuni docenti universitari operanti su Palermo, con costi ancora non previsti in bilancio e con rimborsi spesa per tutti gli altri docenti che, seppur ritenuti legittimi, rischiavano di mandare in tilt il meccanismo.
Ricordo il duro braccio di ferro fra la Adamo ed il Prof. Mazzarese, accusato di tirar troppo la corda; così come ricordo una movimentata assemblea degli studenti trapanesi, tenuta nell’Aula Magna del Consorzio, a cui io dovetti far fronte, considerato che la Presidente non intendeva dialogare con i giovani a quel tempo schierati con il Prof. Mazzarese che, a suo dire, ne alimentava la protesta. Fu un duro confronto dal quale, tuttavia, emerse l’interesse comune a placare gli animi e a lavorare assieme per le migliori fortune del Consorzio.
La Preside, che mi riteneva un “uomo” di D’Alì e che solo per tale motivo non aveva con me un buon dialogo, rimase sorpresa nell’apprendere che in assemblea avevo sostenuto la sua azione, portando alla ragione i giovani.
E qui entro nel vivo del problema.
Ancora oggi, malgrado siano trascorsi ben oltre due lustri, questo Consorzio vive i traumi di una contrapposizione personale e politica tra la Adamo e il D’Alì (oggi Presidente eletto in forza del nuovo statuto); fatto, questo, che ha arrecato e continua ad arrecare enorme danno al nostro territorio, prova ne siano, sia la lunga e tormentata vita del nostro aeroporto, sia l’annosa questione del porto e della “colmata” di cui i marsalesi conoscono le vicende; sia, e ciò lo ritengo ancor più grave per i nostri giovani e le loro famiglie, il mancato riconoscimento del nostro Consorzio e quindi del nostro territorio, quale sede del Quarto Ateneo Siciliano che i politici di Enna, facendo quadrato, sono riusciti a far proprio, malgrado la nostra “storia” fosse più lunga e prestigiosa.
Purtroppo, per noi tutti, la contrapposizione politica non si ferma al solo livello D’Alì/Adamo, ma coinvolge un po’ tutto il resto della classe politica del territorio che non riesce, per egoismi personali, a puntare ad obiettivi comuni che aiutino i nostri giovani a guardare con più fiducia al futuro.
Così, accade che anche il Sindaco di Erice, indispettito del modo in cui il Consorzio viene gestito, negandogli platealmente il sostegno alla realizzazione di un campus universitario, riduce drasticamente il proprio contributo, seguito a ruota dalla Adamo che, a giustificazione della sua scelta, afferma che il Consorzio gestisce un solo corso di laurea, senza elencare, però, tutta una serie di master e iniziative svolte nell’interesse degli studenti.
Questa è la verità dei fatti, con l’amara considerazione che un po’ tutti i nostri politici non abbiano saputo guardare all’interesse generale, picchiandosi a vicenda, e lasciando un cumulo di macerie che, con i tempi che corrono, sarà difficile ricostruire.
Sappiano un po’ tutti che quando si guarda alla cosa pubblica e all’interesse collettivo, ci si deve liberare dai rancori e dalle gelosie che offuscano le menti, lavorando all’unisono, con un solo obiettivo credibile: il territorio e la sua gente.
Aggiungo, ma qui dovrebbero essere altri e più prestigiosi rappresentanti politici a sostenerlo, che il Quarto Ateneo, realizzato nel triangolo della Sicilia orientale “Messina, Catania, Enna”, potrebbe domani aprire le porte ad un altro Ateneo in quest’area occidentale della Sicilia, coperta solo da quello Palermitano.
Allora smettiamola di farci ancora una volta del male!!!
Roald Vento