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01/06/2013 04:29:25

I cittadini di Ummari: "Recuperiamo il borgo, nel nome di Don Michele"

 

Al Sig. Sindaco di Trapani

E, p.c. A S.E. Mons. Alessandro Plotti

Amministratore Apostolico Diocesi di Trapani

A S.E. il Prefetto di Trapani

Al Sig. Questore di Trapani

Al Comandante dei Carabinieri di Trapani

Ai Senatori e Deputati Nazionali e Regionali

     di Trapani

Al Presidente del Consiglio Comunale

     di Trapani

 

Egregio Sig. Sindaco

Ummari è la più piccola frazione del Comune di Trapani. Un puntino invisibile nella carta geografica, talmente piccolo che è sconosciuto a tutti. Sconosciuto e dimenticato. Sconosciuto fino a poco tempo fa. Il 26 febbraio purtroppo è improvvisamente balzato sulle prime pagine della cronaca nazionale, la più brutta delle cronache: quella nera. Non avremmo mai voluto che di Ummari si parlasse di questo. Non avremmo mai voluto che succedesse quello che è accaduto: il brutale assassinio del nostro parroco, Don Michele Di Stefano. È quanto di peggio potesse capitarci, per il dolore che ci ha gravemente colpito e per gli interrogativi, ancora senza risposta, che si sono posti davanti a noi tranquilli e pacifici cittadini di questa remota campagna. Avremmo voluto che di Ummari si parlasse in termini positivi, magari delle piccole iniziative che Don Michele Di Stefano, con tante difficoltà organizzative ed economiche, cercava di portare avanti per riempire di contenuti gli spazi e i tempi lasciati vuoti da altri. Instancabilmente, oltre alla sua missione cristiana di cura delle anime, si prodigava per ridare vita al borgo Livio Bassi. Quel borgo in cui, negli ultimi tre anni e mezzo di vita, Don Michele ha stabilito la sua residenza. Unico abitante di un luogo desolato, dove la notte a tenergli compagnia erano soltanto la bufera del vento e due cani randagi cui aveva dato rifugio e amore. Quel borgo ove in una di quelle notti di bufera un vile assassino gli ha tolto la vita. Quel borgo che Egli amava tanto. Per questo motivo lo aveva abitato, per non lasciarlo incustodito alla mercé di vandali e facile ritrovo per possibili sporchi traffici ed incontri illeciti. Quel borgo di cui si era eretto custode, ma anche giardiniere, netturbino … Quel borgo che aveva ripulito dalle erbacce, dai rifiuti, di cui aveva potato gli alberi, zappato le aiuole e piantato fiori. Quel borgo che nei mesi estivi aveva riempito delle voci allegre e dei giochi dei bambini del grest. Quel borgo dove aveva radunato “gli instancabili” dei quad, gli appassionati delle auto d’epoca e gli amanti delle due ruote, così come i tenaci e robusti trattori, strumenti di onesto lavoro dei contadini del luogo. Quel borgo che aveva trasformato in palcoscenico per commedie, recite, perfino dentro la Chiesa con canti natalizi e poesie dialettali ed in lingua di poeti locali. Quel borgo, arena di gioco per il memorial di pallavolo. Quel borgo … dimenticato da tutti ed abbandonato a se stesso. Quel borgo che le telecamere hanno mostrato al mondo nella sua triste desolazione.

Egregio Sig. Sindaco, come Lei ben sa, quel borgo è proprietà del Comune di Trapani. Gli è stato donato dall’Eras che lo aveva costruito nella prima metà del secolo scorso. Era un centro di servizi per una vasta area agricola. C’era la scuola, l’ufficio postale, la caserma dei carabinieri, la delegazione municipale, la condotta medica e le abitazioni di tutti i preposti a questi primari servizi. Era insomma la presenza delle istituzioni nel territorio. Oggi purtroppo quel borgo è il testimone della loro assenza! L’unica realtà è rimasta la Chiesa. Anche questa oggi sfortunatamente comincia a vacillare. Temiamo che la scomparsa di Don Michele sia il preludio del suo declino. Vogliamo confidare però nel Vescovo e nel clero di Trapani che, così come ci sono stati vicini in questi giorni drammatici, continuino ad alimentare in noi la speranza di rinascita.

