Lo studio, commissionato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, è stato svolto dal CNR-ISMAR di Ancona, da UNIMAR e dal CIRSPE. Il Dott. Ferretti ha dichiarato che “l’attrezzo da pesca egadino può essere considerato una circuizione senza chiusura, e non un attrezzo da traino o una sciabica, per cui il suo utilizzo non è da escludersi in assoluto”. Infatti, secondo quanto affermato da Ferretti, l’unico aspetto limitante per l’utilizzo del “tartarone”, in base al Regolamento Comunitario n. 1967 del 2006, resterebbe la dimensione della maglia della rete, fissata dalla norma in 14 mm come limite minimo. La pesca con il “tartarone” dello zerro, noto localmente come “ritunno”, sarà quindi possibile, anche in area marina protetta, dove la pesca a circuizione senza chiusura è consentita.
Per quanto riguarda la pesca del “Cicerello”, Ferretti ha evidenziato che “per catturarlo occorre utilizzare una maglia oggi non consentita dal Regolamento europeo, per cui si dovrà avviare l’iter per l’approvazione di un Piano di Gestione regionale che introduca una deroga speciale”. Ferretti ha chiarito l’iter del Piano: “sarà prima necessario fare una campagna di pesca sperimentale con un Ente di ricerca; quindi la Regione dovrà predisporre il Piano e inviarlo al Governo Italiano, che lo dovrà sottoporre all’approvazione dell’Unione Europea”.
“La riclassificazione del tartarone - ha commentato il Presidente dell’AMP e Sindaco di Favignana Lucio Antinoro - è un primo risultato del percorso avviato dall’Area marina protetta con tutte le istituzioni competenti in materia di pesca. In questi anni si sono purtroppo accumulati, a Roma e Palermo, ritardi gravi, ma grazie al nostro impulso finalmente si parla di un Piano di gestione speciale che potrebbe consentire anche la pesca del cicerello. Ma non ci illudiamo, non sarà un percorso facile e veloce”.
“L’AMP è da oggi al lavoro – ha comunicato il Direttore Stefano Donati - per predisporre le autorizzazioni specifiche per la pesca del “ritunno”. Attendiamo solo l’ok dalla Capitaneria di Porto di Trapani dopo l’esame della relazione scientifica.”