Ritardo per "problemi logistici" dovuti al trasporto degli imputati. In aula è interventuo il perito Caiozzo che ha riferito di aver riversato il contenuto di quattro videoriprese in un unico archivio elettronico. Le videoriprerse prodotte dal pm riguardano le registrazioni effettuate durante il peridodo d'indagini e si riferiscono una al 5 giugno 2006 e l'altra al 17 gennaio 2009 e tra queste c'è quella avvenuta all'interno dell'officina meccanica dell'imputato Leonardo Ippolito.
Il pm ha prodotto agli atti il certificato di morte dell'imputato Antonino Marotta e ha chiesto al Tribunale il non luogo a procedere per estinzione del reato per morte del reo. L'avv. Celestino Cardinale difensore del Marotta si è opposto alla richiesta del pm, chiedendo , invece, l'assoluzione dell'imputato. Dopo una breve pausa per deliberare, il Tribunale presieduto da Sergio Gulotta, ha ritenuto, visto l'art. 18 cpp. di separare la posizione del Marotta e l'apertura di un nuovo fascicolo processuale. Con le posizioni di pm, parti civili e difesa rimaste immutate, il Tribunale ha emesso la sentenza dichiarando di non doversi procedere per morte dell'imputato.
Per la prossima udienza, fissata il 10 maggio alle ore 10, il Tribunale ha accolto la richiesta dell'avv. della difesa Cardinale, di ascoltare in dibattimento di due cugini Biondino, soggetti ai quali ha fatto riferimento il collaboratore Manuel Pasta. Giuseppe Biondino di Salvatore, classe '77, verrà ascoltato in aula. Giuseppe Biondino di Girolamo classe '80, verrà, invece, ascoltato tramite videoconferenza con il carcere di Novara dove si trova detenuto in regime di 41 bis. Oltre ai due testi Biondino, che saranno ascoltati come imputati dello stesso reato, verrà ascoltato anche Marco Giovanni Adamo, anche quest'ultimo imputato del medesimo reato e Micol Richichi che è stata ricitata dal pm, e per la quale il Tribunale ha ordinato l'accompagnamento coattivo a cura della stazione dei Carabinieri competenti per territorio.
Nuova udienza davanti al Tribunale di Marsala del processo a Matteo Messina Denaro + tredici suoi presunti fiancheggiatori.
Il procedimento giudiziario scaturito dall’operazione antimafia Golem II, che portò nel 2010 all’arresto di 18 persone, vede imputati - oltre al capo di Cosa Nostra - Maurizio Arimondi, Calogero Cangemi, Lorenzo Catalanotto, Tonino Catania, Giovanni Filardo, Leonardo Ippolito, Marco Manzo, Antonino Marotta, storico capo bastone della famiglia castelvetranese, morto all’eta di 86 anni, Nicolò Nicolosi, Vincenzo Panicola, Giovanni Risalvato, Filippo Sammartano e Giovanni Stallone, che devono rispondere, a vario titolo, di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di società e valori, estorsione, danneggiamento e favoreggiamento personale.
Nel corso dell’ultimo dibattimento è stato chiamato a testimoniare in videoconferenza il collaboratore di giustizia Manuel Pasta, arrestato nel blitz antimafia “Eos” del dicembre 2008, è stato un membro di spicco della cosca di Resuttana, legata ai Lo Piccolo. Ritenuto il gestore del racket del pizzo per conto dei boss di Tommaso Natale, dopo alcuni mesi dal suo arresto iniziò a raccontare tutti i segreti del clan. Il teste ha riferito dei rapporti tra Salvatore e Giuseppe Biondino e Matteo Messina Denaro, da loro stessi ha appreso dell’esistenza di alcuni pizzini che i due hanno scambiato con il boss. Non ha testimoniato perchè assente l’altra teste Micol Richichi, sarà ricitata dal Pm alla prossima udienza. Il Tribunale ha incaricato il perito Caiozzo di procedere alla trascrizione di due videoriprese frutto di indagini. L’avv. della difesa Celestino Cardinale ha fatto istanza al Tribunale per ascoltare Salvatore e Giuseppe Biondino. Su questa richiesta della difesa e sulla programmazione delle discussioni finali si deciderà oggi.