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09/04/2013 04:20:27

Pantelleria, vietato nascere. La lotta delle donne per partorire nella loro isola

L’isola dove sono di casa vip come Riccardo Muti e Fabio Capello, ma anche una comunità di 8000 abitanti senza un sindaco (il Comune è commissariato dopo che il primo cittadino, Alberto Di Marzo, è stato arrestato e condannato per concussione) e senza neonati.

Il piccolo presidio ospedaliero dell’isola è intitolato a Bernardo Nagar. C’è una tac, l’ha donata lo stilista Giorgio Armani. Non c’è il reparto maternità. E’ stato chiuso per via del “Decreto Balduzzi”, il provvedimento del Ministro della Salute che prevede, tra le altre cose, la cancellazione dei reparti di maternità con meno di 500 nati l’anno. A Pantelleria è rimasto pertanto un “punto nascita”, un piccolo centro di assistenza che permetteva comunque i parti nell’isola, con il trasferimento dei soli casi problematici. A Dicembre è stato cancellato anche questo.  Colpa dei tagli, fanno sapere alla Regione Siciliana. Nessuna deroga per i territori disagiati, aggiungono. Una donna  in gravidanza, pertanto, se tutto scorre liscio, viene seguita nell’ambulatorio, sull’isola, poi, alla trentaduesima settimana  deve trasferirsi a sue spese in aereo a Palermo o a Trapani, e ricoverarsi lì. “Io vivo l’idea con angoscia - racconta Paola, prossima a partorire - perchè ho altri due figli e una persona disabile in famiglia, come posso pensare di partire e andare a partorire da sola lasciando tutti?”.
Giuseppe Culoma, di mestiere pescatore, racconta la sua esperienza: “Per accompagnare mia moglie sono stato a Trapani un mese senza lavorare, e le spese sono state tutte a carico mio”. A tutto ciò si aggiunge la beffa: Pantelleria, questo inverno, è stata pressochè isolata. Il maltempo ha reso impossibili i collegamenti aerei e navali, tanto che, per mancanza di derrate alimentari sull’isola, il Commissario straordinario, Giuseppe Piazza, ha dovuto chiedere l’intervento dei mezzi della Protezione Civile.  Giuseppe Culoma, sua moglie Maria e il loro piccolo Pietro, hanno dovuto aspettare altri tre giorni a Trapani prima di poter prendere una nave per fare ritorno a Pantelleria.  Così è facile che un lieto evento diventi un’odissea.


Fino al 18 Dicembre  le donne in procinto di partorire venivano trasportate in elisoccorso a Palermo. Alla Regione siciliana hanno notato che i costi erano esosi (ogni volo costa 8000 euro) ed è per questo che hanno deciso per il trasferimento a spese degli utenti.

A  Febbraio, per sensibilizzare le istituzioni sul tema, è stata organizzata una manifestazione di protesta in contemporanea tra Roma, Palermo e Pantelleria. I panteschi sono scesi tutti in piazza, alle 11. I molti emigrati si sono dati appuntamento davanti al Ministero della Salute, o davanti la Regione Siciliana, le donne dell’isola hanno fatto un sit - in davanti al cancello dell’ospedale. Nel silenzio delle istituzioni, qualche giorno fa c’è stata un’altra  protesta singolare, unica nel suo genere: le gestanti hanno deciso di occupare l’ospedale. Alcune di loro si sono anche incatenate. La protesta è cominciata il 25 Marzo. Hanno iniziato le future mamme. Si sono uniti i loro parenti, altri cittadini. Pure il Vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero:  “Sono con voi - ha detto - vi seguo e vi sostengo, perchè c'è di mezzo la qualità della vita che è il valore più alto che abbiamo”.  “Veniamo lasciate sole - racconta Linda - proprio nel momento più sacro della vita di una donna, quando si  dà alla luce un bambino: lontane dai nostri cari, in un posto sconosciuto”.

Qualcosa, le donne hanno ottenuto. La giunta regionale ha approvato infatti venerdì 29 Marzo un provvedimento (il “Piano di ottimizzazione dell’assistenza sanitaria nelle zone disagiate”) che riguarda la messa in sicurezza del punto nascita di Pantelleria, e delle altre comunità che in Sicilia vivono la stessa situazione: l’isola di Lipari, e poi Mistretta, Bronte, Nicosia, Mussomeli. La Regione chiederà un apposito finanziamento al governo, per reperire personale e permettere alle prossime mamme di partorire nella propria terra. “E’ solo un primo passo, bisogna tenere gli occhi aperti” commenta l’ex Sindaco di Pantelleria, Salvatore Gino Gabriele. Ora si attendono le circolari, i decreti, la solita trafila burocratica nell’attesa che tutto ritorni come prima. Nel frattempo, a Pantelleria è vietato nascere. E’ per questo che la protesta non si ferma: “Contiamo di organizzare un altro presidio a Palermo, davanti l’assessorato alla Salute” annunciano le mamme. “La mia esperienza è stata terribile - racconta Anna, una delle neo mamme pantesche - perchè sono dovuta andare a Trapani con urgenza, affrontando le paure e il maltempo. Adesso sono tornata con mio figlio. Nel suo certificato di nascita c’è scritto ‘Nato a Erice’ (l’ospedale di Trapani, infatti, sorge nel Comune di Erice, ndr). Forse non nasceranno più bambini panteschi. Ma, come tutti gli isolani, non mi arrendo mai ai brutti pensieri”. Non si è arresa Maria Cristina Bonomo. Pesa 4 chili ed è nata proprio sull’isola il giorno di Pasquetta. La mamma, Adela, aveva ricevuto l’ordine di andare a Trapani a partorire, ma da Trapani le avevano detto di aspettare dopo Pasqua.  Maria Cristina, invece, non ha aspettato. Le doglie sono state così veloci che non c’è stato il tempo di chiamare l’elisoccorso.  Non c’è stato decreto o circolare in grado di fermarla. E così nel suo certificato di nascita è scritto: “Nata a Pantelleria”.

 



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