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03/04/2013 04:12:42

Marsala, la Recevin, i giardini del Sindaco. Bellina replica a Benvenuti. Interviene la Pellegrino. Poi ancora Bellina

Colgo nelle tue parole un tono risentito ed un’amarezza di fondo che metto in relazione al ruolo che tu ricopri ma che ritengo ingiustificato nel contesto di una aperta dialettica priva di pregiudizi.

Ti prego di apprezzare la mia sincerità quando affermo che il mio ultimo pensiero era quello di entrare in polemica con te in virtù soprattutto della stima che nutro nei tuoi confronti e della passione con cui ti dedichi al tuo oneroso impegno. Tuttavia al fine di meglio giustificare le nostre rispettive e rispettabili motivazioni ti invito a rileggere le mie brevi riflessioni e a coglierne l’aspetto costruttivo piuttosto che quello critico. Nessuno può negare che la stragrande maggioranza di chi come noi condivide la passione per il vino, non è cosciente dell’esistenza di una Recevin. Nemmeno tra gli addetti ai lavori e mi riferisco a chi come me ogni giorno sioccupa di trading e di marketing del vino, c’è confidenza con questa virtuale rete che sembra somigliare più ad una organizzazione politica piuttosto che a un punto riferimento nel supporto alle aziende ed al territorio. Del resto, se come tu affermi la data di costituzione risale all’ormai lontano 1998, non si può certo affermare che gli effetti benefici dì un simile network siano palesemente emersi almeno fino ad oggi. Il paragone che mi viene in mente è ad esempio con le strade del vino, inconfutabile contributo alla conoscenza del prodotto e delle Aziende, con cui appassionati o semplici turisti hanno molta più familiarità e che rappresentano un valido supporto alle produzioni enogastronomiche locali. Tra l’altro, cosa alquanto strana, tu dici che subito dopo l’assemblea costitutiva di Recevin si è tenuta proprio qui a Marsala in un arco di tempo in cui io ero assessore alle attività produttive, una importante conferenza. Eppure in tutta franchezza non c’è traccia di quell’evento nella mia memoria. Certo, l’età avanza e qualche gap mnemonico è forse ammissibile tuttavia difficilmente una rilevante cerimonia accompagnata dal clamore di rito non lascia traccia alcuna.

Detto questo, per tornare al senso delle mie esternazioni e per meglio chiarire il mio pensiero intendo fare un’utile e doverosa precisazione e questo al di là dei giudizi sulla Piazza, della quale potremmo discutere per giorni e poi finire per trovarci d’accordo in sintonia con la latina saggezza secondo la quale de gustibus non est disputandum. Come ho già altre volte affermato Marsala non necessita di particolari investiture o riconoscimenti, poiché è di diritto una capitale europea del vino. In questo differisce dalla rispettabilissima Palmela che sarà anche splendida ma comunque sconosciuta ai più. Bene hanno fatto Sindaco ed Assessore ad enfatizzare il suo preminente ruolo nell’ambito del mediterraneo e ad affermare che da qui può e deve partire la rinascita dell’economia agricola siciliana. La storia, la tradizione e l’enologico blasone ne sono autorevoli testimoni e nessuno nega che essi preesistevano all’intronizzazione di cui discutiamo. Se oggi la mia Città è civilmente cresciuta, è più accogliente che nel passato ed è meta di non moltissimi ma comunque accorti turisti, non è certo merito di Recevin ma bensì della presa di coscienza di molti imprenditori locali che hanno creduto nelle potenzialità del territorio e vi hanno investito risorse. Le infrastrutture di cui la nostra Provincia gode e che potrebbero ulteriormente essere implementate con la presenza di un attrezzato e da tanti auspicato porto turistico, stanno facendo il resto. La proiezione di Marsala verso un promettente futuro dipende dalla coscienza dei politici locali e da come sapranno utilizzare le scarse risorse disponibili indipendentemente dall’appartenenza o meno a Recevin. La critica più forte ed a mio avviso anche la più costruttiva è proprio rivolta al modo in cui questi investimenti andranno fatti. Lo stravolgimento di storiche piazze, il set-up di eventi con effetti estremamente limitati nel tempo, il richiamo a Marsala di operatori che nulla di realisticamente fattibile possono proporre, sono tutte mosse che sostengono la teoria dello sperpero piuttosto che quella dell’investimento produttivo. Tutto ciò che verrà messo a disposizione dovrà invece essere oculatamente utilizzato per dare inizio ad una nuova, ennesima rivoluzione stavolta pacifica che riesca a modificare in modo significativo le basi strutturali della nostra economia vitivinicola e turistica. Tutto questo al di là della visibilità che i politici di turno sono orientati a ricercare talvolta a scapito degli interessi della comunità. Molto francamente, caro Paolo, non vedo un grosso contributo da parte di Recevin affinchè tutto ciò possa realizzarsi. Marsala ha da sempre guardato al di là dei propri confini fisici, atteggiandosi a vera Città continentale e non occorre essere riconosciuta Capitale Europea del vino da pochi addetti ai lavori per capire quale futuro merita la nostra Città e con quali risorse questo possa essere assicurato. Inoltre da una corretta strategia nell’amministrazione dei fondi dipende anche il superamento di questa feroce crisi che costringe in un angolo molte interessanti iniziative chefanno fatica a ad essere finanziate.


