«Forum che voglio ripetere - ha detto Crocetta - anche a Palermo. Negli scambi commerciali tra Italia e Tunisia, la Sicilia incide per il 10%. E può ancora crescere di molto. Su 800 imprese italiane che sono in Tunisia parecchie sono siciliane. E' necessario promuovere modalità di cooperazione. Da questo Paese frontaliero possiamo importare, ma anche esportare i prodotti della nostra industria manufatturiera. Attraverso l'Ambasciata d'Italia, possiamo sottoscrivere protocolli con le Camere di commercio locali, creando uno sportello di assistenza internazionale».
Crocetta ritiene possibile una cooperazione, dando vista a scambi culturali e turistici. Per questo motivo, durante gli incontri istituzionali che ha avuto in mattinata, ha insistito parecchio affinché «Tunis Air», crei collegamenti aerei, oltre che con Catania, anche con il neonato aeroporto di Comiso. «Su questo punto - ha detto Crocetta - spero di cogliere subito risultati positivi».
Dopo avere incontrato il ministro Said, coordinatore degli Affari economici della presidenza del Consiglio, ha visto anche il direttore della compagna di bandiera tunisina. L'obiettivo del presidente della Regione è quello di allargare il partenariato anche a Marocco, Libia, Turchia e Azerbaijan, «perché siamo la porta d'Europa e dobbiamo mettere a profitto la nostra posizione geografica».
E mentre in terra tunisina il presidente della Regione si dà un gran da fare per trarre il massimo vantaggio dai rapporti con i Paesi frontalieri della sponda sud del Mediterraneo, a Palermo i capigruppo di Pd e Udc, Baldo Gucciardi e Lillo Firetto, sono tornati ad insistere sull'opportunità di dare una maggiore caratura politica al governo regionale.
«Siamo convinti - ha dichiarato Firetto - che il rafforzamento del governo regionale in senso più "politico" non danneggerebbe in alcun modo la giunta. Non troviamo causale, infatti, che i siciliani abbiamo premiato nelle urne, laddove è stato possibile, la proposta politica che sostiene Rosario Crocetta. Non abbiamo alcun complesso del rimpasto, ma pensiamo allo stesso tempo che se si vuole dare slancio al governo è necessario ristabilire compattezza nella maggioranza». Per il capogruppo del Pd, Gucciardi, «il rimpasto è un punto di partenza, non di arrivo. Ma se alla fine di un ragionamento su programmi, obiettivi e attività parlamentare, si dovesse parlare di rimpasto, non sarebbe né lesa maesta e neppure un tabù». Per Gucciardi, «bisogna snellire la Regione che è diventata un "mammut" e, poi, dobbiamo immettere nel circuito della nostra economia le risorse comunitarie che possono servire al nostro sviluppo. Per fare questo serve una maggioranza solida e coesa». Dalle parole dei due capigruppo, sembrerebbe che compattezza e coesione si potrebbero ottenere, inserendo alcuni politici in giunta.
Per il presidente Crocetta, «il rimpasto non è un tabù e neppure lesa maestà, ma non può essere un feticcio e neanche un totem. Bisogna puntare ad una responsabilità più complessiva. Adesso bisogna pensare al governo delle città, fra quindici giorni ci sono i ballottaggi. Il centrosinistra può vincerli ed è su ciò che si devono concentrare le energie. Dicano come pensano di farlo questo rimpasto? E' dal primo giorno che questo governo è nato che tentano di ribaltarlo».