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12/06/2013 04:26:46

False fatturazioni, assolto imprenditore di Marsala. Rapporti con una ragazzina, condannato un giovane di Petrosino

A difendere l'imputato sono stati gli avvocati Giacomo Lombardo e Giovanni Galfano. L'indagine era curata dalla Guardia di finanza di Caltanissetta. Numerose le citazioni all'estero.
I fatti contestati erano relativi al 2004, quando fu emessa una fattura di un milione 125mila euro, e al 2005 (altra fattura di oltre un milione di euro). A coordinare le indagini fu il pm Anna Sessa. Giacalone all'epoca era intermediario per una società che aveva sede a Caltanissetta, la «Rindone», che si occupava di studi per lo sviluppo del mercato degli idrocarburi. Le «transazioni» servivano per analisi del territorio al fine di valutare la fattibilità di trivellazioni per cercare il petrolio. Giacalone se ne occupava in quanto titolare della ditta «G&G Telecomunication». Ma dopo la lunga serie di testimonianze rese nel processo, il Pm Fabrizio Contorno ha chiesto l'assoluzione. 
 

PETROSINO.  E' stata confermata dalla Corte di Cassazione la condanna a due anni e tre mesi di reclusione (pena sospesa) inflitta a un giovane di Petrosino (Andrea De Santi, adesso 21enne) accusato di rapporti sessuali con una minorenne. I fatti contestati risalgono al periodo tra agosto e dicembre 2008, quando l'imputato aveva 17 anni. Lei, invece ne aveva 12. De Santi fu denunciato dai genitori della ragazzina, secondo i quali il giovane avrebbe violentato la loro figlia. Ai magistrati, però, la ragazza ha detto di non aver subito violenza, ma che il rapporto era consensuale («Eravamo fidanzati, e ci volevamo bene»). De Santi era assistito dagli avvocati Giacalone e Pellegrino. 

E' caduta invece l'accusa di diffamazione, per delle foto osè che - secondo l'accusa - De Santi aveva minacciato di mandare in giro. Anche in quel caso l'ex fidanzatina ha chiarito che non era vero nulla.

PROSTITUZIONE. Sei persone sono state condanne e due rinviate a giudizio, dal gup Lucia Fontana, per l'aggressione subita il 16 marzo dello scorso anno da una casalinga ed il marito. La pena maggiore, tre anni, undici mesi e quattordici anni è stata inflitta a Maria Grammatico. Pene severe per gli altri cinque imputati: Salvatore Mannone, tre anni; Giuseppe Cusenza, due anni, sei mesi e venti giorni; Paola Mannone, un anno ed otto mesi; Loredana e Davide Mannone, un anno, sei mesi e venti giorni ciascuno. Gli imputati hanno chiesto il rito abbreviato. Altri due indagati, Alessandro Mannone e Teresa Incarbona, sono stati rinviati a giudizio. Secondo l'accusa, Maria Grammatico avrebbe messo a disposizione dell'amica la propria casa per degli incontri a pagamento. Talvolta la donna avrebbe anche provveduto a procacciare i clienti . In cambio avrebbe preteso il 50 per cento. Quando però si era rifiutata di continuare ad esercitare era stata selvaggiamente picchiata. 

STALKING. Un alcamese di 33 ha patteggiato davanti al Tribunale di Trapani la pena di un anno e tre mesi di reclusione per stalking e lesioni nei confronti dell'ex convivente, nonchè per minacce e danneggiamenti nei confronti dei familiari della donna. Aveva reso impossibile la vita della ex compagna aggredendola quasi quotidianamente, con pedinamenti, telefonate e messaggi minacciosi, anche quando la donna, con il figlio, per la paura si era trasferita a casa dei genitori. In un'occasione si era presentato a casa della ex moglie con toni così minacciosi da rendere necessario l'intervento dei carabinieri. E in un'altra occasione ancora l'aveva aggredita, strappandole maglietta e reggiseno e cercando di trascinarla in strada seminuda. Per entrare infine nell'abitazione ha addirittura sfondato con la macchina il cancello di ingresso. 

OMICIDIO COLPOSO. Una ragazza di 22 anni di Valderice ha patteggiato una condanna a 22 mesi per omicidio colposo. Era ubriaca alla guida della sua auto, lo scorso 15 giugno 2012, una Citroen, che sbandò lungo la statale 113.  E per colpa sua morì un ragazzo che era in auto con lei, a seguito delle gravi ferite riportate. Per la ragazza anche l'aggravante di aver procurato l'incidente entro i primi tre anni dal conseguimento della patente. Ad occupare l'auto erano in tre. La conducente e un amico se la cavarono con trenta giorni di prognosi, il terzo ragazzo, come abbiamo detto, morì qualche giorno dopo. 



Giudiziaria | 2024-07-23 17:32:00
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