Caro Paolo, mi auguro che quanto fin qui affermato possa fugare i tuoi dubbi al riguardo della correttezza del mio comportamento e concludo confermandoti che non era mia intenzione essere irriverente nei confronti dell’organizzazione che tu rappresenti e del Board che ha decretato Marsala Capitale. Tuttavia non riesco veramente a cogliere quel Plus che tale investitura possa garantire alla mia Città nel suo percorso verso la crescita che tutti noi cittadini auspichiamo, né tanto meno a giustificare alcune spese palesemente eccessive. Riguardo poi al riferimento da te fatto riguardo agli investimenti dalla mia Azienda pianificati a completamento di un percorso che ormai dura da molti anni, questi fanno parte di una strategia i cui dettagli preferirei non esporre in questo contesto che mi vede coinvolto con opinioni e riflessioni del tutto personali.

Cordialità

Massimo Bellina
 

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All’On. Giulia Adamo
     Sindaco di M A R S A L A


Venuti a conoscenza delle contrastanti opinioni giunte all’Amministrazione riguardo le iniziate programmate nel 2013 che vede Marsala riconosciuta dalla Recevin “Città Europea del Vino”, Le confermiamo il nostro apprezzamento e la nostra collaborazione.
Noi imprenditori vinicoli – pur dovendo affrontare grandi e diversi problemi quotidiani (calo dei consumi, aumento della fiscalità, costo del lavoro, gravosità dei trasporti, etc.) per risolvere i quali non sempre è sufficiente investire in azioni promozionali - guardiamo con molto interesse e speranza a tutto quanto possa contribuire al superamento della crisi che attualmente coinvolge l’intera società ed il nostro settore in particolare.
La nostra attenzione si rivolge anche al benessere complessivo di questa Città, la cui crescita sociale ed il cui sviluppo economico sappiamo esserLe molto a cuore, come dimostrato dal Suo appassionato impegno amministrativo ed umano.
Formuliamo, dunque, il sincero augurio che le manifestazioni già avviate ottengano il pieno successo e possano determinare anche l’auspicato afflusso turistico ed a consolidarne la tendenza nel tempo, nonché ad apportare i vantaggi sperati da tutti i Marsalesi dediti alla viticoltura e all’enologia.
Cordialmente.

BENEDETTO RENDA

PIETRO ALAGNA

 

***

 

Egregio Direttore,

non mi sorprende affatto la breve nota di commento da voi ufficialmente ricevuta rispettivamente dal Presidente e dall’Amministratore Delegato della Pellegrino a proposito dell’investitura di Marsala a capitale europea del Vino. Come da me più volte ribadito nutro forti dubbi sulla reale portata di questa intronizzazione tuttavia avendo sempre espresso le mie opinioni a livello unicamente personale non  ritengo opportuno entrare in polemica con l’Azienda che ho con costante impegno contribuito a fare crescere negli ultimi trent’anni e che invece a quanto pare vede le cose in maniera diversa. Non so in base a quali informazioni o sollecitazioni sia stata redatta questa sorta di accorata dichiarazione però sono certo che essa è l’esempio di come nell’ambito dello stesso contesto aziendale si possa instaurare una dialettica aperta nel pieno rispetto della diversità di vedute. Non considero pertanto la nota della Pellegrino come una presa di distanza dalle mie affermazioni o la classica stampella offerta ad un’amministrazione in evidente difficoltà, ne  avrebbe avuto tutto il diritto qualora il sottoscritto si fosse espresso nella qualità di  Consigliere di Amministrazione o di Dirigente. Credo invece che Pietro Alagna e Benuccio Renda abbiano sentito la necessità di esprimere la loro opinione che come tale merita tanto rispetto ed apprezzamento quanto la mia. I vostri affezionati lettori del resto hanno la possibilità leggendo la mia replica a Benvenuti di farsi un’idea di come nascono e si evolvono questo tipo di associazioni (Recevin) e di come ci sia una distanza che definirei siderale tra quello che si vuole in buona fede realizzare e gli impatti che questi programmi, in genere pensati in assenza di veri esperti, hanno sul territorio. In conclusione e con l’auspicio che la vicenda possa estinguersi con questa mia ulteriore replica, mi auguro che le tante azioni previste raggiungano l’esito sperato ed ancora una volta invito la nostra “attenta ed appassionata” amministrazione ad utilizzare le risorse con la saggezza e la lungimiranza di cui possono, se vogliono, essere capaci.

 

Un cordiale saluto

Massimo Bellina   



Native | 2024-07-16 09:00:00
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