Lo ha detto all'Adnkronos il Procuratore aggiunto di Palermo Leonardo Agueci commentando la decisione del Csm di aprire una procedura contro Messineo a cui viene contestata una "gestione debole dell'ufficio". Non solo. Secondo il Csm Messineo non avrebbe favorito la circolazione di informazioni all'interno dell'ufficio di Palermo. E "conseguenza di questo difetto di coordinamento sarebbe stata la mancata cattura del latitante Messina Denaro", come scrive il Csm nell'atto di incolpazione. Era stato lo stesso Agueci, sentito dal Csm, a parlare della mancata cattura del boss. Ma adesso sottolinea: "E' una vicenda ingigantita. Qualcosa non ha funzionato, ma non è vero che la cattura sfumò per colpa di Messineo''.
"La Procura di Palermo non è una polveriera - ha sottolineato -. E' un ufficio unito che continua a lavorare con grande impegno. Certo, non posso negare, e sarebbe ipocrita farlo, che ci sono state delle divergenze di idee. Ma non parlerei di veleni al Palazzo di giustizia di Palermo".
"Noi non siamo contro Messineo - ha spiegato Agueci - ci auguriamo che la vicenda si risolva al più presto". Ma è lo stesso aggiunto, che coordina numerose inchieste delicate, a ribadire che "la situazione è molto delicata, è vero, ma la fiducia nel Csm deve essere, mai come adesso, il più ampia possibile". Ritiene che il provvedimento dell'organo di autogoverno emesso su Messineo "è equilibrato" e si dice "contento che il Csm sia composto a maggioranza da toghe". Poi Agueci tiene a sottolineare che l'ufficio della Procura "è determinato a lavorare bene, cosa che sta continuando a fare".
"Noi i processi li facciamo in modo corretto - ha continuato - . La trattativa è uno dei tanti processi. L'importante è che l'ufficio lavori nel modo migliore. E lo sta facendo".
Ma il Procuratore aggiunto non nasconde un po' di irritazione su quei colleghi che hanno parlato di processi in corso, uno su tutti la trattativa, "in luoghi diversi dalle aule di giustizia". Non fa il nome ma sembra evidente che il riferimento vada ad Antonio Ingroia che ha anche scritto un libro intitolato "Io so" in cui parla anche di trattativa tra boss e pezzi dello Stato. "I processo si fanno in aula...", ma ribadisce che "il sostegno ai colleghi che si occupano del processo trattativa è massimo. L'ufficio su questo è compatto"