Vogliamo confidare anche nella sua sensibilità e nel suo alto senso del dovere perché si adoperi a recuperare quel borgo e farne quello che don Michele voleva. Quello che noi vogliamo.

Ricorderà l’incontro avuto in Municipio pochi mesi orsono. In quella occasione Don Michele insieme ad alcuni di noi abitanti di Ummari le chiese un impegno, anche economico, per erigere nella villetta del villaggio una stele in ricordo di Suor Emilia Sammaritano che per oltre quarant’anni servì questa comunità. Noi quell’iniziativa, nata dall’idea di alcuni ummaresi e di don Michele, condivisa da tutti, intendiamo portarla avanti. Non vogliamo che la scomparsa di Don Michele ponga fine al lavoro da Lui iniziato. Anzi vogliamo fare di più. Vogliamo un Villaggio ristrutturato e recuperato. Un villaggio che sia interamente fruibile, che diventi il centro di attività sociali, culturali, artistiche, quelle attività in cui tanto si prodigava Don Michele.

Un villaggio che sia restituito alla utilità collettiva a beneficio non soltanto della modesta comunità ummarese ma di una più vasta popolazione che comprende la vicina frazione di Fulgatore e non ultima la città di Trapani. Il Villaggio di Ummari è infatti patrimonio di tutti. È una delle poche realtà architettoniche del suo genere disegnato con linee semplici ed armoniche in un altrettanto semplice e genuino contesto naturale. Sebbene alcuni edifici siano stati vandalizzati, a differenza del suo analogo “Borgo Fazio”, è ancora recuperabile. Ed è quello che noi chiediamo. Lasciarlo abbandonato significherebbe condannarlo ad una inesorabile rovina e questo una società civile, a cui crediamo di appartenere, non può permetterselo. Non possiamo permetterci di cancellare un pezzo della nostra storia. Non può permetterselo il Comune di Trapani. Tutti abbiamo l’obbligo di non disperdere l’eredità che abbiamo ricevuto, tanto più quando questa eredità può essere fonte di occupazione, di sviluppo economico, sociale e culturale.

Egregio Sig. Sindaco Le chiediamo l’impegno suo personale e della Amministrazione Comunale di Trapani per il recupero del Villaggio di Ummari. Un recupero architettonico e funzionale che venga avviato subito, senza altri indugi.

Per l’impegno, senza alcun risparmio di energie, profuso da Don Michele Di Stefano, per l’attaccamento a questo luogo e a questa Comunità, restando l’unico abitante del Villaggio, chiediamo che il villaggio assumi una nuova denominazione: “Borgo Don Michele Di Stefano”.In onore di quest’uomo che vi ha lasciato tragicamente la vita. Ciò non significherebbe togliere onore al trapanese Livio Bassi, tenente della Regia Aeronautica, Medaglia d’Oro al valor militare, caduto durante la seconda guerra mondiale, cui attualmente è intitolato. A questo combattente sono già dedicate prestigiose istituzioni ed un’importante via cittadina. Ogni epoca ha i suoi eroi ed i suoi martiri. Non è forse martirio essere barbaramente ucciso dopo una vita spesa per il bene del prossimo e dei più deboli in particolare? Noi, che l’abbiamo conosciuto da vicino, che abbiamo toccato la sua straordinaria generosità, noi che abbiamo sperimentato la sua bontà d’animo riteniamo di sì. Don Michele Di Stefano è il nostro martire!

Egregio Sig. Sindaco, voglia accogliere il nostro accorato appello che indirizziamo anche alle altre Autorità perché possano sostenere vivamente la nostra richiesta.

Ummari, 4 Aprile 2013

Gli abitanti di Ummari