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03/05/2013 04:49:10

La condanna di Casciano, ex direttore amministrativo dell'Asl di Trapani. Così ha danneggiato l'ente...

Nel 1992 era finito in manette e poi condannato per corruzione e concussione nell'ambito di un'inchiesta della Criminalpol su un giro di tangenti per le forniture di apparecchiature sanitarie alle Usl di Trapani e Palermo. Casciano, classe 1943, era difeso, nel procedimento della magistratura contabile, dall'avvocato Alberto Lo Giudice.  La sentenza penale di condanna è stata trasmessa alla Corte dei Conti dal Tribunale di Palermo nell'agosto del 2010. La sentenza è del 17 marzo 2005. In quella data il tribunale di Palermo, con sentenza n.897, aveva condannato Casciano alla pena di tre anni di reclusione, perchè:

-      nella qualità di componente del Comitato di gestione della USL n. 1 di Trapani,  per il reato di cui all’art. 317 c.p. (concussione, capo i di imputazione), per avere indotto, nel corso del 1991, Salemi Emilio, Calderone Ciro, Piacenti Armando e le società dagli stessi rappresentate (ditte Consulass e Ciemme), a promettergli ed a consegnargli indebitamente denaro (la somma di lire 15 milioni), in relazione alla stipula di contratti ai quali era interessata la USL n. 1 di Trapani;

-      nella qualità di direttore amministrativo e di responsabile del servizio economico e finanziario della USL n.6 di Alcamo, per i reati di cui agli artt. 319 c.p. e 319 bis c.p. (corruzione, capo h di imputazione), per avere ricevuto (o per avere accettato la promessa indebita di) somme di danaro, nell’estate del 1991, per il compimento di atti contrari ai doveri di ufficio (riguardanti sempre la stipula di contratti di fornitura con le stesse ditte).

La Corte d’appello di Palermo, con sentenza n. 2440 del 18 ottobre 2006,aveva confermato la condanna per il reato di concussione per il primo capo di imputazione e dichiarava, invece, la prescrizione in ordine al reato di corruzione, rideterminando la pena in anni due e mesi otto di reclusione.

Con sentenza della Corte di Cassazione in data 19 maggio 2009, era stato dichiarato inammissibile il ricorso proposto da Casciano Vincenzo. E pertanto la sentenza della Corte d'appello è divenuta irrevocabile. 

La sentenza della Corte d’appello diveniva quindi irrevocabile il 19 maggio 2009.

Risulta definitivamente accertato, ad avviso della Procura contabile, che Casciano Vincenzo - che all’epoca dei fatti ricopriva l’incarico di componente del Comitato di gestione della USL n. 1 di Trapani nonché di direttore amministrativo e di responsabile del servizio economico finanziario della USL n. 6 di Alcamo - aveva preteso tangenti su talune forniture da effettuare alla USL di Trapani dalle ditte Consulass e Ciemme e per sbloccare le delibere di autorizzazione all’acquisto di materiale sanitario presso detta USL. Da qui la contestazione di un danno all'immagine pari a 15.000 euro in favore dell'Asp di Trapani. 

La sua condotta, dice la sentenza, presenta " un’indubbia idoneità a pregiudicare la reputazione, il prestigio e la credibilità istituzionale in un ambito particolarmente delicato ed esposto quale è quello del Servizio Sanitario Nazionale nell’ambito del quale vengono gestite e “consumate” enormi somme di denaro pubblico poste a carico della generalità dei contribuenti che s’assoggettano a ciò al fine di assicurare alla collettività la tutela della salute (cosa questa che rende ancora più odiosi, nella considerazione generale, gli episodi di malcostume quali quello di cui s’è reso protagonista l’odierno convenuto)".

 



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