Uno dei sogni dei padri dello statuto siciliano e degli autonomisti trova attuazione su proposta della Regione siciliana". Lo ha annunciato il governatore Rosario Crocetta insieme all’assessore regionale all’Economia Luca Bianchi, dopo l’accordo con Palazzo Chigi "che ha approvato all'unanimità il provvedimento - ha detto il presidente della Regione - sulla base delle buone prassi di bilancio che il governo siciliano ha avviato, attraverso le azioni di spending review, i tagli delle province, delle partecipate, la revisione di spesa per gli assessorati, il taglio del salario accessorio, la chiarezza dei conti, quindi, sulla base dell'azione di buon governo che la Sicilia sta portando avanti".
Gli introiti prodotti dall’applicazione dell’art 37 dello Statuto verranno utilizzati “portando avanti con giustizia le politiche di rigore senza massacro sociale, sostenendo le imprese e i poveri – ha aggiunto il presidente -”. “Da oggi inizia una pagina nuova per la Sicilia, la sfida di cominciare a farcela da soli, con l'orgoglio di essere siciliani, mettendo a posto i conti e sviluppando l'economia – ha proseguito Crocetta -. La Sicilia non vuole vivere di assistenzialismo e parassitismo, vuole vivere con le proprie risorse e questo cambia la prospettiva totale e inverte la tendenza politica di oltre 50 anni".
"E' difficile fare una valutazione adesso sull'impatto - ha spiegato l’assessore Bianchi -. In una fase di crisi come quella che stiamo attraversando, l'applicazione dell'articolo 37 ha un valore basso rispetto a quello che aveva alcuni anni fa. Nel 2008, ad esempio, valeva circa 200 milioni all'anno, mentre oggi lo stimiamo intorno ai cinquanta milioni".