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22/05/2013 04:22:12

Usura, chiesta la condanna a 7 anni per Marino. Scippatore patteggia la pena. Assolti i Gerardi

A difendere l'imputato è l'avvocato Arianna Rallo. La sentenza è prevista per il 17 giugno. Il procedimento è scaturito dalla denuncia sporta ai carabinieri, il 23 agosto 2008, da Vita Annalisa Daunisi, che racconto le «minacce» che avrebbe ricevuto dal Marino, che con violenza gli avrebbe sottratto anche l'auto, dopo un prestito concesso ad un tasso d'interesse di circa il 30 per cento mensile (360 per cento annui) alla Daunisi e al fidanzato Vito Saladino, che gestivano una rosticceria in piazza del Popolo. Entrambi sarebbero stati, poi, anche pesantemente minacciati addirittura di morte. Coltello in pugno, uno dei due presunti usurai avrebbe minacciato di «tagliare la gola» alle vittime se queste non avessero soddisfatto le loro pretese.  I due fidanzati si sono, poi costituiti parte civile, assistiti dagli avvocati Ignazio Bilardello e Alessandro Casano. Parte civile anche l'associazione antiracket .

PATTEGGIAMENTO. Ha patteggiato la pena ed è tornato in libertà il 20enne pregiudicato marsalese Salvatore Loria, che lo scorso 7 maggio è stato arrestato e posto ai domiciliari dalla polizia con l'accusa di essere l'autore di uno scippo commesso, poco prima, in centro storico, ai danni di una donna di 60 anni.
Loria fu bloccato in via Fici da agenti del commissariato dopo un breve, ma movimentato, inseguimento. Alla vittima era stato strappato un collier d'oro. Il giovane fu, infine, trovato in possesso anche di una modica quantità di sostanza stupefacente (marijuana). Il giovane malvivente, che ha precedenti per «reati contro la persona e il patrimonio», è stato condannato a otto mesi e 20 giorni di reclusione.

GERARDI. Sono stati assolti anche in appello dall'accusa di bancarotta i fratelli Matteo e Francesco Gerardi e Salvatore Angileri. I primi due noti soprattutto per essere stati allenatore e presidente del Marsala Calcio (ex Bosco). L'indagine che li ha visti coinvolti era relativa a un terreno di contrada Berbaro Rina, che secondo l'accusa l'imprenditore edile Pasquale Bosco, che patteggiò la pena, avrebbe ceduto fittiziamente (ma ad altra persona) per evitare che fosse incluso nei beni da sequestrare a seguito del fallimento della sua impresa, la «BI Costruzioni srl». Quel terreno fu ceduto da Bosco a Giovanni Tumbarello, che poi, a sua volta, lo ha venduto alla società immobiliare «Escondido» (di cui è legale rappresentante Matteo Gerardi), che vi ha realizzato delle villette. A difendere i Gerardi e Angileri sono stati gli avvocati Ignazio Bilardello e Giacomo Lombardo. Anche davanti la Corte d'appello, i due difensori hanno affermato l'insussistenza dell'accusa e a conferma che non vi fu alcun accordo tra Bosco, Tumbarello e i tre imprenditori assolti, è stato evidenziato che questi ultimi subirono dal venditore l'azione di fallimento quando ebbero una momentanea difficoltà economica che impedì loro di pagare in tempo l'ultima rata per l'acquisto del terreno.
 



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